2020-05-29
«Manca tutta una parte dell’accordo. E puzza di tasse sul made in Italy»
Luigi Scordamaglia (Ansa)
Il consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia: «Pericoloso sottoscrivere un fondo senza sapere come ripagarlo. Si parla di Sugar tax e Nutriscore: due minacce per il nostro agroalimentare. E pure la Pac potrebbe vederci perdenti».La proposta del Recovery fund è stata illustrata al 50%. Si è parlato soltanto del lato sovvenzioni e prestiti e non della seconda gamba. Ancora non si sa come saranno distribuiti i prelievi fiscali transnazionali, su quali aziende e quali settori impatteranno maggiormente. Ancora non si sa come cambierà il budget europeo e come saranno rivisti i sussidi. Al momento sembra più una cambiale in bianco dalla quale sappiamo di poter ricevere 82 miliardi lordi in sovvenzioni. E che per ora dovremmo avere una fetta più grande di altri Paesi. Potremmo però nell'arco dei sette anni essere pesantemente penalizzati in comparti economici in cui tocchiamo l'eccellenza, come il made in Italy. Chi più solleva interrogativi è infatti il comparto agroalimentare esposto da un lato alla revisione della Pac, politica agricola comune, e dall'altro alla nascita delle nuove imposte transnazionali legate al green e alle emissioni di CO2. «Bene il sostegno finanziario e anche la condizionalità se finalizzata all'ammodernamento del Paese, massima attenzione però alle modalità con cui la Commissione dovrà recuperare le risorse prese in prestito sui mercati», spiega alla Verità Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, sintetizzando una massima che vale un po' per tutto. «Prima di chiudere un contratto, bisogna definire i dettagli perché è in questi che si possono nascondere le penalizzazioni. In pratica, prima di prendere i soldi bisogna capire se in termini diretti e indiretti alla fine dei 7 anni ci costeranno più del beneficio immediato: la liquidità».In quanto comparto agroalimentare non siete contrari all'attivazione del Recovery fund?«Siamo di fronte a un cambio di passo importante, un passo avanti nell'integrazione comunitaria che permette l'emissione di un bond profondamente diverso da tutti gli altri (Sure, Salvastati, Mes, ndr) che lo hanno preceduto, in quanto spalma il il rischio sovrano lungo il Continente, senza azionisti né garanzie degli Stati Membri se non quella del bilancio comune Ue. Per la prima volta in sessant'anni l'esecutivo comunitario si dice disponibile a indebitarsi sui mercati acquisendo di fatto autonomia finanziaria e quindi facendo un passo avanti verso una più piena integrazione europea. Ciò non significa che dobbiamo prendere tutto alla cieca senza valutare le clausole del contratto».Come ripagheremo i prestiti e le sovvenzioni?«Ovviamente tralasciando i prestiti e i relativi tassi, i 500 miliardi si definiscono a fondo perduto nel senso che sono senza restituzione da parte dei singoli Paesi. Ma la Commissione dovrà comunque recuperarli per rimborsarli agli investitori. E proprio al riguardo bisognerà capire in che modo l'Europa dovrà recuperare questi finanziamenti». Già il testo contiene una bozza di tasse europee prevalentemente indirizzate al Web (finora bloccate dagli Usa) fino alle emissioni di CO2...«Ripeto, siamo nella fase iniziale, ma già si ventila l' ipotesi di creare qualcosa di più preoccupante per condizionare i comportamenti dei cittadini. Mi riferisco alla Sugar tax e anche all'idea di tassare altri alimenti». Tasse sul made in Italy?«A fronte di una Commissione europea che ha appena presentato una strategia Farm to fork che contiene elementi di possibile penalizzazione dell'agroalimentare italiano, non si può escludere. Preoccupa, infatti, che la Commissione possa avere mano libera per introdurre tasse sull'alimentazione avvantaggiando modelli diversissimi dal nostro (pensiamo all'inaccettabile classificazione del sistema Nutriscore, ndr) o sulle emissioni di CO2 che potrebbero penalizzare pure l'agricoltura».Il budget destinato alla Pac sarà di 348 miliardi di euro. Limato rispetto al precedente ma meno di quanto si temeva. Potrebbero esserci sorprese negative per l'Italia?«Un premessa. Il Recovery fund sarà associato al bilancio comunitario per sette anni e già da subito bisogna avere la certezza che in tale bilancio non venga penalizzata ulteriormente la Pac e in particolar modo la quota di essa destinata all'Italia. Dalla presentazione della Commissione sembrerebbero in parte rientrati gli inaccettabili tagli alla Pac di oltre 2 miliardi inizialmente previsti, ma, secondo Filiera Italia, bisogna essere certi che dei 348 miliardi che costituirebbero la nuova voce per la posta Pac l'Italia alla fine non scopra di essere penalizzata più di altri Paesi. Usciamo da una emergenza che ha evidenziato l'importanza di aumentare l'autosufficienza agroalimentare europea, guai a immaginare tasse o tagli che invece di sostenerla la potrebbero metterla in discussione». Un messaggio al governo?«Prima di firmare definiamo ogni dettaglio presente e futuro gli aiuti in arrivo. Chiudere un accordo che può portare tasse sui nostri alimenti e sui prodotti made in Italy o penalizzare la Pac sarebbe inaccettabile».