2020-10-29
L'Italia rischia di restare fuori dalla gestione dell'agenzia spaziale europea
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Sergio Mattarella, Paolo Nespoli e Roberto Battiston (Ansa)
Il comitato di selezione di Esa avrebbe già escluso Simonetta Di Pippo e Roberto Battiston come possibili direttori generali. Le diplomazie sono al lavoro per estendere il numero dei selezionati. L'Italia è tra i paesi che hanno investito di più nell'industria dell'aerospazio. Le liti politiche tra governo Conte, Massimo D'Alema e Romano Prodi non hanno aiutato. Tra i due litiganti l'Italia perde. Arrivano brutte notizie dal comitato di selezione dell'Esa, l'agenzia spaziale europea che dovrà scegliere entro dicembre il nuovo direttore generale. A quanto risulta alla Verità, infatti, la presidente svedese dei magnifici 5 che doveva selezionare i candidati avrebbe già escluso Simonetta Di Pippo, presentata dal governo Conte, e Roberto Battiston, ex numero uno dell'Asi e autocandidatosi alla direzione. La questione è molto seria. Perché l'Italia dopo anni poteva di nuovo aspirare al comando dell'agenzia spaziale. Anche perché risulta tra le tre nazioni che verseranno più soldi nei prossimi anni per i programmi spaziali europei. Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, lo aveva annunciato trionfante già a novembre dell'anno scorso, spiegando che i 2.3 miliardi di euro sarebbero serviti a far pesare di più le decisioni del nostro Paese. Non è andata così. Di certo non ha giovato il fatto che la scelta sia caduta sulla Di Pippo, consigliata anche da Mariangela Dejana consigliere di Fraccaro sull'aerospazio.Di Pippo, candidata vicina a Massimo D'Alema, infatti, aveva già avuto un'esperienza in Esa anni fa, nel direttorato sul volo umano, un passato che evidentemente non è stata dimenticato. Fu nominata nell'agenzia spaziale europea proprio da D'Alema dopo la nomina di Giovanni Bignami in Asi. All'epoca Di Pippo fu rimossa dal direttore generale francese dopo appena 2 anni e mezzo e mandata a Bruxelles come consigliere del direttore generale ma, di fatto, senza alcun potere. Ne sarebbe dovuta rimanere per 4. Al termine tornò in Asi occupandosi di varie cose ma senza rilevante peso politico e gestionale. Finalmente, allo scadere del direttore pro-tempore, fu mandata all'Unoosa, un ufficio dell'Onu con un bilancio di 1 milione di dollari e con pochissimi funzionari. In sostanza, davvero poco per un ruolo di prestigio come quello di un direttore generale che si ritroverà nei prossimi anni a gestire più di 20 miliardi di euro per l'industria aerospaziale dirigendo alcune migliaia di dipendenti. Anche per questo motivo, Battiston, sposato con una delle nipoti di Romano Prodi, aveva provato comunque a presentare la propria candidatura. A quanto pare il comitato selezionatore - dove l'Italia conta un solo componente l'ingegnere Silvano Casini ex ultraottantenne commissario Asi – avrebbe già trovato la terna da presentare al Council. Tra i tre ci sarebbe anche il candidato spagnolo Pedro Duque, ex astronauta e ministro della Scienza spagnolo. La vittoria della Spagna sarebbe un doppio schiaffo per l'Italia, perché gli spagnoli contribuiscono in maniera minima al programma, dopo Germania, Francia e appunto noi. Al momento l'Italia non avrebbe nemmeno un piano B in mano per cercare almeno di negoziare qualche direttorato importante nel caso la candidata ufficiale non dovesse farcela. E' tutto nella mani dei nostri diplomatici che stanno cercando di convincere il Council ad allargare almeno a 5 la lista dei candidati per la direzione generale in modo da salvare almeno la faccia per la scelta della candidata nazionale. L'uscita dell'Italia dalla cabina di regia dell'Esa sarebbe un fallimento per il governo Conte e in particolare per il sottosegretario Fraccaro. Nei prossimi giorni si aspettano poi notizie per la nomina del nuovo addetto spaziale di Washington, dopo l'addio di Roberto Vittori. Anche qui il duo Fraccaro-Dejana aveva spinto in passato per il colonnello Aniello Violetti, ma ci sono altri 9 candidati, alcuni dei quali di notevole levatura tecnico-scientifica e manageriale.
Margherita Agnelli (Ansa)
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