2025-05-20
Marco Rizzo: «Pd e sindacato, gara a spese dei lavoratori»
Marco Rizzo (Imagoeconomica)
Il leader di Democrazia sovrana e popolare difende l’astensione ai referendum: «Non c’è norma sul precariato che non abbia avuto il sostegno di dem e Confederazione. E con la cittadinanza facile farebbero arrivare milioni di persone per comprimere i salari».Marco Rizzo a questo giro lo hanno incastrato. Si terranno i referendum promossi dalla Cgil. Quattro di questi cinque quesiti riguardano esplicitamente il lavoro.La metto giù semplice. Stavolta non si può dire che il sindacato non stia facendo il suo mestiere. Vale a dire occuparsi dei lavoratori e dei loro diritti.«Questo qua è il referendum della Cgil ma anche del Pd. Entrambi da troppo tempo hanno tradito gli interessi dei lavoratori. È una roba che serve soprattutto a loro per regolare i conti interni».Un po’ come Argentina-Brasile ai mondiali…«Un congresso. Una sfida per scannarsi su chi sarà il nuovo leader della sinistra»I quesiti riguardano però i lavoratori!«È la plastica rappresentazione di cosa è oggi questa sinistra. Ripeto, traditrice. A sinistra ci stanno i traditori della classe operaia e lavoratrice. Scandisco la parola: tra-di-to-ri».Neppure se parlano di lavoro, convincono Rizzo!«Se andiamo a ritroso, tutti i passaggi in cui sono stati introdotti elementi strutturali di precarizzazione del mondo del lavoro portano la firma del Partito democratico e vedono una totale complicità o comunque inazione della Cgil. Parlo di diritti. Di precariato. Di radicale modifica dell’impalcatura dello Stato sociale, delle pensioni. Pensiamo alla legge Fornero. Quella legge ha tolto cinque anni di vita, ad almeno due milioni di persone. È chiaro?».In verità nella battaglia contro la legge Fornero, Salvini sta sul pezzo da tempo!«Salvini ha detto che la toglieva e che poi avrebbe riportato la cosiddetta quota 41 e non l’ha fatto. E la Fornero continua ad andare in giro a parlare di tutto».Atti che portano l’impronta digitale della odiatissima sinistra… secondo Rizzo.«Non c’è un atto che sia uno (dall’abolizione dell’articolo 18 al cosiddetto Jobs Act) che non porti la loro firma. Dovrebbero dire prima di tutto: “Abbiamo sbagliato, scusateci”. Ma non lo fanno!».Lo fanno ora col referendum, però!«Vorrebbero far credere che risistemeranno tutto e invece non risistemeranno un bel niente. Perché mica penseranno che con alcuni referendum si possa ritornare alla situazione ante riforme. Anzi sulla indennità/reintegro se passasse il referendum la situazione sarebbe addirittura peggiorata. Ma c’è di peggio».Io sapevo che Rizzo non si sarebbe fermato qui. Avevo un presentimento.«Questi quattro referendum sono messi dentro a un calderone. Ma sono un cavallo di Troia. Il vero pericolo è l’intervento sulla legge relativa al diritto cittadinanza. Questo avrebbe un impatto drammatico sull’immigrazione. Se tu riduci drasticamente gli anni, portandoli da dieci a cinque, per avere la cittadinanza, lanci un messaggio. Intanto ti trovi ad avere due milioni e mezzo di italiani in più, tutti extracomunitari. E dai un segnale di allargamento delle maglie a chi vuole emigrare verso di noi».Il centrodestra non potrebbe dirlo meglio… «Io vado oltre. Due milioni e mezzo di extracomunitari diventano cittadini italiani subito. E qua la vogliamo dire tutta? Il Pd pensa di prendere da lì i voti e la Cgil di prendere lì i soldi delle tessere del sindacato che non trova più nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro».Noi della Verità scriveremmo la stessa cosa.«Ma soprattutto il referendum colpisce i lavoratori. Altro che difenderli con gli altri referendum. Come insegnava bene Carlo Marx, se tu costruisci un esercito industriale di riserva - e favorisci l’arrivo dall’Africa e dal Medio Oriente di milioni di persone, anche se Marx a suo tempo si riferiva agli irlandesi - crei le condizioni per un abbassamento ulteriore degli stipendi. Salari più bassi per tutti, guerra tra poveri e diritti sociali che scompaiono».I quesiti sono quindi palesemente in contraddizione? «Volutamente in contraddizione! È quello sulla cittadinanza che a loro interessa».Rimane il tema della cittadinanza, se si volesse metterci mano«Fare come in Svizzera. Dodici anni e perfetta conoscenza della lingua italiana. Con un esame serio. E ovviamente fedina penale pulita. Va da sé che se non righi dritto perdi la cittadinanza. Una condanna nei cinque anni successivi ti fa perdere la cittadinanza».Quindi votare no? O astenersi?«Democrazia sovrana e popolare, il partito che guido con Francesco Toscano, invita i suoi elettori a non votare. Siccome c’è il quorum, le modalità di votazione sono due: votare (sì o no) e astenersi. Ed essendo che chi voterà ha già scelto il sì, dire “votate no” equivale a tirare la volata al sì. In ultimo - sulla presunta illegittimità del non voto al referendum di cui si riempiono la bocca in tanti- ricorderete che se era Giorgio Napolitano a dire di non votare ai referendum andava bene. Adesso invece perché non va bene astenersi? I diritti dei lavoratori si ottengono con lotta non con referendum voluti da chi le lotte le ha affossate».Renzi vota no.«Appunto. Siccome tutto si può dire di lui meno che non sia furbo, Democrazia sovrana e popolare farà l’esatto opposto. Ci asterremo! Chiaramente con piglio militante».
Eugenia Roccella (Getty Images)
Carlotta Vagnoli (Getty Images)