2023-06-11
L’Onu: 700.000 senz’acqua potabile. Droni su Odessa, Kiev contrattacca
Altri 8.000 sfollati dopo la distruzione della diga a Kherson. Il pericolo ora sono le bombe galleggianti. Pioggia di razzi russi: l’Ucraina reagisce, ma non sfonda. Il Canada promette altri 500 milioni di aiuti.La crisi umanitaria in Ucraina peggiora drasticamente dopo la rottura della diga. L’allarme arriva dalle Nazioni Unite. «Settecentomila persone hanno bisogno di acqua potabile. L’inondazione dei terreni agricoli in uno dei più importanti granai del mondo causerà la riduzione delle esportazioni di cereali, l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari a livello globale e la riduzione della disponibilità di cibo per milioni di persone più bisognose. Finora le Nazioni Unite insieme alle ong ucraine hanno raggiunto 30.000 persone nelle aree allagate sotto il controllo ucraino», ha commentato il capo degli Affari Umanitari dell’Onu, Martin Griffiths che ha poi aggiunto di aver incontrato l’ambasciatore russo per ottenere l’accesso alle aree controllate da Mosca al fine di aiutare le persone colpite dalle inondazioni. Il governatore filorusso di Kherson intanto ha fatto evacuare 6.000 persone tra cui 235 bambini e 81 persone con mobilità ridotta. Sulla sponda controllata da Kiev invece, le autorità ucraine hanno fatto evacuare 2620 persone tra cui 160 bambini. 4 morti e 27 dispersi il bilancio provvisorio. Nella regione di Mykolaiv, dove sono state evacuate 936 persone, tra cui 167 bambini, risultano allagate 31 tra città e villaggi. Nella regione di Dnipropetrovsk più di 89.000 famiglie in 26 città e villaggi sono senza acqua potabile.Dopo le immagini satellitari, adesso ad impressionare è il video pubblicato dal Servizio statale delle guardie di frontiera che mostrano il mare di Odessa trasformarsi in una discarica e in un cimitero di animali. «Mobili, elettrodomestici, automobili galleggiano nel mare. Sta iniziando una pestilenza di pesci», affermano le guardie di frontiera, invitando la gente a fare attenzione perché tra i rifiuti ci sono molti esplosivi.Ed è proprio negli oblast di Odessa e Mykolaiv che nella notte di venerdì si sono abbattuti droni d’attacco del tipo Shahed-136/131. A Odessa è stato colpito un condominio, sono morte tre persone e altre 26, inclusi due bambini e una donna incinta, sono rimaste ferite in seguito all’onda d’urto dell’esplosione provocata dai detriti dei droni che hanno colpito l’edificio. Altre tre persone sono rimaste ferite in seguito a un attacco missilistico russo lanciato sulla costa del Mar Nero sempre nella regione di Odessa. Due missili sono stati distrutti e uno ha colpito la costa. Mentre otto droni kamikaze e due missili sono stati distrutti dalla contraerea ucraina nel cielo sopra Odessa. E anche nel dramma del disastro della diga non si fermano i bombardamenti. Due uomini sono rimasti feriti da un bombardamento russo a Kherson, erano volontari che stavano aiutando le persone colpite dalle inondazioni ad evacuare la zona. Lo stesso è accaduto in un’altra zona della città. una ragazza di 16 anni e un agente di polizia sono rimasti feriti e secondo i media ucraini i colpi di cannone hanno danneggiato dei condomini provocando degli incendi. Sempre a Kherson sarebbe rimasto ferito il capo dell’amministrazione filorussa della regione Vladimir Saldo.Anche Kiev non conosce tregua: l’ennesimo allarme aereo ha suonato nella capitale e i residenti sono stati costretti ancora una volta a raggiungere i rifugi più vicini. Attaccato anche l’aeroporto di Mirgorod nella regione di Poltava nell’Ucraina centrale. Ci sono danni alle infrastrutture e alle attrezzature dell’aeroporto, ma nessuna vittima.Ma le truppe ucraine non stanno a guardare, anzi. Le forze di difesa aerea russe dislocate in Crimea hanno distrutto due missili balistici lanciati dal territorio ucraino. Soprattutto, come riferito dal rapporto del ministero della Difesa britannico, le forze di Kiev sono penetrate nella prima linea delle difese russe in alcune aree del fronte. «Nelle ultime 48 ore si sono svolte importanti operazioni ucraine in diversi settori dell’Ucraina orientale e meridionale», scrivono, «In alcune aree, le forze ucraine hanno probabilmente compiuto buoni progressi e sono penetrate nella prima linea delle difese russe. In altre, i progressi ucraini sono stati più lenti». Il rapporto evidenzia anche le difficoltà di Mosca: «La performance russa è stata contrastante: alcune unità stanno probabilmente conducendo manovre di difesa credibili, mentre altre si sono ritirate in modo disordinato, tra le crescenti segnalazioni di vittime».Quindi ormai è chiaro che una controffensiva ucraina è in corso ma cresce il dubbio che non sia il grande piano annunciato da mesi. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non conferma e non smentisce. Si è limitato a dire che sono in atto «azioni di controffensiva e di difesa» ma spiegando anche non avrebbe aggiunto dettagli. Poi ha aggiunto: «È “interessante” quello che ha detto Putin sulla nostra controffensiva. È importante che la Russia senta di non avere molto tempo». Le sue parole arrivano durante la conferenza stampa congiunta con il premier canadese Justin Trudeau che è atterrato ieri a Kiev per una visita a sorpresa organizzata con il massimo riserbo per evidenti motivi di sicurezza. Appena arrivato, Trudeau si recato davanti al monastero di San Michele, nella capitale ucraina, e si è soffermato davanti al muro della memoria che ricorda i soldati ucraini caduti in oltre un anno di guerra con la Russia. Trudeau ha annunciato che il Canada parteciperà all’attività internazionale per addestrare i piloti di caccia ucraini. Inoltre, è in arrivo un nuovo pacchetto di aiuti militari dal valore di 500 milioni.Intanto il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha detto di voler organizzare un colloquio telefonico con il leader del Cremlino Vladimir Putin, ha ricordato anche di averci già parlato poco dopo l’inizio del conflitto. Putin però ha risposto gelido di non averne ancora intenzione.Nuove indiscrezioni sul tema del sabotaggio ai gasdotti Nordstream: il Wall Street Journal ha rivelato, citando dati relativi alle indagini in Germania, che la Polonia potrebbe essere stata usata come base operativa per sferrare l’attacco ai gasdotti Nord Stream lo scorso anno.
