2024-08-15
Il macellaio di soldati è diventato un eroe giocando con la pelle dei suoi militari
Oleksandr Syrskyi (Getty Images)
Il comandante Oleksandr Syrskyi eletto a grande stratega per aver messo in crisi Vladimir Putin. Ma il suo cinico blitz rischia di costare molto caro.Da «comandante maledetto» a «eroe prediletto» il passo è breve: basta un articolo di giornale. Ad alimentare l’infatuazione della cosiddetta stampa progressista e indipendente nei confronti del generale Oleksandr Syrskyi è la controffensiva ucraina nella provincia russa di Kursk. Due brigate di soldati, mandati alla ventura a invadere con qualche centinaio di mezzi il territorio di confine, sono riuscite a riabilitare sulle pagine della stampa di casa nostra l’immagine del nuovo numero uno dell’armata di Volodymyr Zelensky.Quando venne nominato comandante supremo al posto del popolarissimo Valerij Zaluznyj, a precederlo fu la fama di «macellaio». Nella difesa di Bakhmut, cittadina di 70.000 abitanti nella regione di Donetsk, Syrskyi non si sarebbe fatto scrupolo di mandare al massacro migliaia di suoi uomini, suonando la carica e respingendo tutte le sollecitazioni che invitavano a una ritirata.Nessuno è in grado di dire quanti militari siano morti e quanti siano stati feriti in una delle battaglie più sanguinose della guerra in Ucraina, tuttavia a oltre un anno dalla caduta in mano russa del capoluogo dell’oblast di Donetsk, si può dire che la resistenza a oltranza non aveva alcun senso, perché la perdita di Bakhmut non ha cambiato le sorti del conflitto.A differenza di ciò che veniva lasciato intendere, le truppe di Vladimir Putin, dopo aver conquistato la città, non hanno avuto la strada spianata. E quelle di Zelensky, nonostante le troppe parole spese per prefigurare una sconfitta pericolosa, alla fine non hanno perso molto terreno. In pratica, mandare al macello centinaia se non migliaia di giovani non è servito a nulla, perché le forze ucraine continuano a essere in affanno e quelle russe seguitano a non riuscire a sfondare.Tornando a Syrskyi, dopo aver costretto i suoi soldati a una difesa senza senso, si è guadagnato la fama di comandante cinico e disinteressato ai costi umani delle sue imprese. Prova ne sia che quando Zelensky lo scelse al posto di Zaluznyi (cacciato e mandato a Londra a fare l’ambasciatore perché il presidente ucraino lo considerava un potenziale concorrente alle prossime elezioni), sui giornali trapelò il malumore dei sottoposti, i quali sembravano temere più la spregiudicatezza del generale che l’aggressività del nemico. Tanta cattiva fama, però, è stata spazzata via in un baleno, per lo meno sulla stampa nazionale. Infatti, è bastato che Syrskyi desse il via alla controffensiva d’agosto, con pochi mezzi e pochissime prospettive di tenuta dei territori russi conquistati, che il comandante ha potuto godere di una rapida riabilitazione.In pochi giorni, il «macellaio» è stato trasformato in un abile stratega, capace di organizzare una mossa del cavallo nel più completo silenzio. Per lui sono stati scomodati illustri esempi di tecnica militare. Dall’invasione tedesca della Russia, che colse di sorpresa un addormentatissimo Stalin, alla manovra a tenaglia con cui Ariel Sharon aggirò le truppe egiziane nel deserto del Sinai, chiudendole in una morsa. Quella che appare comunque una missione suicida, che potrebbe costare cara ai militari entrati in territorio russo, improvvisamente si è trasformata in un’operazione geniale, condotta con maestria e pure in grado di ribaltare le sorti del conflitto, costringendo Putin, se non alla resa, quantomeno a trattare la tregua.Purtroppo, gran parte degli analisti di cose militari dubita che l’incursione possa ottenere grandi risultati. Tuttavia, almeno un effetto lo ha ottenuto. Syrskyi non è più un macellaio, ma un virtuoso condottiero che, nel silenzio assoluto, è riuscito a beffare lo zar di tutta la Russia. Sarebbe bello da credere ma, al momento, l’unica cosa che appare certa è l’estrema volubilità dei giornaloni, che scambiano i loro umori e le loro passioni per la realtà.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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