2019-12-30
Paolo Ferrero: «Lo dico da comunista: in Italia non tornerà il regime fascista»
L'ex segretario di Rifondazione: «Da Salvini e Meloni demagogia, ma non è alle porte un altro Ventennio. Renzi è il nuovo Craxi, Conte non mi piace, il M5s ha illuso tutti».Un comunista vero? Eccolo a voi: Paolo Ferrero, già segretario di Rifondazione comunista, ministro della Solidarietà nel governo Prodi e appena riconfermato vicepresidente di Sinistra europea. Cosa aggiungere? Che è nato a Pomaretto, in val Germanasca, nel 1960, da una famiglia di religione valdese. E che è uscito da poche settimane il suo ultimo libro sull'attualità dell'autunno caldo, da un titolo eloquente: 1969: quando gli operai hanno rovesciato il mondo, edito da DeriveApprodi. Le crisi aziendali scombussolano il governo: come finirà la vicenda ex Ilva? «Temo male. Sarebbe necessario nazionalizzare l'azienda facendo una completa riconversione ambientale delle produzioni».Ci sono stati errori nella cessione ad Arcelor?«Sì, invece di riconvertire l'azienda sul piano ambientale e poi di cederla con vincoli precisi, i governi hanno dato mano libera alla Mittal. Una vergogna di cui Carlo Calenda è stato protagonista. Ma l'errore più grande è stato fatto anni addietro con la privatizzazione dell'acciaio che come settore strategico doveva rimanere pubblico. Con i margini di profitto si sarebbe potuta fare la bonifica e la riconversione ambientale dello stabilimento di Taranto difendendo l'occupazione. Solo una gestione pubblica può garantire la tutela dell'ambiente e il lavoro».Restando in Puglia, che cosa pensa del salvataggio della Banca popolare di Bari?«Innanzitutto c'è stato un deficit di vigilanza da parte della Banca d'Italia. Detto questo il settore finanziario è un settore strategico ed è necessario garantire i risparmiatori e dar vita a una banca pubblica del Sud. I soldi pubblici devono servire a nazionalizzare e non a rimettere in sesto le banche per poi regalarle ai privati».Sul tavolo c'è anche Alitalia. Si parla di 2.500 esuberi…«Lì il disastro lo fecero Silvio Berlusconi e la Lega, prima con Malpensa, obbligando Alitalia ad avere due hub, e poi rifiutando nel 2008 la soluzione di Air France pur di far fare affari agli amici degli amici… Adesso è evidente che serve un intervento diretto dello Stato per mettere un punto fermo, garantire i posti e trovare un partner evitando la svendita o peggio la chiusura della compagnia».In Francia i lavoratori bloccano il Paese per protestare contro la riforma delle pensioni. Perché in Italia non c'è un simile movimento di massa?«In Francia ci sono due cose che mancano in Italia. Innanzitutto il popolo francese ha chiaro che i nemici sono i padroni e i grandi potentati mentre in Italia la gente va dietro a Matteo Salvini che predica la guerra tra poveri e contro i migranti. In secondo luogo, in Francia il sindacato, a partire dalla comunista Cgt, fa il suo mestiere sul serio, difendendo i lavoratori anche con lotte dure. In Italia il sindacato di lotte non ne organizza da tempo… Anche da noi servono lotte come quelle francesi».Lei confermerebbe quota 100 o cambierebbe il sistema previdenziale?«Oggi non c'è quota 100 perché con meno di 62 anni non si può andare in pensione. Io cambierei il sistema fissando quota 100 indipendentemente dall'età anagrafica. Chi ha 40 anni di lavoro e 60 anni di età deve poter andare in pensione subito e lasciare il posto a un giovane».Le piacciono le sardine?«Sì, mi piacciono molto. Di fronte all'arroganza fascista di Salvini, centinaia di migliaia di persone, soprattutto giovani, scendono in piazza e dicono con chiarezza che il popolo non si riconosce nella politica di odio contro i più deboli e nella sua arroganza. Mi piacerebbe vedere accanto alle sardine un movimento sindacale che organizzasse la lotta di classe. Allora sì che Salvini si sgonfierebbe come un palloncino».Usa facilmente l'aggettivo fascista, lei vede il pericolo di ritorno del regime in Italia?«No, però vedo molta demagogia fascista, da Salvini a Giorgia Meloni, che di fronte alla sofferenza sociale incitano alla guerra tra i poveri. Questa demagogia non produrrà il fascismo ma l'aumento del disagio sociale, della sofferenza, dell'insicurezza, delle paure. I fascisti del terzo millennio sanno solo raccattare voti spaventando la gente e individuando finti capri espiatori, ma non sono in grado di costruire un regime». Parliamo del Pd. L'alleanza di governo con i 5 stelle ha senso che continui? E ha senso averla stretta?