2020-09-18
Macquarie offre 2,6 miliardi a Enel. Cammino più facile per la rete unica
Il fondo australiano è interessato a rilevare il 50% di Open fiber, controllata dalla società elettrica, che potrebbe poi trovare la convergenza con Tim. Ma secondo indiscrezioni l'Ue è pronta a mettersi in mezzo.La fase due per la rete unica a banda larga sembra andare avanti senza intoppi. La questione, va detto, si muove su due fronti. Quello politico e quello più strettamente finanziario, entrambi legati a doppio nodo. In primis l'indiscrezione di Bloomberg secondo cui l'Antitrust europeo potrebbe opporsi alla creazione di un soggetto unico controllato da Tim pare non trovare riscontri ufficiali. Secondo l'agenzia di stampa americana, l'Antitrust Ue avrebbe il timore che l'unione della rete di Tim con quella di Open fiber porti alla nascita di un monopolio di certo sgradito alla concorrenza e di ostacolo all'abbassamento delle tariffe per gli utenti. I rumors sulla vicenda non hanno certo aiutato il titolo Tim, che ieri ha chiuso la seduta a Piazza Affari in calo del 2,79% a 0,3620 euro.Da Bruxelles intanto ieri è giunta una smentita. «Abbiamo visto gli articoli di stampa, la Commissione sta seguendo gli sviluppi del caso da vicino», ha indicato un portavoce comunitario secondo cui in ogni caso «l'operazione non è stata notificata e sta sempre alla società notificarla se ha una dimensione europea».Anche dal ministero dell'Economia arrivano rassicurazioni. Un portavoce di via XX Settembre ha sottolineato che il ministro Roberto Gualtieri «ha contatti regolari con Margrethe Vestager e funzionari dell'Antitrust Ue, con cui ha parlato recentemente. Non è previsto alcun veto sul piano relativo alla rete unica. C'è invece un condiviso obiettivo comune di dotare l'Italia con moderne infrastrutture digitali». Anche Francesco Starace, ad di Enel, azionista al 50% di Open fiber, ha commentato gettando acqua sul fuoco: «Che l'Unione europea abbia acceso un faro sulla rete unica italiana», ha detto, «l'ho letto questa mattina (ieri, ndr) sui giornali. Non mi sembra sia la cosa più importante in questo momento». C'è poi il lato più strettamente finanziario. Enel ha reso noto che il consiglio di amministrazione riunitosi ieri sotto la presidenza di Michele Crisostomo è stato informato della avvenuta ricezione dell'offerta vincolante inviata due giorni fa da Macquarie Infrastructure & Real assets per l'acquisto del 50% del capitale di Open fiber, ora in possesso di Enel.Tale offerta, informa una nota dell'ex monopolista dell'energia elettrica, prevede il riconoscimento di un corrispettivo di circa 2,65 miliardi di euro, al netto dell'indebitamento. «Il consiglio di amministrazione di Enel ha preso atto dell'informativa ricevuta, rimanendo in attesa di essere aggiornato circa i dettagli che dovessero emergere a valle delle necessarie attività di approfondimento con Macquarie Infrastructure & Real assets sui contenuti dell'offerta pervenuta».Ora dunque Enel si prenderà il suo tempo per valutare l'offerta. Secondo diverse indiscrezioni, si potrebbe avere una risposta nel giro di un mese. Pallottoliere alla mano, se il 50% di Open fiber vale per il fondo infrastrutturale australiano 2,65 miliardi, ciò significa che il valore complessivo della società (senza considerare l'indebitamento) è di 5,3 miliardi. C'è poi da aggiungere alla valutazione di Open fiber il valore dell'indebitamento. Sul dato nessuno ha rilasciato commenti ufficiali, anche se le stime non confermato si aggirano attorno a una cifra di 2 miliardi di euro. Se così fosse, Open fiber varrebbe intorno ai 7,3 miliardi. In tutto questo non è secondario il ruolo di Cdp. Secondo alcune indiscrezioni, Cassa depositi e prestiti potrebbe rilevare un ulteriore 5-10% di Open fiber da Enel salendo così intorno al 60-65% e lasciando Macquaire in posizione di minoranza, così come è stato fatto con Kkr in Fibercop. A quel punto, con Enel che esce dai giochi mettendosi in tasca una succosa plusvalenza (ha sborsato 7-800 milioni per il lancio di Open fiber e incassererà almeno 2,65 miliardi per il suo 50% se accetterà l'offerta), la convergenza tra Fibercop e Open fiber dovrebbe andare avanti senza intoppi. Ieri il titolo Enel ha chiuso le contrattazioni in calo del 2,57% a 7,38 euro. C'è poi da valutare la reazione delle parti politiche coinvolte. Il Movimento 5 stelle e una parte del Partito democratico non gradiscono il fatto che Tim avrà la maggioranza della rete unica per la banda larga, Dal canto loro, le autorità di regolazione, Agcom e Antitrust, dovrebbero avallare il ritorno a un monopolio verticalmente integrato. Favorevole anche il premier Giuseppe Conte: «L'Italia è 14 anni che aspettava questo progetto. Farò qualsiasi cosa affinché questo progetto sia realizzato», ha ribadito al Forum ambrosetti di Cernobbio.
Jose Mourinho (Getty Images)