Non solo Amazon. Si tratta di veri e propri «mercati online» dove venditori di categorie diverse possono mettersi in contatto con clienti da tutto il mondo. Nell'ultimo anno le vendite sono aumentate dall'81%, il doppio degli e-commerce tradizionali.
I marketplace sono diventati il principale punto di riferimento per il commercio in rete. A raccontarlo sono i dati pubblicati nell’Enterprise Marketplace Index, da cui emerge che nel 2020 i marketplace hanno registrato una crescita dell’81%.
I marketplace possono essere definiti dei veri e proprio «supermercati online». Si definisce marketplace un sito di intermediazione per la compravendita di un bene o un servizio. Un mercato online, insomma, dove si raggruppano merci diverse e venditori diversi. La differenza con il forse più noto termine «e-commerce» sta proprio nella presenza di più venditori e nella funzione della piattaforma di «intermediazioni commerciale», ovvero la messa in relazione venditori e clienti, raggruppando tipologie di prodotto molto differenti tra loro in termini di settore merceologico.
I dati pubblicati mostrano come i marketplace siano cresciuti più del doppio rispetto agli e-commerce. Crescita a cui è seguito un ampliamento nella rete dei seller con una media del 46% nell’ultimo anno. Questo a dimostrazione che i venditori non si cannibalizzano a vicenda, anzi tutto il contrario. Lo studio dimostra come l'aggiunta di nuovi seller porta a una crescita incrementale di ogni venditore – a beneficio, inoltre, dei prodotti di proprietà dei rivenditori stessi.
Altro conseguenza nell’aumento delle vendite, è l’aumento relativo all’assortimento dei prodotti, cresciuto del 32%, portando ai rivenditori un guadagno ancora maggiore dell’81% del GMV complessivo. I marketplace consento inoltre un «effetto spinta» all’interno sito di e-commerce dei retailer contribuendo a una maggiore selezione di prodotti e migliore qualità dei contenuti. Secondo l'Index, i rivenditori che fanno leva sul modello marketplace hanno registrato un aumento del 34% nel traffico organico del sito, beneficiando di una domanda aggiuntiva e di una maggiore visibilità senza ulteriori spese di marketing.
Ma quali sono i marketplace più famosi al mondo e, soprattuto, a quali affidarsi per evitare brutte sorprese? Aa rispondere a questa domanda è YOCABÈ, l’azienda innovativa che aiuta i brand a vendere di più e meglio online con il modello direct to consumer. «Conoscere quali sono i principali marketplace in ogni nazione ed il relativo peso in termini di traffico, quali categorie merceologiche disponibili sono per ogni marketplace e le relative evoluzioni nel tempo, fornisce una bussola indispensabile per chiunque voglia espandere le proprie vendite online e su nuovi mercati internazionali» ha dichiarato Vito Perrone, ceo dell’azienda. «Posizionare i propri prodotti su questo genere di siti è il modo più veloce ed efficace per aumentare le vendite sfruttando gli eccezionali volumi di traffico, ma resta fondamentale sapere dove è meglio investire, perché ogni mercato ha le sue specificità».
Iniziamo il nostro viaggio alla scoperta dei marketplace, con il nostro Paese. In Italia il 79,8% delle persone acquista online. I prodotti di maggior successo sono abbigliamento e calzature (36%), dispositivi elettronici per la casa (36%), libri e articoli per l’edilizia (23%) e le preferenze dei marketplace dei nostri connazionali riflettono proprio queste abitudini d’acquisto. Così, se i primi due posti della classifica sono coperti da grandi colossi generalisti - primo Amazon, seguito da EBay - Zalando, marketplace specializzato nel settore moda, si classifica già al terzo posto dei siti più trafficati in Italia, vantando una crescita del 60% rispetto all’anno scorso. Un’accelerazione degna di nota se pensiamo che nello stesso periodo il gigante Amazon è cresciuto del 16%. A seguire poi, fra i marketplace più compulsati in Italia, AliExpress al quarto posto e il sito Manomano, dedicato all’arte e all’artigianato che si conquista una posizione fra i primi cinque siti di vendita online multibrand. E se Francia, Spagna, Regno Unito e Germania restituiscono un quadro piuttosto simile a quello italiano, dove Amazon e Ebay la fanno da padroni, nel resto del mondo le cose sono un po’ diverse.
In Olanda il sito di vendite più utilizzato è invece Bol.com, un marketplace local che deve il suo successo all’ampia offerta, alle spedizioni rapide e ai prezzi convenienti. Addirittura, secondo uno studio di Maze-One5, gli olandesi considerano Bol.com più conveniente di Amazon.
Meritano una menzione i paesi scandinavi dove, seppure Amazon e i grandi generalisti concentrino clienti e vendite, negli anni sono nati molti siti “autoctoni” capaci di tenere testa ai colossi dell’e-commerce. Uno fra tutti è Blocket che ogni mese genera oltre 26 milioni di visite, di cui il 91,46% dalla Svezia, l’1% dalla Finlandia, l’0,79% dalla Norvegia e lo 0.87% dalla Danimarca.
Un panorama davvero variegato è invece quello dell’Europa dell’Est che, a fianco dei colossi, vede la presenza di molti siti di vendita local, come ad esempio Allegro, una piattaforma generalista polacca che si rivolge a 16 milioni di utenti ricevendo molto traffico. Un altro marketplace rilevante in quell’area geografica, soprattutto nel mercato polacco, è il generalista Olx, che riceve oltre 122 milioni di visite mensili dalla Polonia e quasi 54 milioni dalla Bulgaria. A Olx segue Emag.ro, un marketplace polacco che offre diverse categorie di prodotti e attira in media 31 milioni di visite al mese. Wildberries, invece, è il primo marketplace in Russia. Ogni mese attira in media oltre 183 milioni di visite mensili.
In America Latina oltre il 47% della popolazione fa i propri acquisti online attraverso il MercadoLibre che, con una media di oltre 280 milioni di visite mensili, è di fatto il marketplace più popolare della regione.
L’universo cinese dei marketplace è, come si può facilmente immaginare, dominato da Alibaba, il colosso fondato da Jack Ma che nel 2018 ha fatturato oltre 39,898 miliardi di dollari. Del gruppo fanno parte Taobao, piattaforma e-commerce generalista annoverata tra i 20 siti web più visitati al mondo con oltre 500 milioni di utenti registrati; Tmall, focalizzato sui prodotti di alta qualità di abbigliamento, cura della persona, arredo, cibo che conta 233 milioni di visite al mese e Kaola, marketplace che molti brand del lusso occidentali utilizzano per presidiare il mercato cinese.
In Giappone domina invece la scena Rakuten, che non è semplicemente una piattaforma di vendite online, ma un vero e proprio ecosistema basato su servizi finanziari (la carta di credito più utilizzata del Giappone), la più grande banca online e uno dei più diffusi servizi streaming. Oggi l’universo Rakuten conta oltre 87 milioni di clienti fidelizzati. Da segnalare la passione nipponica per Amazon che viene usato soprattutto per acquistare prodotti stranieri.