2021-02-25
Arresti e altre misure per la «cricca» delle mascherine
Svolta nell'inchiesta dopo il sequestro del tesoro di 70 milioni: ai domiciliari Solis, interdizione per Mario Benotti e altri tre indagatiI finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria l'hanno chiamata Operazione Anatrante. Ma non un'evocazione dello storico film «I quattro dell'oca selvaggia», bensì una citazione di un termine usato da Mario Benotti, giornalista Rai in aspettativa, intorno a cui ruota l'inchiesta per traffico illecito di influenze legata alla fornitura da 1,25 miliardi di euro e 801 milioni di mascherine per la struttura del commissario per l'emergenza Covid. Anatrante è un neologismo inventato da Benotti (che ha chiamato così il suo blog): indica un disagio che può essere di vari gradi, dal lieve al ferale. Ieri probabilmente lo stato emotivo dell'uomo era di questo ultimo livello. Infatti i finanzieri si sono presentati alla sua porta con un'ordinanza di misura interdittiva. Ma poteva andargli peggio. Infatti, sembra che il 22 dicembre la Procura di Roma avesse chiesto altri arresti domiciliari per la presunta cricca delle mascherine, oltre a numerosi sequestri. Il gip Paolo Andrea Taviano si è preso il tempo per studiare bene le istanze, accogliendole parzialmente con due diversi provvedimenti. Il 17 febbraio ha disposto misure patrimoniali per un importo complessivo di circa 70 milioni di euro e ieri ha firmato un'ordinanza con cui ha applicato gli arresti domiciliari solo per l'ecuadoriano Jorge Solis e misure interdittive per altri quattro imprenditori indagati: Benotti, appunto, la compagna Daniela Guarnieri, titolari della Partecipazioni Spa e della Microproducts It, Andrea Vincenzo Tommasi, proprietario della Sunsky Srl, e l'avvocato Georges Fares Khouzam, presidente della Partecipazioni Spa. Per i quattro, dunque, è stato deciso il divieto temporaneo dall'esercizio dell'attività di impresa e di ricoprire incarichi o uffici direttivi in imprese (con interdizione dallo svolgimento di tutte le attività inerenti). L'ipotesi di reato è il traffico illecito di influenze in concorso e aggravato dal reato transnazionale. Infatti le indagini ruotano intorno alle provvigioni da almeno 72 milioni di euro pagate da tre consorzi cinesi alle società degli indagati. Questa intermediazione non è stata contrattualizzata dalla struttura commissariale (che per questo è esclusa dai provvedimenti), ma dalle società di import-export cinesi che hanno girato ricchi bonifici a Sunsky Srl (destinataria di circa 59 milioni), Partecipazioni Spa e Microproducts IT Srl (premiate con 12 milioni) e Guernica s.r.l. di Roma, ditta intestata alla figlia di Solis, Dayanna Andreina, avente come oggetto sociale la vendita di cannabis legale.La Guernica ha portato a casa la bella somma di 5,8 milioni di euro.Ieri l'avvocato di Jorge Solis, Francesco Tagliaferri, era furioso: «Mi sono stufato. Grazie a tutte queste campagne di stampa è finito dentro questo poveraccio. È una cosa scandalosa. Sono veramente fuori di me. Si è creduto a tutta una serie di balle, questa cosa la dobbiamo alla stampa che ha creato questa bagarre sul nulla. Ovviamente sono rimasti invischiati i più deboli come il mio cliente».Il decreto di sequestro preventivo d'urgenza emesso dalla Procura di Piazzale Clodio riportava negli otto capi d'imputazione le accuse, a vario titolo, di concorso in traffico di influenze illecite, riciclaggio, autoriciclaggio e ricettazione. I magistrati hanno anche ipotizzato l'aggravante della transnazionalità dei reati e illeciti in materia di responsabilità amministrativa degli enti. Solis è sempre apparso come il più esuberante tra gli indagati. Un mese fa, intervistato dalla trasmissione Non è l'Arena, si era presentato come l'uomo chiave dell'affaire, parlando in prima persona della gestione delle società cinesi: «Io lavoro per la Cina. Abbiamo creato una holding, la Wenzhou light… la Luokai è una figlia della mamma che è la Wenzhou che paga a tutti noi la provvigione». Nel decreto i magistrati avevano evidenziato una telefonata dell'ecuadoriano: «Singolare, quanto raccapricciante, l'aspettativa di Solis che a novembre “esploda" (cioè vi sia il lockdown nazionale), perché da questo si attende lucrosi affari». Una telefonata, avvenuta 31 ottobre 2020, che ricorda molto quella registrata all'indomani del terremoto dell'Aquila, quando un assessore comunale, ridacchiando mentre si sfregava le mani, disse «Con tutte 'ste opere che ci stanno... farsele scappa' mo' è da fessi...».Oltre ai saldi attivi sui conti personali e della Guernica Srl, già previsti dalla richiesta trasmessa dai pm al gip nel dicembre scorso, nei confronti di Solis era stato effettuato con provvedimento urgente il sequestro preventivo di diversi beni: un suv Range rover Evoque pagato 52.800 euro, quattro Rolex per un valore totale di 74.350 euro, una villa situata a Roma pagata 2 milioni di euro, la caparra da 200.000 euro per un'altra abitazione, una Harley Davidson da 13.950 euro, la villetta di Ardea acquistata all'asta per 101.500 euro, il 100 per cento delle quote della Guernica Srl, intestata alla figlia Dayanna Andreina, non coinvolta nell'affare delle mascherine ma indagata per riciclaggio. Va evidenziato che a tutti altri indagati non erano state sequestrate le quote delle società, quindi le condotte di Solis erano già considerate molto a rischio. Adesso l'uomo che lavorava con i cinesi sono scattati gli arresti domiciliari.Le misure sono arrivate 24 ore dopo dopo lo show televisivo di Benotti che lunedì sera, nella trasmissione Quarta Repubblica da parte di Benotti, ha mostrato urbi et orbi i messaggini scambiati con Arcuri. Nel suo libro (Ri)costruzione e negli sms il broker tesseva le lodi del commissario. Oggi pare il suo peggior nemico.Infatti il giornalista in aspettativa è convinto di essere indagato per traffico illecito di influenze solo perché il commissario nega di averlo coinvolto direttamente nella fornitura da 801 milioni di mascherine.A sostegno della sua tesi c'è la strana linea difensiva intrapresa da Arcuri che nega una conoscenza dimostrata dalle comunicazioni tra i due e data per assodata dagli inquirenti.Secondo Benotti, se il commissario ammettesse di avergli dato l'incarico di trovare i dispositivi di protezione, la sua posizione verrebbe immediatamente stralciata.Ma se la Procura, che sa dei contatti, continua a indagare anche per traffico illecito di influenze, è perché la realtà è un po' più complessa.Il reato di traffico di influenze prevede che chi lo commette sfrutti effettivamente «relazioni esistenti con un pubblico ufficiale o con un incaricato di un pubblico servizio» e grazie a queste «indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, come prezzo della propria mediazione illecita verso il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio».Cioè il reato resterebbe in piedi anche se fosse stato Arcuri in persona a dare l'incarico a Benotti, a patto, però, che il commissario fosse all'oscuro delle provvigioni milionarie per l'affare. Le indagini della Procura, ancora in corso, stabiliranno come siano andate davvero le cose.
La Global Sumud Flotilla. Nel riquadro, la giornalista Francesca Del Vecchio (Ansa)
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)