2025-03-15
Macron sprona i suoi big delle armi: è l’ora di aumentare la produzione
Il presidente chiama a raccolta le aziende della difesa che però gli chiedono più garanzie sulle commesse. Mentre in Italia c’è chi, come l’ex ministro Sabino Cassese, fa il gioco dei cugini: chi ha lo scudo nucleare comandi.Il presidente francese Emmanuel Macron continua ad indossare l’elmetto. Ieri ha riunito all’Eliseo i rappresentanti dell’industria francese degli armamenti. All’iniziativa hanno partecipato gli esponenti di grandi gruppi, quali Dassault , Safran, Naval Group, Knds e Thalès, ma anche i rappresentanti delle circa 4.000 piccole-medie imprese del settore.Il leitmotiv del presidente francese è quello già espresso durante il suo discorso a reti unificate dello scorso 5 marzo: bisogna produrre più armi. In quell’occasione Macron aveva rivolto ai suoi compatrioti un vero e proprio appello: «La patria ha bisogno di voi e del vostro impegno». Il capo dello Stato francese aveva anche chiesto al governo di «muoversi per rafforzare il nostro esercito il più rapidamente possibile e accelerare la reindustrializzazione di tutte le nostre regioni». Non a caso, ieri all’Eliseo è arrivato anche il premier, Francois Bayrou.Secondo la stampa francese, i produttori di armi sono arrivati da Macron nutrendo una certa diffidenza. Questo perché, il presidente è molto bravo a parlare ma, un conto, è chiedere di aumentare la produzione di carri, razzi e caccia, un altro è la certezza di avere commesse di armi e sistemi di difesa. Gli industriali del settore hanno chiesto garanzie. Un esperto dell’industria militare, citato anonimamente da radio Rmc, ha spiegato che per aumentare la produzione «serve visibilità per poter decidere di far lavorare il personale in squadre in tre turni da otto ore, oppure costruire una nuova fabbrica». Un militare citato sempre in maniera anonima dalla stessa emittente, ha ricordato che tra le garanzie attese dall’Eliseo c’è anche la reale intenzione di reclutare più personale delle forze armate, perché «per un aereo servono due piloti e quindici persone che si occupano del suo mantenimento». Fonti dell’Eliseo riprese da Franceinfo hanno lasciato intendere che la certezza degli ordini per l’industria della difesa derivi dal fatto che il Macron esiga che «le truppe abbiano i mezzi per compiere le loro missioni».L’incontro di ieri conferma la strategia adottata da Macron nel contesto della guerra in Ucraina: quella del riarmo e la crescita della leadership di Parigi in ambito europeo. Una strategia amplificata da vari media mainstream che, come ai tempi del Covid, hanno contribuito a diffondere la narrazione ufficiale. A differenza del periodo della pandemia però, va detto che il leader francese non ha mai fatto mistero delle sue mire visto che, già tre anni fa, nel suo discorso di Villepinte, aveva spronato gli industriali francesi ad adottare «un’ economia di guerra». Poi con l’attacco all’Ucraina di Vladimir Putin, e dopo le uscite polemiche contro l’Ue del neo presidente americano Donald Trump, l’inquilino dell’Eliseo ha avuto gioco facile per ribadire i concetti a lui cari. Non bisogna dimenticare però che Macron si avvia alla fine del suo mandato e che non potrà candidarsi una terza volta alla presidenza della Repubblica. Così deve trovare un modo per non finire in un cono d’ombra della Storia. Inoltre, da quando non ha più una maggioranza parlamentare in grado di sostenerlo, è costretto a gesticolare per esistere. In questa specie di lotta per la sopravvivenza politica non è solo. Sulla sua stessa barca ci sono anche il neo premier tedesco, Friedrich Merz, e il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen che non si può dire che godano di buona salute politica. In effetti, il primo è stato costretto a modificare la costituzione tedesca con il vecchio parlamento, visto che nel nuovo non avrebbe avuto i numeri per farlo. La seconda invece, deve cercare di galleggiare al vertice di una istituzione scarsamente democratica, mentre gli europei votano sempre più a destra nei loro rispettivi Paesi e subiscono malvolentieri le politiche di Bruxelles.Ma nonostante Von der Leyen, Macron, Merz e, in una certa misura anche il premier britannico Keir Starmer, dicano di voler costituire una difesa comune europea, persino tra i sostenitori italiani di questo progetto c’è chi riconosce l’importanza degli Stati. È il caso dell’ex ministro e giudice emerito della Corte costituzionale Sabino Cassese che, in un editoriale pubblicato dal Corriere della Sera di ieri, lo ha fatto implicitamente. Secondo il giurista, l’Ue ha lanciato un piano di difesa per consentire agli Stati di riarmarsi rapidamente, concedendo loro di «ridiventare protagonisti». Cassese rileva però che l’Ue permette la distribuzione di risorse finanziarie «per fare più forti le difese nazionali» invece che «per ottenere una difesa unica». Il riarmo sarebbe economicamente interessante per chi può produrre più armi e, magari, disporre anche di una difesa atomica. In Europa, i soli Paesi dotati di armi nucleari proprie sono la Gran Bretagna e la Francia. E siccome, raramente, i governi fanno qualcosa senza chiedere niente in cambio, non sarebbe strano constatare che Londra e Parigi propongano ai partner Ue di passare ordini alle loro industrie belliche, in cambio della copertura atomica. Una copertura che evidentemente mette i Paesi beneficiari in una posizione di grande debolezza.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.