«Quando in agosto Salvini ha provocato la crisi di governo pretendendo di andare alle elezioni chiedendo pieni poteri, giustamente è stato spernacchiato: in Italia esistono delle regole e Salvini non è il padrone del Paese. Noi abbiamo proposto che il Parlamento facesse immediatamente una legge elettorale proporzionale pura e prendesse alcune misure di giustizia sociale, come una tassa sui grandi patrimoni».Quindi bisogna andare al voto?«Il popolo italiano ha diritto a scegliere i propri rappresentanti e gli italiani valgono tutti uguale: non deve poter succedere che una coalizione che è minoranza nel Paese abbia poi una maggioranza di parlamentari e possa addirittura manomettere la Costituzione. Prima di andare a votare è quindi necessario superare la legge truffa attuale e fare una legge elettorale proporzionale. Per il resto è evidente che questo governo non è assolutamente in grado di affrontare i problemi e infatti noi lavoriamo per costruire una alternativa da sinistra». Le piace Giuseppe Conte come premier?«No».Perché tanti elettori non votano più 5 stelle?«Perché li hanno delusi. La gente ha votato 5 stelle per cambiare le cose e li ha trovati al governo in campagna elettorale permanente… La gente che li ha votati chiedeva di poter lavorare, di avere stipendi decenti, di avere un welfare che funzioni, di difendere l'ambiente, non di essere in campagna elettorale tutto l'anno».Da piemontese come giudica l'operato del sindaco Chiara Appendino?«Mediocre. Questi non sono capaci a far funzionare le cose».Sempre da piemontese, non si parla più della Tav… Alla fine si farà?«Spero di no, perché è un'opera inutile e dannosa ma temo che le pressioni dei poteri forti, rappresentati da Lega e Pd, continueranno a far andare avanti i lavori e a sprecare soldi. Abbiamo bisogno di far funzionare i treni dei pendolari, non di fare una nuova linea che non serve a nulla».Tra i provvedimenti voluti dai grillini salva il reddito di cittadinanza?«Sì, è fatto male ma l'idea che chi non ha il lavoro debba poter vivere senza andare a rubare o chiedere l'elemosina non è solo giusta, è sacrosanta».Pensa che il Pd riuscirà ancora a vincere alle regionali in Emilia Romagna?«Penso di sì, ma sono proprio le politiche fatte dal centrosinistra con il centrodestra - dalla legge Fornero al pareggio di bilancio, al jobs act, alle privatizzazioni - che hanno aumentato la disperazione sociale e aperto la strada alla demagogia razzista della Lega. Per sconfiggere sul serio la Lega occorre fare politiche di giustizia sociale. Per questo in Emilia Romagna sosteniamo la lista l'Altra Emilia Romagna, alternativa alle destre e quindi al centrosinistra».E Matteo Renzi a che gioco sta giocando?«Renzi vuole fare un partito di centro che sostituisca Forza Italia e mantenga la possibilità di allearsi a destra e a sinistra. Come Bettino Craxi».C'è o no una sorta di persecuzione giudiziaria nei confronti di Renzi e Italia viva?«No. Questo è un Paese in cui i piccoli ladruncoli finiscono in galera e i grandi furfanti si lamentano di essere perseguitati».Passiamo alla Lega, qual è la sua ricetta da sinistra per arginarla?«Far capire agli italiani che i soldi ci sono e che se li sono fregati i ricchi, le banche, i padroni. Per questo è necessario fare come in Francia e prendersela con chi sta in alto, togliendo i soldi a chi ne ha troppi e non prendersela con i poveracci».Un suo cavallo di battaglia è la patrimoniale. Spieghi cosa intende…«Significa ridurre le tasse ai lavoratori che guadagnano meno di 30.000 euro lordi e fare una tassa sulle grandi ricchezze a partire da 1 milione di euro in su. Chi ha meno di 1 milione di euro non pagherebbe nulla. Chi ha 2 milioni pagherebbe l'1% su 1 milione. Questo porterebbe nelle casse dello Stato oltre 20 miliardi con cui si potrebbe far funzionare la sanità abolendo le liste d'attesa, mandare la gente in pensione a 60 anni, far lavorare i giovani superando la precarietà».La scorsa settimana lei è stato riconfermato vicepresidente della Sinistra europea. Qual è il progetto?«Costruire anche a livello europeo una sinistra che proponga una soluzione alternativa al razzismo delle destre e al liberismo di centrodestra e centrosinistra. L'Europa è un continente ricco e potente: bisogna usare la nostra ricchezza per migliorare le condizioni di vita dei popoli europei e difendere l'ambiente».Di che cosa parla il suo ultimo libro?«Parla delle lotte operaie del 1969, quando gli operai si sono ribellati e hanno cambiato la faccia all'Italia. Del 1969 non si parla mai, perché i potenti hanno paura che gli operai, i precari, gli artigiani, i commercianti, si ribellino di nuovo contro di loro e facciano come avviene oggi in Francia».
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