2023-05-19
Futuristi sul trattore: quando Marinetti si dette alla natura
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Un saggio appena uscito ricostruisce un aspetto poco conosciuto dell’avanguardia italiana: l’interesse nei confronti del naturismo e dell’ecologia.«…Clamorosa fu l’interpretazione magistrale tenuta nel 1931 all’Accademia Ungherese a Budapest in occasione del Congresso Internazionale del Pen Club, quando di fronte a una platea di attoniti accademici stranieri, il fondatore del futurismo cominciò ad imitare i gesti del cane lupo, annusando, correndo e guaendo rumorosamente. Alla fine Marinetti dichiarò agli astanti esterrefatti e scandalizzati di essere intento alla scrittura di un nuovo libro intitolato Le idee sociali del mio cane lupo, opera singolare mai rinvenuta tra le sue carte».L’immagine di Filippo Tommaso Marinetti che a una serata di gala si mette a guaire come un cane vale da sola il prezzo di questo Naturismo futurista, ponderoso tomo di Guido Andrea Pautasso (edito da Bibliohaus) e dedicato a uno degli aspetti più misconosciuti dell’avanguardia italiana. Come recita il sottotitolo, si tratta di evidenziare «l'anima verde di Marinetti e dei futuristi». L’immagine dei poeti con il culto della macchina, che vogliono spianare Venezia in nome della lotta al passatismo, non ha a prima vista molto a che fare con il culto della natura. Ma il futurismo è un movimento pieno di sorprese, ricco di pubblicazioni, manifesti, iniziative che ancora oggi ignoriamo. È il caso appunto del naturismo. Si apprezzerà, peraltro, la copertina con una foto di Marinetti in sella a un… trattore.«Negli anni Trenta», scrive Pautasso, «il fondatore del movimento futurista Filippo Tommaso Marinetti, da sempre attento alla cultura fisica e alla salute alimentare dell’essere umano, sosteneva di poter arrivare attraverso il naturismo a una bonifica integrale dell’individuo, a un rinnovamento radicale dell’esistenza che potesse dare vita a una piattaforma sociale moderna grazie alla quale poter “costruire”, non solo fisiologicamente, un uomo virile, energico, sportivo e guerriero, soprattutto futurista ancor prima che fascista». Il naturismo fu una vera e propria moda nelle élite colte delle società borghesi del XIX e del XX secolo. Nudismo, esercizio fisico all’aria aperta, vegetarianesimo, derive più o meno spiritualistiche erano pane quotidiano soprattutto nelle classi agiate del Nord Europa e degli Stati Uniti. Si trattava di una sorta di specchio riflesso della modernità: più gli effetti inquinanti, spoetizzanti, alienanti della modernità diventavano evidenti, più le stesse società moderne sviluppavano anticorpi che invece tendevano a idealizzare la natura. Ovviamente i futuristi entrarono a gamba tesa nell’argomento, con il loro stile. Scrive Pautasso: «I futuristi abbracciarono il naturismo per modernizzarlo alla loro maniera, cioè alla futurista, facendo in modo di recuperare la centralità dell’uomo e del suo corpo e mettendolo in relazione costante non solo con il mondo naturale e agricolo che lo circondava ma anche con la civiltà industriale in cui viveva».Il 28 settembre del 1934, Marinetti pubblicò sula Gazzetta del Popolo di Torino il Manifesto del Naturismo Futurista, scritto assieme al conte Arnaldo Ginanni Corradini, in arte Ginna, pittore e scultore futurista, già fondatore della rivista fiorentina L’Italia Futurista e autore dei primi cortometraggi astratti della storia del cinema sperimentale. In linea con quanto appena detto, il manifesto intendeva esaltare «la macchina, necessità cosmica, inevitabile parto della natura che integra sua madre a tal punto che combatterlo o sognare di distruggerlo equivale a mutilarsi; la macchina che:a) cura e immensifica il corpo umano allargandone le frontiere naturali (esempio: radiotelevisione, ecc.);b) velocizza e condensa tutte le manifestazioni della vita naturale e così opera bene, specialmente se rispetta alcune necessarie lentezze elaborative della materia;c) velocizza e intensifica la voluttà di possedere tutto il globo terracqueo (esempio: un tuffo nel caldo-azzurro Mediterraneo ed una fresca ossigenante strada alpestre in automobile);d) libera l’uomo dall’esagerato sforzo muscolare quotidiano le cui ore obbligatorie diminuiranno (esempio: centrali elettriche, seminagione in aeroplano, motoaratrici, ecc.);e) svecchia e varia lo spirito;f) crea un’estetica totale del globo terracqueog) scongestiona le agglomerazioni umane;h) varia con le velocità la funzione polmonare epidermica e cellulare;i) aumenta le elasticità fisiche e spirituali allenando l’uomo al repentino passaggio dall’indispensabile al superfluo;l) prolunga la giornata aumentandone il tempo consacrato allo spirito».
Nel riquadro la prima pagina della bozza notarile, datata 14 novembre 2000, dell’atto con cui Gianni Agnelli (nella foto insieme al figlio Edoardo in una foto d'archivio Ansa) cedeva in nuda proprietà il 25% della cassaforte del gruppo
Papa Leone XIV (Ansa)
«Ciò richiede impegno nel promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia, sostenendone gli sforzi, promuovendone i valori, tutelandone i bisogni e i diritti», ha detto Papa Leone nel suo discorso al Quirinale davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Padre, madre, figlio, figlia, nonno, nonna sono, nella tradizione italiana, parole che esprimono e suscitano sentimenti di amore, rispetto e dedizione, a volte eroica, al bene della comunità domestica e dunque a quello di tutta la società. In particolare, vorrei sottolineare l'importanza di garantire a tutte le famiglie - è l'appello del Papa - il sostegno indispensabile di un lavoro dignitoso, in condizioni eque e con attenzione alle esigenze legate alla maternità e alla paternità».
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