2020-03-22
L’Italia muore: 793 persone in un giorno
Peggior bollettino di sempre in termini di decessi, anche le infezioni crescono e toccano quota 53.578. La Lombardia resta la battaglia primaria, con incrementi in ogni provincia. Malissimo pure sul fronte denunce per chi esce senza ragione: 9.888. Le carovane dei mezzi dell'Esercito italiano con le bare non si sono arrestate neanche ieri. Il coronavirus continua a mietere vittime con numeri da record: 793 in più in 24 ore. Nella sola Lombardia sono state 546. Il totale da quando è cominciata l'emergenza lascia di stucco: 4.825 decessi. E la curva non si decide a scendere. Come quella dei contagiati, che complessivamente, comprese le vittime e i guariti, ha raggiunto quota 53.578. I positivi da Covid-19, invece, su tutto il territorio nazionale sono 42.681, con un incremento rispetto a venerdì di 4.821 (quando i tamponi positivi riscontrati erano stati 4.670). Dei 42.681 contagiati, 17.708 sono ricoverati con sintomi, 22.116 si trovano in isolamento domiciliare e 2.857 in terapia intensiva (202 in più rispetto a venerdì), ovvero circa il 6,7% dei positivi (un dato in leggera discesa rispetto agli ultimi due giorni). Cresce moderatamente anche il numero di pazienti guariti: 6.072, ossia 943 in più di venerdì. Per il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, comunque, «le misure adottate limitano al massimo gli spostamenti. Ci sono esigenze che vanno assicurate. Sono state previste limitazioni alle attività lavorative non essenziali ma ci sono una serie di filiere, alimentare, servizi pubblici essenziali e dei servizi, che devono essere garantite. Credo che si siano adottate le misure massime che si potevano adottare». Sembra di capire, quindi, che si andrà avanti così. Nonostante il numero di morti e feriti consiglierebbe altro. Oltre questa fase, secondo Borrelli, «c'è solo la chiusura totale e mi domando come potremmo sostenerci se non usciamo a fare la spesa e senza alimentari nei supermercati». E mentre nelle regioni più in affanno si cerca ancora di recuperare posti negli ospedali (ieri sono stati trasferiti dalla Lombardia altri 61 pazienti, e nelle terapie intensive italiane si è passati da 5.400 posti letto a circa 7.700), cresce il numero di medici che risponde all'appello per il fronte lombardo. Borrelli ha anche annunciato che «è stato organizzato con Alitalia il viaggio per far arrivare i 52 medici cubani da mandare in Lombardia a gestire l'ospedale da campo a Cremona». Il più grande focolaio resta quello lombardo. Il bollettino di guerra diffuso come ogni giorno dall'assessore al Welfare Giulio Gallera è spietato: crescono i decessi, 3.095 in tutta la regione, con un aumento di 546 nelle ultime 24 ore. «Il dato che ci fa più male», commenta l'assessore. È l'incremento più alto dall'inizio dell'epidemia. Il coronavirus sembra non arretrare di un passo. Anche sul versante dei contagi: i pazienti positivi ai tamponi ora sono 25.515 (3.251 in più). Gli ospedalizzati sono 8.258, (523 in più). I pazienti in terapia intensiva sono 1.093. «E gli spazi sono sempre meno», afferma Gallera. Per fortuna anche in Lombardia il numero dei pazienti guariti cresce e ha raggiunto quota 2.139. «Sono quelli guariti clinicamente e dimessi», spiega Gallera. Come Mattia, il «paziente 1» di Codogno, che sta molto meglio e stamani - o al più tardi lunedì - verrà dimesso. Circa il 20% dei malati, inoltre, è uscito dalla terapia intensiva, dove il tempo di permanenza varia tra i 15 e 20 giorni. Le province più difficili restano quelle di Bergamo e Brescia. Solo in quella orobica i contagiati hanno raggiunto le 5.869 unità, 715 più di venerdì, mentre a Brescia sono 5.028, con i 380 tamponi positivi di ieri. Cremona è l'altra provincia più colpita: con i 341 di ieri ha raggiunto i 2.733 contagiati. Nel Lodigiano sono 1.693 i pazienti Covid-19. Il risultato dei tamponi di ieri segna una crescita di 96 unità, segno che la chiusura totale, attuata nella zona rossa del basso Lodigiano, è quella che porta maggiori risultati. In crescita i numeri anche nella provincia di Monza Brianza: 268 contagi in più in 24 ore. «I dati sono tutti in salita», conferma Gallera, «ma devono portarci a una più forte determinazione». Sono in salita anche i numeri liguri: ieri si sono aggiunti ai 1.273 contagiati altri 181 nuovi pazienti. E in sole 24 ore si sono registrati 33 decessi (in totale le vittime liguri sono 152). Anche in Veneto il dato dei contagi è in crescita: ieri è salito a 4.617 positivi, 380 in più in 24 ore. I morti di giornata sono sei e portano a 146 il numero complessivo di chi non ce l'ha fatta. A Vo' Euganeo, il paese del primo focolaio, anche ieri il dato è stato rincuorante: nessun nuovo caso di contagio. Il governatore Luca Zaia, però, continua ad applicare misure sempre più stringenti: oggi rimarranno aperte solo farmacie, parafarmacie ed edicole. Chiusi, invece, tutti i market e gli alimentari. «È un sacrificio che i veneti stanno facendo per il bene di tutti», ha detto Zaia, «e spero che il governo si decida a venire in questa direzione». D'altra parte in tutta Italia sono ancora troppi gli scavezzacollo che continuano a non rispettare le regole per arginare la diffusione del Covid-19. Ieri sono scattate altre 9.888 denunce, un record dall'avvio dei controlli. Ora in totale sono 70.973 le persone denunciate per mancato rispetto degli ordini dell'autorità e 1.600 per attestazioni false. L'ennesimo primato negativo legato all'emergenza da coronavirus.
Jose Mourinho (Getty Images)