Il simulatore a telaio basculante di Amedeo Herlitzka (nel riquadro)
Gli anni Dieci del secolo XX segnarono un balzo in avanti all’alba della storia del volo. A pochi anni dal primo successo dei fratelli Wright, le macchine volanti erano diventate una sbalorditiva realtà. Erano gli anni dei circuiti aerei, dei raid, ma anche del primissimo utilizzo dell’aviazione in ambito bellico. L’Italia occupò sin da subito un posto di eccellenza nel campo, come dimostrò la guerra Italo-Turca del 1911-12 quando un pilota italiano compì il primo bombardamento aereo della storia in Libia.
Il rapido sviluppo dell’aviazione portò con sé la necessità di una crescente organizzazione, in particolare nella formazione dei piloti sul territorio italiano. Fino ai primi anni Dieci, le scuole di pilotaggio si trovavano soprattutto in Francia, patria dei principali costruttori aeronautici.
A partire dal primo decennio del nuovo secolo, l’industria dell’aviazione prese piede anche in Italia con svariate aziende che spesso costruivano su licenza estera. Torino fu il centro di riferimento anche per quanto riguardò la scuola piloti, che si formavano presso l’aeroporto di Mirafiori.
Soltanto tre anni erano passati dalla guerra Italo-Turca quando l’Italia entrò nel primo conflitto mondiale, la prima guerra tecnologica in cui l’aviazione militare ebbe un ruolo primario. La necessità di una formazione migliore per i piloti divenne pressante, anche per il dato statistico che dimostrava come la maggior parte delle perdite tra gli aviatori fossero determinate più che dal fuoco nemico da incidenti, avarie e scarsa preparazione fisica. Per ridurre i pericoli di quest’ultimo aspetto, intervenne la scienza nel ramo della fisiologia. La svolta la fornì il professore triestino Amedeo Herlitzka, docente all’Università di Torino ed allievo del grande fisiologo Angelo Mosso.
Sua fu l’idea di sviluppare un’apparecchiatura che potesse preparare fisicamente i piloti a terra, simulando le condizioni estreme del volo. Nel 1917 il governo lo incarica di fondare il Centro Psicofisiologico per la selezione attitudinale dei piloti con sede nella città sabauda. Qui nascerà il primo simulatore di volo della storia, successivamente sviluppato in una versione più avanzata. Oltre al simulatore, il fisiologo triestino ideò la campana pneumatica, un apparecchio dotato di una pompa a depressione in grado di riprodurre le condizioni atmosferiche di un volo fino a 6.000 metri di quota.
Per quanto riguardava le capacità di reazione e orientamento del pilota in condizioni estreme, Herlitzka realizzò il simulatore Blériot (dal nome della marca di apparecchi costruita a Torino su licenza francese). L’apparecchio riproduceva la carlinga del monoplano Blériot XI, dove il candidato seduto ai comandi veniva stimolato soprattutto nel centro dell’equilibrio localizzato nell’orecchio interno. Per simulare le condizioni di volo a visibilità zero l’aspirante pilota veniva bendato e sottoposto a beccheggi e imbardate come nel volo reale. All’apparecchio poteva essere applicato un pannello luminoso dove un operatore accendeva lampadine che il candidato doveva indicare nel minor tempo possibile. Il secondo simulatore, detto a telaio basculante, era ancora più realistico in quanto poteva simulare movimenti di rotazione, i più difficili da controllare, ruotando attorno al proprio asse grazie ad uno speciale binario. In seguito alla stimolazione, il pilota doveva colpire un bersaglio puntando una matita su un foglio sottostante, prova che accertava la capacità di resistenza e controllo del futuro aviatore.
I simulatori di Amedeo Herlitzka sono oggi conservati presso il Museo delle Forze Armate 1914-45 di Montecchio Maggiore (Vicenza).
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