2018-12-18
Ma come si vive bene nella nuova Milano tra rapine, immigrati e aria inquinata
In testa alla graduatoria per la qualità della vita. Tutto merito dell'home banking e del bike sharing. Ma è questo che conta?Ah, come si vive bene a Milano. A parte la qualità dell'aria, gli immigrati, gli scippi, le rapine, i borseggi, gli affitti che costano un occhio della testa, la litigiosità altissima, i quartieri degradati, il traffico in tangenziale, lo spaccio a cielo aperto, Rogoredo, il Corvetto, la Stazione centrale che per attraversarla bisogna chiedere aiuto ai navy seals, i depositi di rifiuti che bruciano come nella terra dei fuochi, lo smog, i parcheggi che ogni volta sono un salasso, le 100.000 auto lasciate in seconda fila ogni giorno (dato: Corriere della Sera), le multe, la vita che costa carissima, i bambini con l'asma, l'illegalità, i senzatetto che dormono sotto i portici, i campi nomadi, i mendicanti, gli sbandati e l'allarme stupri, a parte tutto questo dicevo, è un posto meraviglioso. L'ideale per viverci.Lo ha stabilito la classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle città italiane. Il capoluogo lombardo fa un bel balzo in avanti: da settima che era l'anno scorso, zac, si ritrova in testa, per la prima volta nella sua storia. È la metropoli nella quale tutti vorrebbero vivere, sentenzia senza ombra di dubbio il quotidiano finanziario. Appena letto il quale, immagino, intere carovane di italiani saranno partite per installarsi sotto la Madonnina, magari attaccate a qualche tubo di scappamento o incastrate in un bilocale a Quarto Oggiaro. Sono sicuro che si segnaleranno presto transumanze dal Trentino, vere e proprie fughe di massa dalla Romagna, interi svuotamenti di borghi emiliani e toscani: l'intera popolazione nazionale convergerà su Lambrate e Famagosta, varcherà le frontiere di Rozzano e Cinisello Balsamo, punterà dritto sul Giambellino e Calvairate al grido di «Vogliamo anche noi vivere bene come nelle case Aler di viale Molise». Riusciranno a fermarli prima che invadano completamente la metropoli? «La nuova Milano che funziona e piace», titola a tutta pagina il Sole 24 Ore. E tanto entusiasmo si capisce leggendo i dati: il capoluogo lombardo non primeggia per affari e lavoro, come si potrebbe pensare (è solo sesta), e neppure per il turismo, nonostante l'effetto Expo (è addirittura 96esima per numero di notti di permanenza), così come latita anche dal punto di vista culturale (solo 43esima per librerie e 34esima per cinema). E allora dov'è che primeggia? Semplice: nell'home banking, nel wi fi, nei servizi digitali, nell'Icityrate che comprende bike sharing e car sharing. Questi record la fanno balzare in testa nella categoria «ambiente e servizi». In effetti, come avevamo fatto a non pensarci? A Milano l'ambiente è ottimo. Non si riesce a respirare, però l'Icityrate è meraviglioso.Immaginiamo anche le prossime visite al reparto pneumologia del Fatebenefratelli. «I suoi polmoni sono ormai andati, sembra che si sia respirato una ciminiera». «Com'è possibile, dottore? Milano è prima nella classifica dell'ambiente…». «Sì, ma c'è l'home banking». «Beh, allora posso morire tranquillo». Sempre, che naturalmente, ad accelerare il decesso non ci pensi, in modo più diretto, qualche malintenzionato. Non è improbabile, dal momento che la metropoli lombarda risulta al 91° posto nella graduatoria «giustizia e sicurezza» battuta da città che tutto il mondo considera esempi di pacifica convivenza, quali per esempio Reggio Calabria, Ragusa, Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia. Ecco: Milano è un po' più insicura di tutte loro. Però si vive meglio perché c'è il bike sharing, vuoi mettere? Ammesso, ovviamente, che qualche bici sopravviva ai ladri…Per l'amore del cielo, lo sappiamo che a Milano non c'è solo il bike sharing. C'è anche la metropolitana, per dire. E ci sono degli autobus che girano per la città senza prendere fuoco ogni tre per due, come succede altrove. E viene persino raccolta la spazzatura, anche se un conoscente ieri mi ha mandato la foto di un frigorifero abbandonato sotto casa sua, in pieno centro milanese, che se fosse stato a Roma ci avrebbero già fatto 20 speciali in tv e 12 inchieste sui giornaloni. L'impressione, in effetti, è che tutto ciò che va storto nella Capitale venga come lievemente amplificato tutto, così come viene lievemente amplificato tutto ciò che va bene sotto la Madonnina. Al punto da far passare la metropoli lombarda, ricca come tutte le metropoli di problemi e di contraddizioni, come una sala da tè. Anche senza tè.Ecco: vorremmo essere chiari anche con gli amici di Santarcangelo di Romagna e di Pieve di Cadore che stanno pensando di trasferirsi in riva ai Navigli per avere un po' di serenità e di aria pulita, non è così. C'è Giuseppe Sala, è evidente. C'è il modello dell'accoglienza. L'anti Salvini. Il post Expo. L'attesa delle Olimpiadi. Il volto che funziona del Pd. La ridotta di San Babila dei democratici. C'è tutto quello che vogliamo e che sappiamo: ma Milano non è quel rendering luccicante che sfavillava ieri sulla prima pagina del Sole 24 Ore. Se volete verificarlo provate ad andare dalle parti di viale Monza di sera. O provate a portare un bambino a spasso sui bastioni nell'orario del traffico. O provate ad affittare un alloggio potendo contare solo su una pensione minima o uno stipendio da insegnante. Nel qual caso vi accorgereste che l'home banking è fantastico, sia chiaro. Ma non sempre funziona quando si è in fila alla Caritas per una minestra calda…
Giancarlo Tancredi (Ansa)
Ecco #DimmiLaVerità del 17 settembre 2025. Il nostro Giorgio Gandola commenta le trattative nel centrodestra per la candidatura a presidente in Veneto, Campania e Puglia.
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)