2024-04-27
Lo spot di papà Salis alla figlia candidata: «Vive come al 41 bis»
Babbo Roberto con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, che ammettono: «Abbiamo messo in lista Ilaria per risolvere la sua situazione». Prendi i voti e scappa, letteralmente. L’operazione elettorale di Verdi e Sinistra su Ilaria Salis ha lo scopo dichiarato di «cercare di risolvere la sua situazione personale» dell’attivista, in regime di carcere preventivo in Ungheria. Parola di Nicola Fratoianni, per il quale Orbán «è stato il primo a politicizzare il caso Salis» dimostrando, a suo dire, che «ha il controllo dei giudici». E ieri è stata diffusa una nuova lettera dalla prigione dell’attivista italiana, nella quale sostiene di non volersi sottrarre al procedimento penale che la riguarda.Nella conferenza stampa indetta ieri mattina alla Camera da Fratoianni (Sinistra), Angelo Bonelli (Verdi) e Roberto Salis, padre della trentanovenne detenuta da oltre un anno in Ungheria, non si è certo girato intorno sui veri motivi della candidatura alle Europee. Pur nel solco della nobile tradizione dei radicali di Marco Pannella, garantisti sempre e comunque, il giochino della candidatura della Salis finisce in qualche modo per inserirsi nella complessa strategia mediatica e difensiva per riportarla a casa. Insomma, interesse generale piegato a interessi personali. Una strategia che il governo e il centrodestra ritengono perdente, perché proprio la politicizzazione della vicenda rischierebbe di compromettere la situazione con il governo di Budapest, già nel mirino di Bruxelles per le asserite violazioni dello stato di diritto.Fratoianni ha spiegato candidamente che la candidatura dell’insegnante serve «a cercare di risolvere la sua situazione personale», con un’operazione che in qualche modo sembrerebbe il replay di quando Silvio Berlusconi era accusato dalla sinistra di candidare i fedelissimi indagati. Di principio non sarebbe una bella cosa, ma per la Salis, accusata di violenze durante scontri di piazza a Budapest con militanti di estrema destra, evidentemente si può fare. Poi, certo, Fratoianni e Bonelli hanno anche aggiunto altre motivazioni, provando a volare più alto. L’erede di Nichi Vendola ha sostenuto che con questo gesto provocatorio «si vuole contribuire a disegnare un’Europa in cui i diritti fondamentali non possono essere cancellati». Bonelli ha aggiunto che «questa battaglia è per lo Stato di diritto e contro la barbarie che in Ungheria vede una sistematica violazione dei diritti umani». Non solo, ma per il verde romano «la politicizzazione non è responsabilità di Roberto Salis (padre di Ilaria, ndr), ma del governo ungherese e di Orbán in primis che ha trasformato Ilaria in una preda politica».Ovviamente coinvolto in prima persona anche Salis padre, che non ha fatto mistero, nei giorni scorsi, di come avrebbe preferito che a salvare la figliola dalle severe carceri ungheresi fosse il Pd. In ogni caso, ieri si è presentato al fianco di Fratoianni e Bonelli per raccontare una volta di più come viene trattata la figlia: «Viene sottoposta a una detenzione carceraria, per capi di imputazione obiettivamente ridicoli, peggiore del 41bis in Italia. Sta 23 ore in cella e un’ora d’aria. Se deve andare a fare la spesa allo spaccio non ha l’ora d’aria. Se qualcuno la va a visitare, perde l’ora d’aria». Insomma, per Roberto Salis l’Ungheria starebbe sottoponendo sua figlia «a un’autentica tortura da 14 mesi».La conferenza stampa romana è stata anche l’occasione per diffondere una breve lettera dell’illustre detenuta, che per prima cosa ringrazia del clamore suscitato dal suo caso, dopo mesi di silenzio. «Ringrazio con tutto il cuore le persone che in Italia mi hanno supportato in questi mesi. Sono immensamente grata per tutto quello che si sta facendo per me e soprattutto sono fiera del fatto che un paese come l’Italia si sia mobilitato per ciò che mi sta accadendo», scrive la Salis. Che poi prova a parare il colpo delle accuse di usare la candidatura per sfuggire alle sue (eventuali) responsabilità penali. «Non è mia intenzione sottrarmi al procedimento in cui sono imputata», assicura la maestra brianzola, «ma voglio difendermi nel processo, nel rispetto dei diritti fondamentali, nei principi di proporzionalità e della presunzione di innocenza. So di non essere un caso unico né eccezionale. Ho avuto la fortuna di non essere dimenticata, ma situazioni di ingiustizia simili sono all’ordine del giorno in diversi Paesi d’Europa». Il suo obiettivo sarebbe quello di attirare l’attenzione su altri casi come il suo e di «trasformare questa mia sfortunata vicenda in qualcosa di costruttivo per la tutela dei diritti fondamentali». Sono tutte parole nobili e generose, ma non bastano a cancellare il fatto più chiaro e immediato: con l’elezione al Parlamento europeo si conquista l’immunità parlamentare e si esce immediatamente dal carcere. Ed è questo quello che serve oggi a Ilaria Salis.Se per Bonelli «a politicizzare questa dolorosa vicenda è solo l’Ungheria», va detto che ci si mette anche l’Unione europea, che sullo stato di diritto ha praticamente dichiarato guerra a Budapest. Due giorni fa, il Parlamento europeo ha adottato a larga maggioranza una risoluzione i cui si esprime «sgomento per la violazione persistente, sistematica e deliberata della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali in Ungheria, di cui il governo ungherese è responsabile». Nelle scorse settimane, la Commissione ha però sbloccato 10 miliardi di fondi Ue all’Ungheria, motivando la decisione anche con miglioramenti nell’indipendenza della magistratura. Contro questa mossa, il Parlamento ha deciso di ricorrere alla Corte di Giustizia europea. Salis è oggettivamente in mezzo a una partita più grossa.
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