2025-01-21
L’ultima infamia di Biden ai saluti: grazia i suoi parenti e il fido Fauci
Appena prima di cedere il testimone, l’ex inquilino della Casa Bianca mette al riparo da inchieste il secondino del Covid. E, dopo il figlio Hunter, pure il fratello James (coinvolto in uno scandalo made in China) e la moglie.Nelle ultime ore in carica da presidente degli Stati Uniti, Joe Biden ha deciso di aggiungere al suo mandato un’ulteriore macchia: la grazia preventiva ad Anthony Fauci, ex capo dell’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive (Niaid) e deus ex machina della gestione pandemica negli Usa. Il provvedimento ha riguardato anche il generale Mark Milley, ex capo di Stato maggiore, e tutti i membri (tra cu anche l’ex repubblicana Liz Cheney) e lo staff della commissione della Camera che ha indagato sull’assalto a Capitol Hill (compresi gli agenti che hanno testimoniato). Come se non bastasse, pochi minuti prima del giuramento di Donald Trump, Biden ha emanato un secondo provvedimento con cui ha concesso la grazia, dopo al noto caso del figlio Hunter, anche ad altri membri della sua famiglia: un uso del potere mai conosciuto in passato, che creerà un precedente. L’ordine riguarda il fratello, Francis Biden, il fratello, James Biden (coinvolto, insieme ad Hunter nello scandalo del denaro ricevuto da un’azienda cinese controllata da Pechino) e la moglie, Sara Jones, la sorella, Valerie Biden Owens, e il marito, John T. Owens. «La mia famiglia è stata sottoposta ad attacchi e minacce incessanti, motivati esclusivamente dal desiderio di farmi del male», ha dichiarato l’ormai ex presidente. «Sfortunatamente, non ho motivo di credere che finiranno». A insospettire ulteriormente, però, è la data a partire dalla quale vengono preventivamente graziati eventuali crimini commessi: il 2014, oltre dieci anni fa (la vicenda dei soldi cinesi risale al 2017). Ora, quando Trump concederà la grazia alle persone coinvolte nell’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio, ci sarà ben poco da recriminare. La notizia riguardante Fauci non giunge inaspettata: lo scorso dicembre lo aveva preannunciato Politico e, su queste pagine, ne aveva scritto Maddalena Loy. Ieri è arrivata l’ufficialità: dopo la grazia al figlio Hunter, Biden ha deciso di proteggere anche un uomo la cui opacità nella gestione del Covid è ormai un dato acclarato. A differenza del suo secondogenito, però, su questi non grava alcun capo di imputazione: è graziato in via preventiva, impedendo qualsiasi futura indagine federale. «La nostra nazione», ha dichiarato Biden per giustificarsi, «si affida ogni giorno a pubblici ufficiali dedicati e altruisti, sono la linfa della nostra democrazia. Ma in modo allarmante, i pubblici ufficiali sono oggetto di minacce per aver svolto il proprio dovere». «In alcuni casi», continua, «sono stati minacciati di incriminazioni penali. Questi servitori pubblici hanno servito la nostra nazione con onore e distinzione e non si meritano di essere target di ingiustificate e politicamente motivate persecuzioni giudiziarie». Poi, per sgomberare il campo da qualsiasi pensiero cattivo, l’ex presidente ha sottolineato che «le misure di grazia non devono essere erroneamente intese come un riconoscimento di comportamenti sbagliati, né come un’ammissione di colpa: la nostra nazione deve a questi servitori dello Stato un debito di gratitudine per il loro impegno senza sosta per il nostro Paese».Ricapitolando: Fauci è stato graziato, ma non ha fatto nulla di male. Un po’ come Hunter, il quale, secondo la vulgata dem, sarebbe stato indagato solo per muovere attacchi contro il padre. Anche oltreoceano, dunque, la sinistra crede di detenere una certa superiorità morale, altrimenti non si spiegherebbe come Biden possa chiedere di prestar fede a una cosa simile, specialmente se poi grazia tutta la famiglia. Sulle azioni intraprese da Fauci, elevato per anni a guru mondiale della pandemia, sono ormai molte le ombre che sono emerse, ben documentate poi dall’inchiesta condotta dal Congresso Usa.Scoppiata l’emergenza Covid, Fauci viene chiamato da Trump a far parte della task force deputata a gestire la lotta al virus. I due, però, parlano lingue diverse. Mentre il tycoon promuove l’utilizzo dell’idrossiclorochina come cura per la malattia, accelerando contemporaneamente lo sviluppo di vaccini, il medico afferma pubblicamente - sulla scia di uno studio pubblicato da The Lancet - che tale farmaco «non funziona». A giugno 2020 lo studio viene ritirato, ma la strada è ormai tracciata: l’unica via sono restrizioni e vaccini. Nel gennaio 2021, quando si insedia Biden, Fauci viene nominato consigliere medico capo, carica che manterrà fino a fine 2022.Come messo nero su bianco dalla Commissione d’inchiesta del Congresso, dietro tante azioni di Fauci si è scoperto non esserci alcun fondamento scientifico. A partire dal distanziamento sociale, a supporto del quale non vi era alcuno studio quantitativo serio. Lo stesso dicasi per l’obbligo di mascherine, smontato dalla revisione sistematica condotta dalla Cochrane collaboration (un’autorevole organizzazione internazionale). L’amministrazione Biden, guidata nell’emergenza Covid da Fauci, è stata anche accusata di aver «esagerato l’efficacia dei vaccini» per introdurre i passaporti vaccinali. Ma il fatto che certifica forse più di ogni l’altro l’opacità di quest’uomo è la sua ostinazione nel cercare di inibire le indagini sulle origini del virus e screditare l’ipotesi dell’incidente di laboratorio. Pista che poi si è rivelata essere la più plausibile.
Kim Jong-un (Getty Images)
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)