2021-11-27
L’Ue chiede dei vaccini anti variante ma insiste per rifilarci quelli obsoleti
(Luka Dakskobler/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)
Panico per la mutazione africana, già approdata in Europa. Ursula Von der Leyen vuole farmaci aggiornati, Pfizer e J&J si candidano. Allora perché usare le versioni che il virus «bucherebbe» per i richiami e i bambini?Il mondo nel panico per il virus mutante. Ribattezzata Omicron dall'Oms, l'ultima variante del Sars-Cov-2 è stata isolata in Sudafrica. Ma il dato allarmante è che, come riferito dalle autorità del Botswana, dove sono stati individuati quattro casi tra altrettanti viaggiatori, gli infettati erano tutti «vaccinati con ciclo completo». Omicron è caratterizzata da numerose e significative mutazioni sulla proteina Spike, il che potrebbe renderla più contagiosa e - come pare dalle prime evidenze - capace di bucare i vaccini esistenti. Idea adombrata già dall'Ecdc: «È probabile che questa variante sia associata a una trasmissibilità molto elevata e a una significativa fuga immunitaria». L'Oms dichiara di aver messo in campo un monitoraggio. Ma aggiunge che saranno necessarie alcune settimane per comprendere l'aggressività e le caratteristiche della nuova versione del virus. In Italia, l'istituto Spallanzani ha fatto sapere di aver istituito una task force «per analizzare i dati» e «predisporre il sequenziamento dei ceppi». Una nota meno drammatica arriva da un briefing del Regno Unito: non ci sono prove che il virus africano provochi un decorso più grave rispetto alla Delta. Intanto, però, Omicron è sbarcata in Europa: un caso è stato individuato in Belgio. A essere contagiata, una donna (non vaccinata) che ha manifestato sintomi undici giorni dopo un suo lungo viaggio tra Egitto e Turchia e che non avrebbe avuto contatti con il Sudafrica o la parte meridionale del continente africano. Così, l'Europa blocca i voli, ma il mutante è già atterrato. Ecco la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: «Ho proposto agli Stati membri di attivare il freno d'emergenza per limitare la diffusione della nuova variante con la sospensione di tutti i voli dall'Africa australe fino a quando non avremo una chiara comprensione della gravità della variante». E ancora: «Chi ritorna da questa regione dovrebbe seguire strette regole di quarantena». Pure l'Italia ha bloccato l'ingresso a chiunque nelle ultime due settimane sia stato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia, Eswatini. Roberto Speranza ha lodato la numero uno della Commissione Ue: «Bene l'iniziativa della von der Leyen, non bastano risposte solo nazionali». In controtendenza, per ora, l'Oms, restia a incoraggiare restrizioni ai viaggi, visto che servirà tempo per capire la reale pericolosità della variante. Intanto, le autorità sanitarie del Botswana hanno smentito le speculazioni sulla positività all'Hiv di uno dei contagiati. Ma torniamo alla von der Leyen, che ha aggiunto questa precisazione: «I contratti dell'Unione europea con i produttori affermano che i vaccini devono essere adattati immediatamente alle nuove varianti man mano che emergono. L'Europa ha preso le precauzioni». In modo corrispondente, Pfizer e Biontech hanno garantito «di essere in grado di sviluppare e produrre un vaccino su misura contro quella variante in circa 100 giorni, previa approvazione normativa». E anche Johnson&Johnson ha annunciato test su un vaccino contro la nuova variante. Tutto ciò solleva alcuni interrogativi pesanti.Primo. Se, come si evince dalle parole del capo dell'esecutivo europeo, i vaccini che stiamo utilizzando sono obsoleti, ha senso spingere sulla campagna per la terza dose, con somministrazione di «vecchi» vaccini? Cosa dovrebbero pensare i cittadini cui si propone il «solito» booster, proprio mentre li si informa del fatto che i rimedi anti Covid andrebbero aggiornati? Secondo. Questo vuol dire che, dopo la terza, si prepara già una quarta inoculazione? Israele, in effetti, sta partendo con l'attuale versione di Pfizer; l'Ue che intenzioni ha? Proseguirà con il primo farmaco, o cambierà «cavallo»?Terzo. Ha senso vaccinare i pure i bimbi dai 5 anni in su, in presenza di incertezze e incognite così pesanti, e con un prodotto realisticamente a rischio di obsolescenza? L'uscita della presidente della Commissione avvalora l'idea che il preparato anti Covid non sia la soluzione definitiva all'epidemia. Ora, questa possibilità - lo scenario, chiamiamolo, della «senescenza» del vaccino - va esaminata assieme agli altri fattori in ballo, nell'analisi rischi-benefici. Che è già dubbia, alla luce delle insidiose reazioni avverse (le miocarditi) e dei benefici attesi dalle iniezioni (limitati, se si considera che i giovanissimi già rischiano poco e che l'immunità naturale si è dimostrata più solida e duratura). Quarto. Alla faccia delle «precauzioni» cui ha accennato von der Leyen, l'Ue e i Paesi membri hanno impegnato da inizio 2020 un budget enorme per l'acquisto di «immunizzanti» nella loro prima versione. Non sarebbe stato opportuno tenersi più flessibili in attesa di vaccini aggiornati e di nuova generazione? Quinto. Nel giro di 24 ore abbiamo assistito allo scatenarsi del terrore globale e, contestualmente, alle sgomitate di Big pharma per prenotare le future forniture. Dove sta il confine tra la realtà e il suo sfruttamento commerciale?
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».