2021-04-20
L’ultima battaglia per il decreto Covid. La Lega in pressing sul coprifuoco alle 23
Mario Draghi (Antonio Masiello/Getty Images)
Il dl è atteso domani. Alle 17, vertice del Cts e incontro tra governo e Regioni. Matteo Salvini: «Riaprire subito anche i ristoranti al chiuso».Arriverà in settimana, probabilmente dopodomani, giovedì 22 aprile, il nuovo decreto legge anti Covid con le riaperture in programma da lunedì prossimo. Secondo quanto riferiscono fonti di governo alla Verità, l'unico discorso ancora aperto, per il momento, è quello che riguarda il coprifuoco. La Lega insiste per spostare il «tutti a casa» dalle 22 alle 23, così come le associazioni dei ristoratori. Il nodo verrà sciolto nelle prossime ore. Poche invece le possibilità di riaprire da subito, in zona gialla, anche i ristoranti al chiuso, come chiedono in coro sia il Carroccio sia le associazioni di categoria. «Il decreto conterrà le misure annunciate in conferenza stampa dal presidente del Consiglio, Mario Draghi», precisano le fonti. Misure che riassumiamo brevemente: si anticipa al 26 aprile la reintroduzione della zona gialla, che era stata abolita dal decreto attualmente in vigore fino al 30. Nelle Regioni che dopo il monitoraggio di venerdì prossimo rientreranno in zona gialla, verrà consentita la ristorazione all'aperto a pranzo e a cena. Ripartono anche teatri, cinema e spettacoli (sempre all'aperto) mentre al chiuso gli spettacoli saranno consentiti con stringenti limiti di capienza. Sempre dal 26 aprile, sarà possibile anche tornare a fare attività sportiva all'aperto. La road map prevede poi la riapertura dal 15 maggio delle piscine all'aperto e delle spiagge, dal primo giugno delle palestre e dei ristoranti al chiuso, dal primo luglio delle fiere. Intanto, oggi alle 17 è prevista una riunione del Comitato tecnico scientifico sulle riaperture previste a partire dal 26 aprile. Sul tavolo degli esperti, i protocolli elaborati dalle Regioni e dalle categorie in vista della ripartenza delle attività. In programma oggi alle 17 anche un nuovo incontro tra il governo e la Conferenza delle regioni, guidata dal presidente leghista del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. All'ordine del giorno la riapertura delle scuole e i problemi legati al trasporto, ma non si esclude che si possa discutere anche delle riaperture delle attività economiche: «Sono convinto», dice Fedriga a Rainews 24, «che se la situazione dovesse proseguire bene potremmo andare in tempi relativamente brevi a riaprire i bar e i ristoranti al chiuso. Penso che alcune attività piccoline si potevano già riaprire perché non hanno alcun tipo di rischio di contagio. Non è stata fatta quella scelta», aggiunge Fedriga a Telequattro, «ma in questo momento bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno, perché rispetto alle prospettive che c'erano qualche settimana fa si sta andando verso la riapertura del paese. Abbiamo proposto, e mi sembra che il governo abbia recepito, un anticipo di riaperture attraverso le attività che si possono svolgere all'aperto. Nelle prossime settimane si potrà ragionare anche sul coprifuoco. Dobbiamo fare un passo alla volta», conclude Fedriga, «i passi si sono iniziati a fare». Le associazioni dei pubblici esercizi chiedono, come è naturale, che chi ha un'attività al chiuso non sia penalizzato rispetto a chi dispone di uno spazio all'aperto, e dunque potrà riaprire a pranzo e a cena già da lunedì prossimo, purché si trovi in zona gialla. Tra le proposte, quella di permettere a chi non dispone di uno spazio aperto di sistemare i tavolini in strada, pedonalizzando alcune zone delle città. «Chiediamo il via libera all'apertura dei ristoranti, anche all'interno, per i conviventi», propone il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, della Lega, delegato dell'Anci in materia di politiche istituzionali, dopo un confronto con il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. «Penso», aggiunge Fabbri, «che alle attività si possa garantire, già da ora, la possibilità di avere tra i propri clienti, in spazi interni, chi già vive sotto lo stesso tetto». In prima linea sia nella richiesta di rivedere il coprifuoco sia sul fronte della possibilità di far lavorare anche i ristoranti al chiuso il leader della Lega, Matteo Salvini: «Sulle riaperture non ha vinto la Lega, ha vinto il buon senso. Ovviamente si dovranno usare testa, cautela e prudenza, rispettando tutte le norme di sicurezza, ma salute e lavoro devono avanzare di pari passo anche perché gli italiani hanno portato enorme pazienza e siamo arrivati al limite. Stiamo lavorando», aggiunge Salvini, «perché non possano riaprire solo le attività all'aperto e fino alle 22, ma perché cadano anche altri due tabù che ci accompagnano, ossia il coprifuoco, tutti a casa alle 22.01 e poi il fatto che chi ha la sfortuna di avere un bar o un ristorante o un negozio non attrezzato all'aperto non può riaprire». «Aspetto che la scienza dia il suo parere», argomenta Salvini a Rai Radio 1, «semplicemente noi chiediamo quel che chiedono gli imprenditori ma anche tanti medici, perché la chiusura a oltranza fa danni sanitari, psichici ma anche psichiatrici difficilmente rimediabili. Se ci sono le condizioni in tante Regioni d'Italia riaprire mi sembra doveroso. Sul coprifuoco, se perfino Speranza è arrivato alla conclusione scientifica che all'aperto si rischia meno che al chiuso, non penso che le 22, le 23 o le 24 facciano la differenza. Tutto questo però», avverte Salvini, «dipenderà dal buon senso delle persone». E i virologi che criticano le riaperture? «Il rischio zero non esiste. Dobbiamo convivere con questa bestia», riflette Salvini, «riducendo al massimo i rischi. Non possiamo stare chiusi in casa per un anno come dice Speranza in attesa che accada qualcosa».
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