2018-07-07
M5s all’assalto del Csm con Davigo. Ai leghisti basta un posto in Consulta
Nella sfida tra i big della magistratura per la vicepresidenza di Palazzo dei Marescialli pesa molto il momento di tensione dopo la sentenza della Cassazione sui 49 milioni da sequestrare alla Lega. Si vota domani e lunedì.Le polemiche tra la Lega di Matteo Salvini e la magistratura italiana vanno a ricadere sulle prossime nomine al Csm e alla Corte costituzionale. Non sono passate inosservate tra le toghe le parole del sottosegretario Jacopo Morrone («Via le correnti di sinistra»). Anzi, le frasi del leghista romagnolo, oltre a scatenare le reazioni di un'Associazione nazionale magistrati (Anm) già sul piede di guerra per gli attacchi del ministro dell'Interno alla Procura di Genova, hanno smosso anche l'attuale vicepresidente di palazzo dei Marescialli, il dem Giovanni Legnini, che ha chiesto l'intervento del ministro grillino della Giustizia, Alfonso Bonafede.La tensione è alle stelle, non solo per la sentenza di Cassazione che ha riconosciuto alla Procura genovese la facoltà di sequestrare 49 milioni di euro al Carroccio dopo le condanne dell'ex segretario Umberto Bossi e dell'ex tesoriere Francesco Belsito. La prossima settimana sarà decisiva per eleggere i nuovi membri togati e laici del Consiglio superiore della magistratura. Di più. C'è ancora un posto vacante alla Corte costituzionale, che deve essere nominato dal parlamento in seduta comune. L'incastro è esplosivo. La polemica per la vicenda del Carroccio va a ricadere sulle aspirazioni leghiste di poter occupare la vicepresidenza di palazzo dei Marescialli - la poltrona più importante, dal momento che il presidente è il capo dello Stato, Sergio Mattarella - che sarà fatta a settembre. La prossima settimana dovranno essere presentati i nomi dei membri laici: l'elezione in seduta comune del parlamento è prevista per il 19 luglio. I salviniani soffrono. Non a caso, a Montecitorio, le quote che circolano al momento sono queste. A quanto pare 3 esponenti spetteranno ai 5 stelle, 2 alla Lega, 2 al Partito democratico e 1 solo a Forza Italia. Insomma, la polemica leghisti contro toghe sembra quasi premiare il movimento di Beppe Grillo, da sempre considerato vicino a certi magistrati, tra cui Piercamillo Davigo, in corsa tra i membri togati ma non sicuro di passare. Sarà «ripescato» come laico proprio dai grillini? È questa la suggestione che circola in queste ore tra gli addetti ai lavori. Caso vuole infatti che l'ex pm di Mani pulite, in corsa domani e dopo, abbia poche possibilità di vittoria. È lui il nome più celebre tra quelli in corsa, come leader di Autonomia & indipendenza, corrente conservatrice nata nel 2015 dalla scissione da Magistratura indipendente e per la prima volta presente alle elezioni del Csm. Oltre a Davigo in corsa per la Cassazione, Autonomia & Indipendenza presenta anche Sebastiano Ardita per i requirenti, Ilaria Pepe e Giuseppe Marra per i giudicanti. Se è quasi certa la vittoria del candidato del listone di centro di Unicost (Carmelo Celentano, Luigi Spina per i pm, Michele Ciambellini, Concetta Grillo, Marco Mancinetti, Gianluigi Morlini per i giudici di merito), la sfida per la seconda poltrona in quota Cassazione appare sul filo di lana. Nonostante la forte presenza mediatica, Davigo rischia di non accedere al plenum di Palazzo dei Marescialli. A confermare questi dubbi, circolano tra gli addetti ai lavori i dati delle ultime elezioni per il rinnovo della giunta distrettuale di Roma dell'Anm, dello scorso novembre, dove la corrente di Davigo ha registrato un duro calo di consensi rispetto alle elezioni del consiglio giudiziario di un anno prima (da 113 voti a 60). Per non parlare del doppio filo tra la corrente di Davigo, che si è sempre professato lontano dalla politica, e il nuovo corso grillino al ministero della Giustizia, con diversi uomini di Autonomia & indipendenza già intorno al ministro Alfonso Bonafede così come erano stati quelli di Area intorno al ministro Andrea Orlando. Così, si fanno sempre più largo i nomi degli avversari, in particolare la candidata di Magistratura indipendente, Loredana Miccichè, forte anche degli ottimi risultati raggiunti dal proprio gruppo alle ultime elezioni per i rinnovi delle giunte distrettuali dell'Anm (come a Palermo, dove Mi ha strappato un seggio a Unicost). Sui membri laici, i nomi non sono ancora usciti. Tra i leghisti circola quello di Domenico Aiello, avvocato dell'ex governatore lombardo Roberto Maroni, ma ci sarebbe ancora un'operazione di scouting in corso. Non solo. A quanto pare Salvini e il sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti preferirebbero puntare tutto sul posto vacante alla Consulta. Qui la persona giusta c'è già. È il professore Luca Antonini, costituzionalista italiano di grande esperienza, negli ultimi tempi al fianco del governatore del Veneto, Luca Zaia, per portare avanti l'autonomia regionale. Un suo incarico alla Corte costituzionale sarebbe un passo avanti per il federalismo fiscale e regionale.
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Giorgia Meloni (Getty Images)
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