2019-08-09
L’istituto per la famiglia è sotto attacco
L'intervento del Vaticano sulla struttura intitolata a San Giovanni Paolo II punta a emarginare il suo magistero e il nucleo umano più prezioso della vita per la Chiesa.L'intervento della Santa sede sulla vita dell'Istituto San Giovanni Paolo II per la famiglia è un fatto gravissimo: George Weigel, l'indimenticabile biografo di San Giovanni Paolo II, ha definito questo avvenimento come un avvenimento di barbarie: «Sono tornati i nuovi barbari», ha detto in un recente editoriale apparso sulla stampa americana. L'intervento non ha giustificazioni se non la volontà di emarginare, di annullare in modo definitivo, la presenza, il magistero (e in particolare quello sulla vita e sulla famiglia) di San Giovanni Paolo II. La famiglia, che è il luogo più prezioso della vita della Chiesa, è finita come luogo di uno scontro epocale, di uno scontro escatologico: la famiglia, che rappresenta l'emergenza storica concreta, costruttiva, dinamica, nella vita della Chiesa e porta la Chiesa nel campo della vita sociale, economica, culturale; questa famiglia è sotto attacco, come se fosse un residuo - come si sente dire ormai con termini farneticanti - «medievale». Come se la «medievalità» fosse il massimo dell'offesa! Invece, se questo è il medioevo, se la tradizione sulla famiglia fosse quella data dal medioevo, saremmo tentati di dire: ben venga il medioevo! Attaccare la famiglia, tentare di ridurre la famiglia semplicemente a un contesto particolare, transeunte, caratterizzato da tante opzioni, da tanti condizionamenti, da tante fatiche e necessità; insomma, ridurre la famiglia a un dato sociologico significa dimenticare che nella profondità della famiglia brilla il mistero di Dio. Per esempio nell'unità della famiglia, che dà all'unità familiare la dimensione della carità, la dimensione della missione, per cui non è possibile considerare la famiglia come uno spazio privato ed egoistico, ma questa si protende verso il mondo, per comunicare al mondo la novità che le è stata donata. Essa costituisce cioè l'essenza profonda del suo essere: per questo sulla famiglia si sta giocando realmente una battaglia escatologica: chi afferma i diritti di Dio sull'uomo - e perciò la possibilità della salvezza dell'uomo in Dio - e chi afferma che l'uomo è autosufficiente, autonomo, indipendente da ogni relazione; che afferma sé stesso soltanto nell'esercizio del proprio potere. In questo confronto la Chiesa sa bene da che parte è chiamata stare, e sa bene che il suo schierarsi per la famiglia e con la famiglia costituisce un fatto altamente profetico per la vita e per la sorte dell'umanità e della società.