
Giuseppe Conte lo difende: «Non ha nulla da nascondere». Poi reclama la testa di Chiara Colosimo. Maurizio Gasparri però lo gela: «Legga i giornali».«Quanto rivelato dalla Verità è una ulteriore conferma, argomentata e basata su documenti, di quanto abbiamo sempre sostenuto. Per mesi abbiamo detto che la presenza in antimafia di Federico Cafiero De Raho, sulla questione dossieraggi, era imbarazzante»: il senatore di Fratelli d'Italia Antonio Iannone, segretario della commissione parlamentare Antimafia, fa riferimento alla pesantissima vicenda raccontata ieri dal nostro giornale, ovvero al verbale nel quale sono contenute le dichiarazioni l’ex numero due della Direzione nazionale antimafia Giovanni Russo, che racconta al procuratore Raffaele Cantone di aver chiesto al suo capo dell’epoca, Federico Cafiero De Raho, di allontanare il finanziere Pasquale Striano. «Un disagio», aggiunge Iannone, «che De Raho avrebbe dovuto avvertire prima di ognuno di noi, e invece per molte sedute ha parlato in terza persona come se il procuratore nazionale Antimafia di ieri non fosse il senatore dei 5 stelle di oggi. Senso di responsabilità ed istituzionale dovevano spingerlo fin dal principio», sottolinea ancora Iannone, «a compiere altre scelte in rispetto dell’alto valore dell’operato della «commissione Antimafia». Sull’argomento interviene anche il senatore della Lega Gianluca Cantalamessa, capogruppo della Lega in Antimafia. «Nel memorandum di Russo», dice Cantalamessa, «già nel 2020 scorrettezze che stavano avvenendo nella Procura nazionale Antimafia. Nessun seguito è stato dato a questo fascicolo nel quale venivano denunciate le attività illecite di Striano. Perché non è stato dato seguito a questa segnalazione di queste attività illecite che stavano avvenendo in Procura nazionale Antimafia? Chi ha bloccato il dottor Russo? Di queste domande», aggiunge Cantalamessa, «dovrebbe farsi carico l'onorevole Cafiero De Raho, che oggi siede in commissione Antimafia e che all'epoca era il procuratore nazionale Antimafia. Gli accessi abusivi di Striano erano già noti tre anni fa, e nessuno ha fatto nulla: andremo fino in fondo a questa inquietante vicenda». De Raho al momento non ha commentato le nuove rivelazioni e non ha manifestato l'intenzione di dimettersi dalla Commissione, mentre la norma che disciplinerà i conflitti di interessi all’interno dell’Antimafia è in fase di definizione ma necessita ancora di limature. È però di tutta evidenza che la posizione di Cafiero De Raho come membro della commissione diventa ogni giorno politicamente meno sostenibile, e pure controproducente per il suo stesso partito, il M5s, che si ritrova a dover fronteggiare attacchi e critiche basati su fatti precisi e circostanziati. Si spiega così, probabilmente, il nervosismo di Giuseppe Conte, che commenta il caso De Raho con una dichiarazione piuttosto lacunosa: «Non ha nulla da nascondere», dice Giuseppi a proposito di De Raho, «ed è stato a disposizione dei magistrati che stanno approfondendo. Però quello che fin qui è emerso rende necessarie le dimissioni della presidente Colosimo». Il tentativo di rilanciare il pallone nella metà campo avversaria appare maldestro, non degno delle capacità di palleggio dimostrate in diverse occasioni da Conte quando si è cimentato con la palla di cuoio. Evidentemente la gravità della questione è chiara anche all’ex premier, che però non può permettersi di scaricare De Raho e quindi è costretto a barcamenarsi. L'attacco di Conte a Chiara Colosimo, presidente della commissione parlamentare Antimafia, scatena l'inevitabile reazione del centrodestra: «Esprimo solidarietà e vicinanza a Giuseppe Conte», ironizza il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, componente della commissione Antimafia, «che continua da giorni a chiedere, come se fosse affetto da una sindrome maniacale, le dimissioni di Chiara Colosimo. Il suo stato confusionale impone un aiuto e un soccorso di cui c'è urgente bisogno». Gasparri fa poi riferimento a quanto pubblicato dalla Verità: «Per farlo rinvenire», aggiunge il capogruppo di Fi in Senato, «forse sarà utile fargli leggere qualche giornale di oggi (ieri, ndr), che spiega in maniera clamorosa gli ultimi atti raccolti in riferimento a Cafiero de Raho da parte della Procura di Perugia. Che non fa parte di nessun complotto e di nessuna congiura. E che non è diretta da Chiara Colosimo. Aiutiamo Conte. Ne ha bisogno. Lo vogliamo in piena salute», conclude Gasparri, «e in migliori condizioni di consapevolezza». All'attacco di Conte anche il capogruppo di Fdi alla Camera, Tommaso Foti: «Giuseppi Conte, in arte l'avvocato del popolo», commenta Foti, «palesa tutta la sua sciatteria politica e morale sulla vicenda dossieraggio. Per difendere i suoi pupilli, il duo di picche De Raho-Scarpinato (Roberto, ndr), lancia l'ennesimo sguaiato attacco contro la presidente Chiara Colosimo, “colpevole” di mettere a nudo, solo con la forza del suo lavoro, tutte le contraddizioni di un movimento politico, quello delle 5 stelle cadenti. Confondere», aggiunge Foti, «le dichiarazioni di un magistrato, ex collaboratore in Dna di De Raho, Giovanni Russo, con il lavoro del presidente Colosimo in Antimafia, è degno della più esecrabile furia ideologica».
Leone XIV (Ansa)
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