2024-12-27
Macron pensa al golpe su Parigi
Emmanuel Macron e Volodymir Zelensky (Ansa)
In caso di sfiducia a François Bayrou, il presidente potrebbe usare l’articolo della Costituzione che gli dà pieni poteri. Ma è una misura che copre l’ipotesi di grave pericolo per il Paese.Pur di rimanere all’Eliseo, Emmanuel Macron ha deciso di trasformare la Francia nella nazione più instabile d’Europa. E, a ben vedere, il compito gli è riuscito egregiamente. Nel solo 2024, infatti, l’Esagono ha consumato la bellezza di tre primi ministri: Élisabeth Borne, Gabriel Attal e Michel Barnier. Adesso tocca a François Bayrou, leader del Movimento democratico (MoDem) e alleato di ferro del presidente. Anche stavolta, però, le basi del nuovo esecutivo sembrano piuttosto fragili: non è un caso, del resto, che ci siano voluti ben dieci giorni di estenuanti trattative per formare la squadra di governo, annunciata nel tardo pomeriggio del 23 dicembre.Sebbene Bayrou abbia affermato in pompa magna di essere a capo di un «team esperto» che ha l’obiettivo di «ricostruire la fiducia con il popolo francese», un po’ tutti hanno l’impressione che il suo esecutivo potrebbe avere vita molto breve. E infatti sia Marine Le Pen che Jean-Luc Mélenchon, i leader delle due maggiori forze d’opposizione (Rn e Lfi), hanno già annunciato ai quattro venti che sono pronti ad affrontare eventuali elezioni anticipate. «Emmanuel Macron è quasi finito», ha detto di recente la Le Pen in un’intervista a Le Parisien. «Mi sto preparando per le elezioni presidenziali anticipate, a titolo precauzionale, data la fragilità di Macron e le poche leve istituzionali che gli restano», ha quindi aggiunto la leader del Rassemblement national. Stesso discorso per l’estrema sinistra di Mélenchon, il quale ha dichiarato che La France insoumise sta già raccogliendo le firme necessarie alla presentazione delle liste.Nonostante l’arrivo di Bayrou a Matignon, insomma, Macron non può dormire sonni tranquilli. E il nervosismo, in questi casi, può portare a decisioni improvvide. In Francia, infatti, stanno facendo molto discutere le dichiarazioni rilasciate alla vigilia di Natale da Bruno Millienne, il portavoce del Movimento democratico, partito del nuovo primo ministro. In un intervento su Bfm Tv, Millienne ha persino evocato la possibilità di conferire i pieni poteri al presidente della Repubblica. «Se mai ci sarà una nuova mozione di sfiducia e verrà votata dalla maggioranza dei parlamentari», ha detto, «getteremo ancora una volta il Paese nel caos. Sono i francesi a perdere, non i partiti politici». Ma che succederà, appunto, in caso di una sfiducia al governo di Bayrou? Ebbene, ha specificato Millienne, «vorrei comunque ricordare - anche se non sono sicuro che il presidente utilizzerà questo articolo - che rimane un articolo della Costituzione, che è l’articolo 16, di cui il presidente può avvalersi, in caso di grave blocco istituzionale, per governare da solo». A sentirla così, effettivamente, questa dichiarazione ha tutta l’aria di essere una richiesta di pieni poteri. L’articolo 16 della Costituzione francese, infatti, prevede «l’esercizio di poteri eccezionali» da parte dell’Eliseo quando «le istituzioni della Repubblica, l’indipendenza della nazione, l’integrità del territorio o l’esecuzione degli impegni internazionali sono minacciate in maniera grave e immediata, e il regolare funzionamento dei poteri pubblici costituzionali è interrotto». Si tratta, in sintesi, di una misura drastica a cui ricorrere solo in situazioni di estremo pericolo (come, per esempio, l’invasione di un esercito straniero). Tutte condizioni che, francamente, non sembrano riguardare la Francia di oggi. A meno che, è chiaro, Macron non abbia davvero scambiato il destino della Francia con la sua (fallimentare) carriera politica.
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