2025-01-21
Il M5s vuole sfiduciare la Santanchè ma tace sull’Appendino condannata
Attacco al ministro rinviato a giudizio, silenzio sulla sconfitta in appello dell’ex sindaco.È difficile calcolare la dose di ipocrisia e doppia morale del Movimento 5 stelle e soprattutto del leader Giuseppe Conte. In queste ore l’ex presidente del Consiglio ha continuano a scagliarsi contro il ministro del Turismo Daniela Santanchè, rinviata a giudizio per falso in bilancio nella vicenda Visibilia. Conte annuncia nuove mozioni di sfiducia alla Camera e al Senato, perché in questo modo, sostiene «metteremo di nuovo il governo con le spalle al muro di fronte al Parlamento e agli italiani. Se pensano di far finta di nulla come al solito si sbagliano di grosso». Conte urla e strepita, ma ha la memoria molto corta. Come l’hanno anche i gruppi parlamentari dei pentastellati che sostengono di invitare «da ormai tre giorni Giorgia Meloni a liberare le istituzioni dall’avvilente imbarazzo che ha un nome e un cognome: Daniela Santanchè». Ieri a rinfrescare la memoria ai grillini è stata la Corte d’assise d’appello di Torino che ha condannato l’ex sindaco di Torino, oggi deputato 5 stelle, a 1 anno, 5 mesi e 23 giorni di reclusione in appello bis per i fatti avvenuti a piazza San Carlo nel 2017, quando si creò il caos tra gli spettatori che su un maxischermo stavano guardando la finale di Champions league tra Juventus e Real Madrid. Ebbene, per capire la doppia morale di Conte e dei grillini, come il garantismo a targhe alterne di cui spesso si contraddistinguono, basta ricordare la vicenda di Chiara Appendino. La parlamentare piemontese, infatti, negli anni da primo cittadino del capoluogo fu raggiunta addirittura da due avvisi di garanzia e fu rinviata a giudizio per ben due volte, sia sulla vicenda di piazza San Carlo sia nel caso Ream, una partecipata della Fondazione Crt. Non solo fu indagata e poi rinviata a giudizio, ma poi fu condannata in entrambi i casi (su Ream in primo grado per poi venire assolta nel 2023). Ebbene negli anni scorsi i grillini sono riusciti a evitare con sotterfugi e dribbling di ogni tipo di chiedere le dimissioni del sindaco Appendino, che infatti ha chiuso il suo mandato alla scadenza naturale. Hanno cambiato diverse volte il codice etico, la prima volta per evitare sanzioni dopo le indagini, poi hanno dimenticato il codice etico. Ma Conte è andato anche oltre. Non solo non ha mai adottato lo stesso metodo che sta usando con il ministro Santanchè con la sua collega di partito, ma nel 2023 ha pure deciso di nominare la Appendino vicepresidente nazionale del Movimento. Quindi è stata premiata. Ora però Conte sembra aver perso la memoria di fronte al caso Santanchè, ministro rinviato a giudizio ma che non ha ancora iniziato il processo. E che, proprio come la Appendino negli anni passati, ha sempre detto di essersi sempre comportata «correttamente». Nella sentenza di patteggiamento pronunciata dal gup Anna Magelli che ha rinviato l’ex amministratrice della società Visibilia, si legge: «Già dal 2016 Visibilia editore spa avrebbe dovuto svalutare integralmente sia la voce avviamento, sia la voce imposte anticipate» perché da quel momento e fino al 2020 «la società ha conseguito utili, in assenza, peraltro, di qualsivoglia seria prospettiva di continuità aziendale, e la voce avviamento, nonostante gli specifici impairment test che hanno sempre fornito esiti non svalutativi, trattandosi di test basati su piani industriali triennali eccessivamente ottimistici». I piani industriali triennali, si legge nel dispositivo, «avevano l’effetto concreto di evitare la svalutazione dell’avviamento, in q u a n t o le previsioni reddituali non sono mai state rispettate e si erano riscontrati significativi scostamenti negativi tra i risultati previsionali e quelli consuntivi». Magelli scrive che «la valutazione unitaria del compendio probatorio consente di rilevare la commissione di plurime condotte di falso in bilancio dal 2016 al 2023 nonché la commissione di altrettanti illeciti amministrativi». Ora sarà il processo a stabilire eventuali responsabilità del ministro, proprio come avvenne sul caso della Appendino non si è mai dimessa.