2020-11-18
«L’istruzione è per pochi fortunati. Vogliono un popolo di ignoranti»
Anna Monia Alfieri (Facebook)
La religiosa suor Anna Monia Alfieri, esperta di sistemi formativi, ha vinto l'Ambrogino d'Oro: «Bisogna aiutare gli istituti paritari».Tra i vari insigniti del premio dell'Ambrogino d'Oro 2020, oltre a Fedez e Chiara Ferragni, c'è anche suor Anna Monia Alfieri, religiosa delle Marcelline nota per essere tra le voci più accreditate sui temi dell'organizzazione dei sistemi formativi. L'assegnazione dell'onorificenza è stata l'occasione per avvicinare suor Anna e riflettere con lei sulla situazione delle scuole paritarie, comparto per dare voce al quale la religiosa è da tempo in prima linea. Congratulazioni per l'Ambrogino d'Oro. A chi lo dedica? «Ho appreso stanotte (ieri, ndr) di questo premio che mi onora e che dedico in primo luogo ai miei genitori, mio padre Luigi e mia madre Cristina, e a tutti gli studenti, certa che questo Ambrogino altro non è che un riconoscimento di queste nostre azioni a favore dell'istruzione paritaria; e questo a 20 anni dalla legge sulla parità scolastica e mentre approda in Parlamento la legge di bilancio che voglio sperare tutelerà il principio di libertà educativa delle famiglie di poter scegliere liberamente rispetto all'istruzione dei loro figli».Come si fa a tutelarla, questa libertà educativa? «Nello specifico, spero si possano risolvere i problemi che colpiscono la scuola in questa fase: la mancanza di aule, di organico e la risoluzione del problema dei trasporti. Gli annunciati finanziamenti europei possono diventare la risorsa preziosa per realizzare e qualificare anche il sistema scolastico integrato, caratterizzato appunto da “autonomia, parità scolastica e libertà di scelta educativa". Aspetto imprescindibile, però, è la revisione delle linee di finanziamento del sistema scolastico italiano attraverso tre semplici mosse».Quali? «La prima riguarda i patti educativi fra le 40.000 scuole statali e le 12.000 paritarie; la seconda è inerente i costi standard di sostenibilità per allievo: con 5.500 euro, prioritariamente in favore delle famiglie svantaggiate, 8 milioni di studenti rientrano in classe; il terzo, il censimento dei docenti e delle cattedre. Auspico che queste e altre proposte avanzate in questi giorni da Usmi e Cism con altre 70 associazioni possano essere recepite».A proposito di Milano, ieri la giunta Sala ha annunciato una convenzione con le associazioni dei genitori e dei gestori delle scuole d'infanzia paritarie, con tanto di contributo di oltre 2,7 milioni di euro. Le risulta essere vero? «Sì, sono anni anni il Comune di Milano cerca con le convenzioni di ridurre la disparità a carico delle famiglie che, se scelgono l'istruzione statale, apparentemente non pagano nulla, mentre sappiamo che costano 8.500 alle tasse dei cittadini e a fronte di una scelta delle scuole paritarie le quali devono, a lato pratico, pagare due volte con le tasse e la retta».Com'è la situazione a livello nazionale delle scuole paritarie, in questa seconda ondata pandemica? «Purtroppo il sistema scolastico, da iniquo che era, è divenuto d'élite, con l'esclusione dei poveri e di 285.000 disabili e il diritto all'istruzione, che si sta trasformando in un privilegio. È questo il vero e drammatico allarme che ruba oggi il futuro delle nuove generazioni e condanna il Paese Italia ad una vita di stenti. Deve essere chiaro che, se la scuola non riparte, non è per il Covid o per mancanza di risorse finanziarie, ma per pura ideologia, nutrita di crassa ignoranza riguardo a ciò che veramente è utile all'essere umano. In Italia la didattica a distanza è stata scientemente perseguita, così come la chiusura della scuola, senza alcuna logica, senza alcuna comprensione degli effetti negativi sia di una dad “fatta bene" per un numero insignificante di scuole pubbliche, statali e paritarie, sia dell'abbandono totale degli alunni a sé stessi, in particolare nelle Regioni che si sono affrettate a chiudere totalmente, Campania e Puglia».Più esponenti delle paritarie, nei mesi scorsi, hanno lamentato una scarsa attenzione del governo a tali scuole. Ora le cose sono migliorate? «Non direi. Credo che ci sia una scarsa attenzione proprio verso le nuove generazioni alle quali stiamo rubando il futuro».