2024-12-13
Londra ferma i baby trans. L’Italia dorme
Il ministro della Salute laburista Wes Streeting conferma il bando voluto dai conservatori sui bloccanti della pubertà: «Rischiosi, ne è stato fatto un uso scandaloso». Da noi, invece, sui centri per la disforia, da Cagliari al Careggi, tutto tace. E il tavolo al dicastero prende tempo.I farmaci bloccanti della pubertà sono un «rischio per la sicurezza inaccettabile» e il modo in cui sono stati utilizzati finora è «scandaloso». Lo ha detto lunedì Wes Streeting, segretario alla Salute del governo laburista britannico, annunciando la messa al bando permanente di questi trattamenti. È una scelta importante, rivoluzionaria e coraggiosa soprattutto se si considera che a compierla è un governo di sinistra. Sotto questo aspetto, i laburisti si sono allineati ai conservatori che li avevano preceduti: nel marzo scorso il governo destrorso allora in carica decise di sospendere temporaneamente la somministrazione dei bloccanti. La scelta - successivamente confermata dai laburisti - era stata presa dopo la pubblicazione del cosiddetto rapporto Cass, una analisi indipendente e molto approfondita realizzata dalla dottoressa Hilary Cass, la più autorevole pediatra inglese. Costei ha esaminato le procedure per il cambiamento di sesso dei minori e le cliniche in cui veniva effettuato e ha dimostrato che tutto veniva svolto troppo velocemente e sotto una soffocante cappa ideologica, così che la salute dei minori ne risultava compromessa.«È uno scandalo che i medicinali siano stati somministrati a bambini vulnerabili senza la prova che fossero sicuri o efficaci», ha detto lunedì Wes Streeting. Il segretario alla Salute ha reso noto che il Regno Unito continuerà a studiare i bloccanti della pubertà e i loro effetti, portando avanti la sperimentazione clinica pianificata dal Nhs (il servizio sanitario nazionale). Il divieto di utilizzo dei farmaci sarà riesaminato nel 2027, ha affermato, alla luce di eventuali nuove prove evidenze. Ai minorenni che assumevano i bloccanti prima dell’introduzione del divieto sarà comunque permesso di continuare a usarli.Queste prese di posizione del governo sono piaciute molto agli attivisti che da tempo si battono contro le derive dell’ideologia trans. Helen Joyce della associazione Sex Matters ha dichiarato alla Bbc che «Wes Streeting ha mostrato integrità e coraggio nel sostituire un divieto temporaneo con un ordine a tempo indeterminato. Segna un altro passo verso la relegazione dei farmaci che bloccano la pubertà a un capitolo vergognoso della storia, in cui genitori e operatori sanitari sono stati ricattati emotivamente per far del male ai bambini in nome del “progresso”». Anche Elon Musk, con un post su X, ha celebrato la decisione dei laburisti, definendo l’uso dei bloccanti «un crimine». Ovviamente, le organizzazioni per i diritti trans sono insorte e continuano a gridare alla discriminazione. E proprio qui sta il punto: su pressione degli attivisti, le evidenze scientifiche e cliniche sono state messe in secondo piano onde favorire presunti diritti.approccio «affermativo»«Il governo inglese ha preso atto della mancanza di evidenze che dimostrassero l’innocuità dei bloccanti, individuando invece dati che se osservati longitudinalmente portano a considerare che la somministrazione in età molto precoci può dare conseguenze molto negative per la salute in età immediatamente più mature», dice Fulvia Signani, psicologa dell’Università di Ferrara e specialista di gender medicine, autrice di un volume ricchissimo e documentato sul tema (Potenziare la gender medicine, edito da Mimesis). Già, il Regno Unito ha fatto un passo avanti importante. E l’Italia? Beh, purtroppo in Italia le retromarce altrui sono ignorate. Qui domina ancora il cosiddetto «approccio affermativo», che prevede sostanzialmente di accettare senza troppe storie ciò che il minorenne esprime, anche se rischia di sbagliarsi clamorosamente. «In Italia non abbiamo a disposizione dati né di accesso né di