Non sono solo manovre elettorali a guidare Berlino: la loro Consulta ha inguaiato il sistema di finanziamento. E la partita di giro con chi ci porta i clandestini è vitale. Il nostro premier: «Fanno i solidali coi confini altrui».
Non sono solo manovre elettorali a guidare Berlino: la loro Consulta ha inguaiato il sistema di finanziamento. E la partita di giro con chi ci porta i clandestini è vitale. Il nostro premier: «Fanno i solidali coi confini altrui».Nei giorni scorsi mi sono chiesto perché il governo semaforo (così, per il colore dei partiti che lo compongono, è chiamato l’esecutivo della Germania) insista tanto nel finanziare le Ong che fanno servizio di taxi per i migranti nel Mediterraneo. Dare decine di milioni agli scafisti del mare non può che irritare un partner come l’Italia e pretendere addirittura di mettere nero su bianco che questi devono sbarcare il loro carico umano sulle nostre coste equivale a voler creare un incidente diplomatico. In principio, come risposta, credevo che la singolare posizione tedesca fosse frutto delle contraddizioni politiche di quel Paese e del prossimo voto per le Europee.Socialdemocratici, liberali e Verdi, pur facendo parte della stessa maggioranza, sono in concorrenza fra loro. Dunque, pensavo, in vista della scadenza elettorale ognuno gioca per sé. I moderati del partito liberale fanno i duri per non farsi fregare i voti dalla destra estrema di Afd, e quindi rifiutano di prendersi i migranti in arrivo dall’Italia. Socialdemocratici e Verdi invece, per non scontentare il proprio elettorato di sinistra, finanziano le Organizzazioni non governative in modo da lavarsi la coscienza e imbellettarsi un po’ da compagni. Beh, ci sarà anche questa come motivazione alla base del curioso comportamento filo taxisti del mare. Ci sarà anche la Chiesa tedesca, che essendo guidata da un tipo che di cognome fa Marx, è più a sinistra della nostra Cei. Ma, soprattutto, ci sono i soldi. Già, dietro agli alti ideali gratta gratta trovi i bassi interessi di bottega. Follow the money, dicevano i cronisti del Watergate. E, infatti, inseguendo la pista del denaro si arriva a scoprire la partita di giro con cui, a Berlino, alcuni partiti hanno trovato il sistema per finanziarsi. Innanzitutto, una premessa. Il 24 gennaio la Corte costituzionale ha dichiarato nulla la legge del 2018 sul finanziamento pubblico ai partiti. Per i giudici della legge, l’aumento del contributo, a carico delle casse dello Stato e a favore dei diversi gruppi politici, non è sufficientemente giustificato. Perciò, se ha intenzione di bussare a quattrini, il Parlamento deve presentare una nuova legge, che non soltanto dovrà essere approvata in tempo per il varo del budget 2024, ma le cui modifiche dovranno essere accettate dalla Corte. Diversamente, tutti i partiti che hanno beneficiato negli anni scorsi dei finanziamenti dovranno rimborsare il malloppo, ovvero scucire cifre considerevoli che rischiano di metterli in ginocchio. La Cdu e i socialdemocratici sono i partiti che da questa faccenda rischiano di avere i maggiori danni, perché nel passato avevano le percentuali più consistenti e dunque sono quelli che dovrebbero sborsare di più. Per i Cristiano democratici si parla di quasi 19 milioni di euro, somma che se dovesse davvero essere restituita minerebbe la campagna elettorale della primavera prossima. Secondo il sito Merkur, il buco nelle casse della Cdu sarebbe enorme e costringerebbe il partito a ridurre gli investimenti in vista del voto. Quindi, meno congressi, meno assemblee, poco o niente pubblicità tv. Come dicevo, i Cristiano democratici sono quelli messi peggio, ma se il partito che fu di Helmut Kohl e poi di Angela Merkel piange gli altri non ridono. Tutti stanno infatti nelle stesse condizioni. O meglio: tutti, tranne due, che i soldi non li ricevono solo dalle casse pubbliche ma anche dai finanziamenti privati. Uno di questi è Afd, cioè la destra che fa concorrenza a Cdu, gruppo ritenuto estremista ma che pare sostenuto da diversi imprenditori: probabilmente non vedono di buon occhio la deriva paracomunista-ecologista di socialdemocratici e Verdi. Ma poi, oltre ad Alternative für Deutschland, a godere di finanziamenti privati è pure il partito ambientalista. I Grüne però hanno visto crescere soprattutto i finanziamenti delle Ong e quindi, come Afd, non soltanto dipendono meno dai fondi pubblici, ma se questi venissero tagliati dopo la sentenza della Corte costituzionale addirittura ne trarrebbero beneficio, perché mentre i concorrenti dovrebbero rimborsare milioni, Verdi e Alternative für Deutschland avrebbero meno problemi. Però, c’è un altro aspetto che va considerato e spiega perché i Grüne insistano nel voler finanziare le Ong. È una partita di giro: da un lato loro sostengono con i soldi pubblici le Organizzazioni non governative che vanno a caccia di migranti nel Mediterraneo, dall’altro le Ong sostengono i Verdi e la loro campagna di sinistra pro migranti. Un mutuo soccorso. E attraverso queste organizzazioni, con i soldi ricevuti, fanno campagna elettorale. Un’operazione perfetta, dove guadagnano tutti: i taxisti del mare, gli estremisti dell’ambiente, e pure l’elettorato di sinistra. C’è solo un problema: la manovra, tutta interna agli equilibri politici tedeschi, è fatta a spese dell’Italia. Dunque, Meloni oggi ha un motivo in più per mandare al diavolo cruccolandia. Ieri ha detto che si fa presto a essere generosi con le spiagge degli altri. Il filosofo di Zagarolo, Stefano Ricucci, l’avrebbe detto peggio, ma il senso l’avrebbero capito tutti. Si fa presto a fare il f…io con il c…lo degli altri.Ps. I puntini li ho messi per evitare che qualcuno mi accusi di omofobia.
