2023-01-16
Povero Conte, il superman delle dimenticanze
Caro Giuseppe Conte, le scrivo questa cartolina perché ho finalmente capito la sua grande fortuna: lei non ricorda. Ecco la vera forza, ecco la vera abilità: lei ha una memoria da pesciolino rosso, la capacità di dimenticarsi anche chi era fino a ieri, e che cosa ha mangiato per colazione. L’altro giorno, al processo di Palermo contro l’ex suo ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha dato una prova straordinaria di questo suo talento. Ha sentito parlare di terroristi a bordo dell’Open Arms? «Non ricordo». Ha sentito parlare di accordi fra Open Arms e scafisti? «Non ricordo». Parlò con Salvini dello sbarco? «Non ricordo». C’è una lettera. «Non ricordo come fu riassunta». E parlò di redistribuzione in Europa? «Mai». Ma c’è un’altra lettera… «Non ricordo». Soltanto per poco non è riuscito a battere l’insuperabile Danilo Toninelli nella sua mitologica deposizione al processo. Però, ecco, siete una bella coppia. I due recordman mondiali del «non ricordo». Naturalmente scrivo tutto ciò soltanto per invidia. Dev’essere una condizione meravigliosa, infatti, quella di poter scordare il proprio passato a comando. Il Conte I? «Non ricordo». I ministri del Conte I? «Non ricordo». I provvedimenti del Conte I? «Non ricordo». Questa sua memoria in stile lavagna cancellabile le consente di dimenticare che Salvini è stato suo vicepremier, che lei firmò i decreti sicurezza, che apparse in foto sorridente insieme all’altro smemorato Di Maio con una scritta enorme #decretosalvini. Lei dimentica facilmente, ecco la sua grande virtù. L’unica volta che la incontrai di persona quando era a Palazzo Chigi, ricordo (purtroppo, le chiedo scusa: non riesco a togliermi questo vizio) che le feci una domanda a proposito della legge sulla legittima difesa, allora in via di approvazione. Lei annaspò nel nulla e chiese aiuto a Rocco Casalino. Aveva già cominciato a dimenticare.Del resto, lei è un professionista della dimenticanza, un superman dell’oblio. Praticamente lo smemorato di Collegno redivivo. Molti, in modo ingeneroso, l’hanno criticata per le sue vacanze a Cortina. Non sapevano, i poveretti, che lei si era semplicemente dimenticato che Cortina fosse Cortina. Pensava fosse Cinisello Balsamo ben addobbata per Natale. Anche queste cattiverie su di lei, che si scopre all’improvviso paladino dei poveri dopo una vita passata a fare l’avvocato dei ricchi, queste polemiche perché ora frequenta solo le periferie dopo una vita passata nei salotti bene, queste storie perché ha dimenticato la pochette, il doppiopetto e l’hotel Plaza della sua compagna e s’è scoperto descamisado da suburbio barricadero: sono accuse ingiuste. Perché non è vero che lei è ipocrita. Lei, semplicemente, è senza memoria. È un talento speciale, il suo. Che per altro sembra crescere ogni giorno di più. Tra un po’ le chiederanno «chi è?». E lei risponderà: «Non ricordo». Poi continuerà felice a far promesse (tanto poi se le dimentica), ben sapendo che il problema non è suo, che non ricorda. È nostro. Che al contrario ricordiamo tutto di lei e dei suoi dpcm. E purtroppo non riusciamo a dimenticare.
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