diagnosi, ci si può rifare solo a numerose testimonianze dirette sia di medici, psicologi che di insegnanti e genitori», continua Signani. «Al momento i servizi pubblici non offrono la possibilità di una presa in carico con quell’approccio che viene definito esplorativo neutrale che è volto a favorire un’esplorazione del momento vissuto con difficoltà, prevedendo approfondimenti anche di diagnosi differenziale. Si tratta sostanzialmente di prende tempo, non configurare percorsi farmacologici, tantomeno chirurgici e attendere lo sviluppo spontaneo e di maturazione del bambino, bambina, ragazza, ragazzo». gasparri spazientitoQui da noi prendere tempo significa invece ricorrere ai bloccanti come la triptorelina, fornita dallo Stato. L’approccio affermativo è talmente dominante che si aprono addirittura ambulatori non per il trattamento della disforia o della incongruenza di genere, ma direttamente per la «affermazione di genere», come quello gestito dalla Asl di Cagliari. Nonostante i numerosi dubbi emersi negli anni, le cliniche gender continuano a operare in tranquillità. Sull’operato del Saifip di Roma si tennero audizioni in Senato prima del Covid, ma tutto si è concluso con un nulla di fatto. Qualche mese fa è stata disposta una ispezione all’ospedale Careggi di Firenze, dopo che era stata segnalata la mancanza di psicologi che seguissero i casi di disforia. È stato anche istituito un tavolo ministeriale sulla questione, ma anche qui si resta nel limbo. A chiedere lumi ha provato Maurizio Gasparri di Forza Italia, tramite interrogazioni e interventi sulla stampa. «Quando si somministrano i bloccanti della pubertà», dice Gasparri, «ci vuole uno psicoterapeuta specializzato per l’infanzia, lo stabiliscono le regole definite dal Comitato bioetico. Al Careggi pare che non si fossero attivati questi servizi di psicoterapia. Io ho appreso questa notizia dai giornali, ho presentato un’interrogazione e chiesto un’ispezione. Anzi, di interrogazioni ne ho presentate due o tre. Io mi auguro che l’ospedale di Careggi di Firenze rispetti le direttive, ma io ho un potere di fare un’interrogazione, non posso andare al Careggi a verificare. Mi auguro che l’ospedale abbia preso le misure richieste dall’autorità bioetica e sollecitate dall’ispezione. Perché la situazione non veniva gestita in modo adeguato e responsabile: il Careggi era in violazione della legge e faceva una cosa molto sbagliata, perché con il corpo e la salute di bambini piccolissimi non si scherza». Allo stato attuale, insomma, non è dato sapere se il Careggi stia rispettando le indicazioni ministeriali. Del resto non si sa nemmeno che cosa stia producendo il gruppo di lavoro governativo sulle questioni gender. diamoci una mossa«Si è costituito un tavolo del ministero della Sanità e del ministero della Famiglia», dice Gasparri. «Questo tavolo sta esaminando il tema, valutando una eventuale revisione delle regole, non so se per impedire anche in Italia l’uso dei bloccanti o per altro. Io mi rimetto al giudizio della scienza, del Comitato bioetico e degli specialisti. L’esperienza inglese ci dice che la questione va approfondita, non è detto che si debba continuare come ora. Ho chiesto ai ministeri a che punto fosse il lavoro e mi è stato risposto letteralmente che l’approfondimento su questa materia richiede dei tempi lunghi. Allora chiedo: ma quanto sono lunghi questi tempi? Questa valutazione scientifica non potrebbe durare mesi invece che anni? Non potrebbe acquisire anche i dati degli inglesi?». Certo che serve tempo per valutare e decidere, come no. Il punto è che - mentre attendiamo i risultati del confronto istituzionale - nei vari centri che si occupano di disforia si continuano a utilizzare approcci che all’estero sono giudicati problematici se non addirittura scandalosi. Allora, forse, è il caso di darsi una mossa e di mettere un freno a una ideologia che ha prodotto disastri ovunque e che ovunque stanno iniziando a respingere.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.