Donald Trump (Ansa)
L’emittente britannica insulta l’intelligenza del pubblico sostenendo che ha taroccato il discorso di Donald «senza malizia». Infatti si scusa ma respinge la richiesta di risarcimento per diffamazione. Nigel Farage: «Ora saremo noi a dover controllare loro».
«Involontariamente». Il numero uno della centenaria Bbc si aggrappa a un avverbio per non precipitare dall’ottavo piano della Broadcasting House di Londra con il peso di un miliardo di dollari sulle spalle, come da richiesta di risarcimento da parte di Donald Trump. «Unintentionally» è la parolina-paracadute consigliata dalla batteria di legali al presidente Samir Shah, 73 anni di origine indiana, nel tentativo di aiutarlo a ritrovare il sonno e a togliersi dall’angolo dopo lo scandalo del «taglia-e-cuce». Un crollo di credibilità per la storica emittente pubblica, piazzata nel quartiere di Westminster per controllare il potere ma finita nella battutaccia di Nigel Farage: «Ora saremo noi a dover controllare loro».
Sanae Takaichi (Ansa)
Scintille per Taiwan. Il premier giapponese rivendica pace e stabilità nell’isola: «In caso di attacco, reagiremo». Ira del governo cinese: convocato l’ambasciatore.
La tensione tra Cina e Giappone è tornata a livelli di allerta dopo una settimana segnata da scambi durissimi, affondi retorici e richiami diplomatici incrociati. Pechino ha infatti avvertito Tokyo del rischio di una «sconfitta militare devastante» qualora il governo giapponese decidesse di intervenire con la forza nella crisi di Taiwan, accompagnando il monito con un invito ufficiale ai cittadini cinesi a evitare viaggi in Giappone «nel prossimo futuro».
Donald Trump (Getty Images)
Washington avvia l’operazione «Lancia del Sud» contro i traffici di droga: portaerei nel mar dei Caraibi. Maduro: «No ad altre guerre». Trump insiste per riaffermare il dominio nella regione scacciando Pechino.
Donald Trump è sempre più intenzionato a rilanciare la Dottrina Monroe: il presidente americano punta infatti ad arginare l’influenza della Cina sull’Emisfero occidentale. È dunque anche in quest’ottica che, l’altro ieri, il capo del Pentagono, Pete Hegseth, ha annunciato un’operazione militare che riguarderà l’America Latina. «Il presidente Trump ha ordinato l’azione e il Dipartimento della Guerra sta dando seguito alle sue richieste. Oggi annuncio l’operazione Lancia del Sud», ha dichiarato.
Giuseppe Culicchia (Getty Images). Nel riquadro il suo libro Uccidere un fascista. Sergio Ramelli, una vita spezzata dall’odio pubblicato da Mondadori
Comunicati fotocopia contro la presentazione del saggio di Culicchia. E il ragazzo ucciso? «Strumentalizzazioni».
Passano gli anni ma l’odio sembra non passare mai. Un tempo ragazzi come Sergio Ramelli venivano ammazzati sotto casa a colpi di chiave inglese. Oggi invece la violenza si rivolge contro chi di Sergio osa parlare. È una violenza meno palese, se volete meno brutale. Non uccide però infama, disumanizza, minaccia e punta a intimidire. E gode, proprio come quella antica, di sponde politiche e «presentabili». Lunedì 24 novembre nella Biblioteca Comunale di Susa è programmata la presentazione di un bellissimo libro di Giuseppe Culicchia, scrittore italiano che negli ultimi anni ha intrapreso una strada davvero coraggiosa e suggestiva.






