2022-07-20
Arresto per i positivi senza la mascherina
Roberto Speranza allenta un po’ le quarantene ma impone l’obbligo di Ffp2 agli asintomatici, minacciando multe e galera. Proprio mentre uno studio su Nature rivela che nei dpi proliferano funghi e batteri.Toglieranno la quarantena agli asintomatici, obbligati però a indossare la Ffp2. Per i trasgressori, sarà previsto l’arresto da 3 a 18 mesi e un’ammenda da 500 a 5.000 euro. L’accelerazione, verso uno Stato di polizia, è contenuta nella circolare che il ministro della Salute, Roberto Speranza, sta mettendo a punto per rovinarci l’estate e garantire un autunno di nuove persecuzioni. Dietro l’ingannevole messaggio del taglio dell’isolamento domiciliare, per i positivi al tampone che non si ammalano, si nasconde, infatti, la medesima volontà vessatoria che imponeva i green pass e ancor prima vietava spostamenti e attività nelle aree «a colori». Speranza e i suoi dotti collaboratori hanno capito che troppi asintomatici, chiusi a casa in attesa del test negativo, non giovano all’economia ma invece di raccomandare prudenza preparano norme capestro. Sarà una volante ad accostarsi per chiedere all’automobilista, non patente e libretto, ma il certificato di positività? Saranno gli uomini dell’Arma o della Finanza a fermare i passanti durante lo struscio, per controllare che non abbiano il Covid? O al posto del lasciapassare diventerà obbligatorio una sorta di micro chip con tutti i nostri dati, dotato di lucetta segnaletica virante al rosso se positivi? «Non riesco a immaginare come le forze dell’ordine potrebbero accedere in tempo reale ai nostri dati sanitari, per sapere se siamo di recente risultati positivi al tampone», si chiede l’avvocato Alessandra Devetag. Che aggiunge: «Per comminare una sanzione come arresto e/o ammenda, occorre introdurre un reato contravvenzionale, con conseguente apertura di procedimento penale e slittamento della esecuzione pena all’esito dello stesso. Tutto questo per una Ffp2 non indossata da una persona senza sintomi?». Impegnati in questa nuova attività di controllo, i poliziotti avrebbero ancora meno tempo per occuparsi di piccoli o grandi delinquenti ma farebbero felice il ministro della Salute, convinto che le sanzioni possano limitare i contagi. La fede di Speranza nelle mascherine, chirurgiche o di più alta protezione, è incrollabile. Non legge gli studi che smontano l’efficacia, la protezione di queste pezzuole (spesso di pessima fabbricazione), quando sono indossate impropriamente. Ultima, in ordine di tempo, la ricerca appena pubblicata su Nature che ha controllato l’igiene delle mascherine anti Covid utilizzate in Giappone, scoprendo come l’uso prolungato aumenti significativamente il numero delle colonie fungine, trovate nel 79% dei campioni, e di quelle batteriche, presenti nel 99% dei dispositivi di protezione facciale. «C’erano diversi potenziali batteri patogeni nell’uomo», scrivono gli studiosi, elencando Staphylococcus aureus «la sua crescita eccessiva può causare varie malattie»; Bacillus cereus «batterio intestinale, causa intossicazione alimentare»; Staphylococcus saprophyticus «causa infezione delle vie urinarie»; Pseudomonas luteola «agente patogeno opportunistico», spesso causa di infezioni ospedaliere. Quanto ai funghi, ne sono stati identificati tredici generi. «Mentre indossiamo una maschera facciale, l’umidità sotto lo spazio della maschera diventa di circa l’80%, in cui i batteri possono sopravvivere e crescere», avvertono. Però, se non ne facciamo un uso prolungato, asciugandosi il dispositivo molti batteri muoiono, mentre le colonie di funghi tendono «ad accumularsi e ad aumentare». La conclusione dello studio è che occorre concentrarsi sui problemi di igiene legati all’utilizzo delle mascherine «per prevenire potenziali infezioni patogene». Tematiche che sfuggono all’attenzione del nostro ministro della Salute, privo di laurea in medicina ma anche non ben consigliato dai tecnici arruolati per occuparsi di pandemia e dintorni. In autunno, se asintomatici, basterà indossare la Ffp2 al chiuso come all’aperto, ma la mascherina sempre e comunque non è una soluzione. Devetag, che è il referente nazionale del dipartimento salute del Ciatdm, il Coordinamento internazionale per la tutela dei diritti dei minori, ha scritto a Speranza e a Patrizio Bianchi, collega all’Istruzione, per sapere in base a quali evidenze scientifiche il presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi), Antonello Giannelli, auspica che la mascherina vada ripristinata, e non solo a scuola. L’avvocato ricorda, inoltre, che «la più recente richiesta di documentazione a supporto dell’obbligo di mascherina, avanzata nel maggio scorso al ministero da un gruppo di cittadini», ha ottenuto come unica risposta: «Questa amministrazione, per quanto di competenza, non è in possesso della specifica documentazione richiesta». Firmato, Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione del ministero della Salute. Nel frattempo, si sono moltiplicati gli studi sulle conseguenze indesiderate dell’uso eccessivo e non corretto delle mascherine, sulla quantità di anidride carbonica inalata dagli scolari obbligati ai bavagli. Però in autunno vogliono farceli ritrovare, accompagnati da multe e soggiorno in carcere se sgarriamo. Vi immaginate quante persone asintomatiche denunceranno la loro situazione?
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