2022-09-09
Lo Speranza francese chiede scusa sul virus
In un libro, Olivier Véran ammette gli errori commessi dal governo di Parigi, soprattutto nelle prime fasi dell’emergenza. «Abbiamo fallito sulle mascherine e nell’esigere pannelli di plexiglas a separare i tavoli nei locali. Ma i Paesi che ci criticarono ci hanno poi imitato».L’ex ministro francese della Salute, Olivier Véran, ha scritto un libro sulla gestione della pandemia di Covid-19. Però, a differenza del nostro ministro, Roberto Speranza, il suo ex collega transalpino non si è autoincensato con il suo parto editoriale. Anzi, l’ex numero uno della sanità francese ha ammesso gli errori commessi dall’esecutivo di Parigi, soprattutto nelle prime fasi dell’emergenza. Il mea culpa di Véran - che oggi è portavoce del governo guidato da Elisabeth Borne - è stato anticipato ieri in un’intervista pubblicata dal quotidiano Le Parisien. L’ex omologo di Speranza ha chiesto scusa in particolare per la vicenda delle mascherine. «La verità è che, sulle maschere, ci siamo sbagliati e basta. Noi, l’Organizzazione mondiale della sanità e le autorità sanitarie internazionali. Certamente in buona fede ma ci siamo sbagliati». In Francia tutti ricordano ancora la confusione alimentata dallo stesso governo sul tema delle protezioni facciali contro il morbo cinese. Nel marzo 2020, quando il Covid stava diffondendosi anche al di là delle Alpi, l’esecutivo di allora, guidato da Édouard Philippe, aveva definito «inutile» l’uso delle mascherine in pubblico. In particolare, molti francesi ricordano ancora perfettamente il ridicolo siparietto inscenato da Sibeth Ndiaye, all’epoca portavoce del governo. All’inizio di marzo 2020, ai microfoni della radio France Inter, la politica aveva trattato da imbecilli i francesi affermando che l’uso della mascherina necessitava «gesti tecnici precisi». Ma ai tempi, la paura era tanta e l’infantilizzazione della popolazione da parte dei rappresentati delle istituzioni era tollerata e, forse, faceva anche comodo a chi governava.Il problema era un altro ma - come era accaduto in Italia - in quel periodo pochi ne parlavano e tra i ranghi governativi le bocche erano sigillate. La Francia non aveva abbastanza mascherine, quelle chirurgiche e tantomeno quelle di tipo Ffp2. Tra il 2009 e il 2020, le scorte di queste protezioni facciali si erano sciolte come neve al sole, passando da due miliardi, a circa cento milioni di unità. Nel libro appena pubblicato dalla casa editrice Robert Laffont e intitolato Par-delà les vagues («Al di là delle onde»), l’ex ministro della Salute transalpino si è assunto «la responsabilità di tutte le decisioni prese, appropriate o meno» aggiungendo «voglio presentare le mie scuse per questo incredibile errore di apprezzamento». Nello stralcio suo del libro pubblicato dal settimanale L’Express, Olivier Véran ha anche ammesso che evitare questo errore «non avrebbe creato magicamente degli stock di mascherine mancanti. Ma», ha aggiunto, «commetterlo ha inficiato il capitale di fiducia così indispensabile quando si va a chiedere ai francesi sforzi che durano nel tempo». Tuttavia l’ex capo della sanità d’Oltralpe ha respinto le accuse di aver dichiarato il falso alla popolazione. «Una parte dell’opinione pubblica», ha scritto Véran, «ci ha rinfacciato di aver mentito scientemente sulle maschere. Ma non è così». Eppure, nemmeno un mese dopo l’inizio del primo lockdown francese, un volto noto della tv di Stato francese, Marina Carrère d’Encausse - medico e presentatrice di una trasmissione dedicata alla salute - aveva candidamente parlato di «menzogna» in tema di mascherine, ripresa da lei e da altri all’inizio della pandemia. Ai microfoni di radio Europe 1 aveva detto di aver «mentito per una buona causa» ovvero per evitare che il personale sanitario restasse a corto di mascherine. Tornando al libro di Véran, in un altro passaggio l’ex ministro parla delle misure «assurde» adottate durante la pandemia. «Ad esempio», ricorda l’ex capo della sanità francese, «quando abbiamo riaperto gli esterni dei ristoranti esigendo dei vasi di fiori o dei pannelli di plexiglas per separare i tavoli». Véran però non ha rinunciato a lanciare qualche frecciatina ai suoi omologhi europei, rammentando che «alcuni dei nostri vicini che avevano chiamato il nostro Paese l’Absurdistan ma poi ci hanno seguito».Tra le testimonianze scritte da Olivier Véran nel suo libro ce ne sono anche alcune che lo hanno riguardato personalmente. Ad esempio l’ex ministro della salute d’Oltralpe ha detto di essere rimasto sorpreso dalle perquisizioni subite dopo l’apertura delle indagini sulla gestione della pandemia. È normale che la giustizia lavori, ma è anche normale vivere questa invasione della mia intimità come una cosa violenta» ha scritto Véran che ha anche rivelato di «aver toccato con mano il burn-out». L’uscita del libro dell’attuale portavoce del governo francese è stata accolta con freddezza da Emmanuel Macron che, incontrando la stampa in una visita ufficiale, ha detto di non voler fare dei «commenti letterari». Per ora è impossibile dire se il libro dell’ex ministro otterrà un successo in termini di lettori. Ma, a giudicare dalle anticipazioni, è poco probabile che venga ritirato dalle vendite pochi giorni dopo l’arrivo in libreria, come accadde invece con quello autocelebrativo di Speranza.