2021-03-26
L’ultima tortura: il tampone a tutti i bimbi
Per riaprire le scuole, l'ex capo del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, vuole mettere la condizione di fare ogni settimana la prova, già fastidiosa per gli adulti, ai piccoli di nidi e materne. Ventilata pure l'idea dei test salivari, imprecisi e non ancora approvati dall'Iss. Agostino Miozzo, non più tardi di dieci giorni fa, ha mollato il Comitato tecnico scientifico ponendogli sopra una bella lapide di granito. Secondo l'ex coordinatore, infatti, il Cts aveva «esaurito il suo motivo di essere». Come sappiamo, nei giorni successivi il gruppo di espertoni ha cambiato faccia, è stato ridotto e riassemblato. Miozzo, tuttavia, non è rimasto a spasso: l'hanno subito ricollocato al fianco di Patrizio Bianchi, nuovo ministro dell'Istruzione noto soprattutto per le gaffe e per le colossali assurdità che è capace di proferire (ha detto, ad esempio, che la scuola non ha mai chiuso). Al cambio di incarico, tuttavia, non pare essere seguito un cambio di abitudini. Anche sotto Draghi, il caro Miozzo ha mantenuto il vecchio vizio - comune a tanti, anzi troppi nell'era giallorossa - di spargere terrore a mezzo stampa. Ricordate? Ci avevano promesso che questo governo avrebbe aggiustato il tiro: meno chiacchiere e più azione, meno sparate sui giornali e più fatti. Tutte le testate gallonate - dopo aver celebrato per mesi i comizietti di Giuseppe Conte - hanno fatto a gara per lodare il «silenzio di Draghi». Il presidente del Consiglio, è vero, non risulta particolarmente loquace. Altri, però, continuano ad avere abitudini differenti. E, soprattutto, si divertono ancora tanto con i giochetti mediatici. Funziona più o meno così. Il politico o il tecnico di turno elabora qualche idea geniale riguardo le misure anti Covid e la spiffera ai giornali (i soliti) che la rilanciano a titoli cubitali. A che scopo? Semplice: vedere l'effetto che fa. Avveniva così anche con il duo Conte-Casalino: si annunciava un provvedimento choc e si aspettavano le reazioni della popolazione. Se la risposta era troppo negativa, si abbassavano i toni per poi dire agli italiani: «Avete visto come siamo magnanimi?». Ecco, a quanto pare qualcuno non ha perso il vizio di agire così. E qui torniamo a Miozzo. Ieri il Corriere della Sera ha illustrato l'ultima trovata dello scoppiettante tecnico: riapertura delle scuole. Fantastico, no? Beh, aspettate di sentirla tutta. «Il primo giorno tutti gli studenti, ma anche i bimbi di nidi e materne, dovranno essere sottoposti al tampone rapido. Il test sarà ripetuto ogni settimana e in caso di positività sarà effettuato un molecolare a tutta la classe. In questo modi si creerà una sorta di bolla per proteggere gli alunni, ma anche i docenti visto che non tutti saranno già stati vaccinati».Chiaro? Le vaccinazioni agli insegnanti sono iniziate a scuole chiuse, creando tra l'altro allucinanti competizioni fra i docenti e altri categorie a rischio. Ma non possiamo contare sul fatto che, dopo Pasqua, professori e maestri saranno immunizzati. Ovviamente, non possiamo fare troppo affidamento nemmeno sulla riorganizzazione del sistema dei trasporti. Del resto, che volete, è soltanto un anno che ci troviamo ad affrontare la pandemia, mica c'è stato il tempo di elaborare strategie... Dunque che rimane? La solita cosa: esercitare il controllo. Date allora il benvenuto alla strategia T&T, tamponi a tappeto. L'idea è venuta - e gliene va riconosciuto il merito - ai sindaci del Partito democratico e del centrosinistra. Se n'è fatto portavoce il gagliardo Matteo Ricci, sindaco di Pesaro in quota Pd e presidente di Ali, l'associazione delle autonomie locali. «La campagna di vaccinazione sulla scuola non è sufficiente perché i ragazzi non sono coinvolti», ha detto. «Se vogliamo uscire dall'ipocrisia e riempire di fatti concreti l'auspicio di riaprire le scuole, bisogna organizzare subito lo screening di massa tra gli studenti da aprile fino a giugno. Ottimo sarebbe farlo ogni 15 giorni ma almeno una volta al mese». Sembra quasi una punizione: vuoi andare in classe? Pigliati il tampone, e gioisci che te lo facciamo nel naso! Ora, finché parliamo di studenti delle medie e delle superiori, la trovata potrebbe persino risultare comprensibile. Resta giusto da vedere come faranno istituti con migliaia e migliaia di ragazzi a controllarli tutti ogni due settimane. Ma può darsi pure che qualche santo venga in aiuto. La premiata ditta Bianchi e Miozzo, però, ha fatto un clamoroso passo avanti: tampone non solo per i grandi, ma anche per i piccoli e piccolissimi. «Tamponi rapidi per tutti, anche al nido e alla scuola materna». All'asilo nido, per intenderci, vanno i bambini di pochi mesi. C'è qualcuno che abbia una vaga idea di che cosa significhi tamponarli tutti, uno per uno, e ripetere l'operazione magari più volte al mese? Sarebbe un delirio, senza contare che il test rapido è fastidioso per gli adulti, figuratevi per i bambini: una tortura. Certo, in queste ore c'è chi parla dei test salivari, che sarebbero certamente più facili da fare e meno invasivi per i piccoli. Ci sono soltanto un paio di minuscoli problemi: gli esami sui campioni di saliva rischiano di essere poco precisi (studi di alcuni mesi fa sostenevano che individuassero un caso di Covid su dieci) e, soprattutto, non sono ancora stati approvati dall'Istituto superiore di sanità. Ieri il sottosegretario all'Istruzione, Rossano Sasso, si è appellato all'Iss «affinché dia la validazione ai test salivari per gli studenti come avviene in Francia». Come vedete, siamo sempre nel campo delle belle speranze. Nonostante certezze non ve ne siano, i nostri fantastici esperti non si fermano: non tacciono ma spifferano. Buttano lì la storia dei tamponi ai bambini e aspettano di vedere l'effetto che fa. L'unico test che riescono a fare è questo: spaventano le famiglie, minacciano misure assurde, dolorose e inutili. Poi, fra qualche giorno, magari le ritireranno dando la colpa ai giornali. E se nel frattempo qualche mamma si fa venire l'esaurimento o si spaventa, sono tamponi suoi.