Il settore, dopo un 2022 difficile a causa di inflazione e aumento del costo del denaro, è tornato in attivo Etf interessanti grazie a spese di gestione contenute. L’esperto Salvatore Gaziano: «Rendimento positivo lungo tutta la curva».
Il settore, dopo un 2022 difficile a causa di inflazione e aumento del costo del denaro, è tornato in attivo Etf interessanti grazie a spese di gestione contenute. L’esperto Salvatore Gaziano: «Rendimento positivo lungo tutta la curva».Il settore obbligazionario prova a rialzare la testa nel 2023 dopo che lo scorso anno è stato uno dei mercati peggiori degli ultimi decenni. Basti pensare che durante il 2022 le perdite in conto capitale sui titoli governativi dell’Eurozona sono arrivate a superare il 12%, complice il rialzo fortissimo dei prezzi delle materie prime e dei servizi, elemento che ha costretto le Banche centrali ad aumentare i tassi d’interessi. Per intenderci, a inizio 2022 chi acquistava un Btp decennale poteva ottenere un rendimento annuo dell’1%, a fine anno di oltre il 4,4%. Meglio si sono comportate le obbligazioni a breve scadenza e, in particolare, quelle le cui cedole erano agganciate all’andamento dell’inflazione o a quello dei tassi di interesse.Anche il continuo rallentamento dell’inflazione negli Stati Uniti e - in minor parte -in Europa ha contribuito al miglioramento dell’umore. A marzo, la variazione annua dei prezzi al consumo ha raggiunto il 5%, inferiore al 5,2% previsto dal mercato e in sensibile calo rispetto al mese precedente (6%).Il mercato si aspetta, insomma, che l’inflazione continui a diminuire. Dopo aver toccato un picco del 9,1%, l’impennata dei prezzi negli Stati Uniti (il mercato finanziario più importante) è tornata intorno al 5% a fine marzo (ancora lontana dal target del 2%), in particolare grazie al calo dei prezzi dell’energia (soprattutto per il gas naturale che è tornato ai livelli precedenti alla guerra in Ucraina).Diversi investitori ritengono, inoltre, che la politica monetaria statunitense sarà meno restrittiva in futuro. Dopo nove rialzi dei tassi, il peggio sembra passato e il probabile aumento di un quarto di punto di maggio dei tassi d’interessare non sembra preoccupare più di tanto i mercati poiché gli investitori ritengono che questa sarà probabilmente l’ultima volta.Riguardo l’inflazione e i tassi d’interesse anche in Europa gli operatori sembrano credere che il processo di disinflazione sia iniziato per quanto l’inflazione «core», cioè escludendo energia, alimentari, alcolici e tabacchi, resti ancora sopra il 5%. Con queste premesse, un ricorso agli investimenti obbligazionari potrebbe essere preso in considerazione, soprattutto per gli amanti degli Etf, che possono fare affidamento su bassi costi commissionali.«Per i risparmiatori dopo aver visto rendimenti nulli o negativi il panorama attuale offre diversi punti di attrazione», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf. «Oggi l’obbligazionario offre rendimenti positivi su tutta la curva (dal 2,5% al 8% annuo in base a durata dei titoli e rischio degli emittenti) e, anche se sui comparti più brevi e sicuri, il rendimento reale è ancora negativo, questa situazione offre opportunità interessanti. La selezione di strumenti diretti (sempre più numerosi in futuro come singoli bond) o Etf specializzati su tutti i comparti e scadenze in base agli obiettivi è particolarmente ricca e interessante», conclude.
Massimo Doris (Imagoeconomica)
Secondo la sinistra, Tajani sarebbe contrario alla tassa sulle banche perché Fininvest detiene il 30% del capitale della società. Ma Doris attacca: «Le critiche? Ridicole». Intanto l’utile netto cresce dell’8% nei primi nove mesi, si va verso un 2025 da record.
Nessun cortocircuito tra Forza Italia e Banca Mediolanum a proposito della tassa sugli extraprofitti. Massimo Doris, amministratore delegato del gruppo, coglie l’occasione dei conti al 30 settembre per fare chiarezza. «Le critiche sono ridicole», dice, parlando più ai mercati che alla politica. Seguendo l’esempio del padre Ennio si tiene lontano dal teatrino romano. Spiega: «L’anno scorso abbiamo pagato circa 740 milioni di dividendi complessivi, e Fininvest ha portato a casa quasi 240 milioni. Forza Italia terrebbe in piedi la polemica solo per evitare che la famiglia Berlusconi incassi qualche milione in meno? Ho qualche dubbio».
Giovanni Pitruzzella (Ansa)
Il giudice della Consulta Giovanni Pitruzzella: «Non c’è un popolo europeo: la politica democratica resta ancorata alla dimensione nazionale. L’Unione deve prendere sul serio i problemi urgenti, anche quando urtano il pensiero dominante».
Due anni fa il professor Giovanni Pitruzzella, già presidente dell’Autorià garante della concorrenza e del mercato e membro della Corte di giustizia dell’Unione europea, è stato designato giudice della Corte costituzionale dal presidente della Repubblica. Ha accettato questo lungo colloquio con La Verità a margine di una lezione tenuta al convegno annuale dell’Associazione italiana dei costituzionalisti, dal titolo «Il problema della democrazia europea».
Ansa
Maurizio Marrone, assessore alla casa della Regione Piemonte in quota Fdi, ricorda che esiste una legge a tutela degli italiani nei bandi. Ma Avs la vuole disapplicare.
In Italia non è possibile dare più case agli italiani. Non appena qualcuno prova a farlo, subito si scatena una opposizione feroce, politici, avvocati, attivisti e media si mobilitano gridando alla discriminazione. Decisamente emblematico quello che sta avvenendo in Piemonte in queste ore. Una donna algerina sposata con un italiano si è vista negare una casa popolare perché non ha un lavoro regolare. Supportata dall’Asgi, associazione di avvocati di area sorosiana sempre in prima fila nelle battaglie pro immigrazione, la donna si è rivolta al tribunale di Torino che la ha dato ragione disapplicando la legge e ridandole la casa. Ora la palla passa alla Corte costituzionale, che dovrà decidere sulla legittimità delle norme abitative piemontesi.
Henry Winkler (Getty Images)
In onda dal 9 novembre su History Channel, la serie condotta da Henry Winkler riscopre con ironia le stranezze e gli errori del passato: giochi pericolosi, pubblicità assurde e invenzioni folli che mostrano quanto poco, in fondo, l’uomo sia cambiato.
Il tono è lontano da quello accademico che, di norma, definisce il documentario. Non perché manchi una parte di divulgazione o il tentativo di informare chi stia seduto a guardare, ma perché Una storia pericolosa (in onda dalle 21.30 di domenica 9 novembre su History Channel, ai canali 118 e 409 di Sky) riesce a trovare una sua leggerezza: un'ironia sottile, che permetta di guardare al passato senza eccessivo spirito critico, solo con lo sguardo e il disincanto di chi, oggi, abbia consapevolezze che all'epoca non potevano esistere.






