2023-12-08
I macroniani salvano la legge attira-algerini
Tifosi algerini festeggiano una vittoria della loro nazionale per le strade di Parigi (Ansa)
L’Assemblea nazionale francese boccia la proposta per abrogare una norma che garantisce canali preferenziali agli immigrati del Paese nordafricano. Un retaggio degli accordi post decolonizzazione, che anche l’Eliseo sembrava voler rivedere. E invece...I cittadini algerini continueranno a beneficiare di un trattamento di favore se decidono di emigrare in Francia. Ieri l’Assemblea nazionale ha deciso di mantenere in vigore gli accordi speciali con Algeri, risalenti al 1968. A sostenere lo status quo, hanno contribuito fortemente anche molti deputati macronisti sebbene, da qualche settimana, la maggioranza avesse dato segnali di disponibilità a rivedere questi accordi. Ad esempio, il capogruppo dei deputati macronisti di Rénaissance, Sylvain Maillard, aveva parlato con un certo favore di «rinegoziare» per favorire una «posizione efficace». Anche Elisabeth Borne, in una intervista accordata a Le Figaro aveva parlato di «revisione» . Non va dimenticato inoltre che, già lo scorso giugno, in un’intervista concessa al settimanale L’Express, persino l’ex premier macronista Édouard Philippe si era detto d’accordo con il cambiamento degli accordi. Poi però, mercoledì, è stato lo stesso presidente francese Emmanuel Macron a silurare l’ipotesi di rivedere le regole di accoglienza dei cittadini algerini. Forse il capo dello Stato francese ha preferito correre ai ripari, per timore di reazioni da parte delle migliaia di cittadini di Algeri residenti al di là delle Alpi, ma anche delle banlieue calde che sono pronte a scatenare l’inferno, come è accaduto questa estate.un popolo stufoPer avere un’idea di quanti siano gli algerini in Francia, basta leggere le cifre diffuse nel 2019 dall’Insee (l’equivalente francese dell’Istat) per il quale ci sarebbero circa 850.000 cittadini del Paese nordafricano residenti al di là delle Alpi. Invece l’Istituto nazionale di studi demografici (Ined) aveva recensito, nello stesso anno, 1,2 milioni di figli di immigrati algerini e 2,1 milioni di persone su due generazioni.Probabilmente, il voltafaccia presidenziale sulla revisione accordi franco-algerini del 1968 non farà piacere a molti cittadini d’Oltralpe che, sondaggi alla mano, sono sempre più insofferenti all’ondata migratoria che si è abbattuta sulla Francia e dalla quale sono scaturiti anche attentati come quelli del Bataclan, del 2015, o tragedie simili a quella di Crépol, del mese scorso. A novembre, il canale d’informazione CNews aveva pubblicato i risultati di un sondaggio realizzato dall’istituto Csa secondo il quale 66 francesi su 100 pensano che l’immigrazione extra europea possa rappresentare un pericolo per il Paese. Nello stesso mese Le Parisien aveva commissionato un sondaggio all’istituto OpinionWay in base al quale si apprendeva che per l’80 % degli intervistati, la Francia applica male i decreti di espulsione dei clandestini; per l’81 % del campione, la lotta all’immigrazione clandestina era carente. Per finire, l’87% dei sondati riteneva che fosse necessario «cambiare le regole» sull’immigrazione. Nel frattempo, sabato scorso, c’è stato un nuovo attentato islamista a Parigi. Un ventiseienne iraniano, nato in Francia e poi naturalizzato francese, Armand Rajabpour-Miyandoab ha accoltellato, uccidendolo, Collin, un turista ventiquatrenne germano-filippino. Anche questa nuova tragedia non deve essere bastata a Macron per giustificare una revisione delle regole di ingresso in Francia dei migranti comprese quelle «speciali» previste per i cittadini algerini, come chiedevano i deputati dei Républicains. Questi ultimi ritengono che gli accordi del 1968 tra Parigi e Algeri rappresentino «in pratica», una specie di «diritto automatico all’immigrazione».gli accordi di evianPer capire meglio bisogna fare un salto nel tempo fino alla firma degli accordi di Evian del 1962, che hanno posto la parola fine sulla guerra d’Algeria e sulla colonizzazione francese in questo Paese nordafricano. Da questi ne sono scaturiti altri come, appunto, quelli del 1968 quando Parigi aveva bisogno di manodopera e aveva accordato uno statuto speciale agli ex colonizzati. Questi accordi sono stati rivisti nel 1985, nel 1984 e nel 2001, ma solo in maniera marginale e senza mettere in discussione i «privilegi» di ingresso e circolazione riconosciuti agli algerini in Francia. Anche il progetto di nuova legge sull’immigrazione attualmente in discussione in parlamento prevede che varie misure in essa contenute, non si applichino ai titolari del passaporto di Algeri.Come detto, Macron ha sparato a zero sulla proposta dei Républicains. Secondo Bfm Tv, durante il Consiglio dei ministri di mercoledì, l’inquilino dell’Eliseo ha detto con una punta della sua celebre arroganza «non sapevo che la politica estera della Francia fosse definita in Parlamento». Come dire: sono io l’arbitro della partita. Con la scusa di una semplice «revisione», Macron e i suoi danno l’idea fare la voce grossa in tema di immigrazione quando si tratta di criticare le politiche altrui, come ad esempio quelle del governo Meloni. Quando si tratta di fare sul serio, invece, restano prudenti per timore di non riuscire a gestire le conseguenze delle loro politiche migratorie.
Il vicepresidente americano J.D. Vance durante la visita al Santo Sepolcro di Gerusalemme (Getty Images)
Roberto Cingolani, ad di Leonardo (Getty Images)
Palazzo Justus Lipsius a Bruxelles, sede del Consiglio europeo (Ansa)