2021-04-19
«Aprire sana l’economia. E la salute»
Massimiliano Fedriga (Ansa)
Il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga: «Finalmente il governo ci ha ascoltato, la presenza della Lega si sente. Anche per le imprese regole certe che consentano di ripartire. Ora bisogna allentare il coprifuoco».Massimiliano Fedriga, uomo di punta della Lega e governatore del Friuli Venezia Giulia, guida da 10 giorni la Conferenza delle regioni e delle province autonome. In questa veste, ha avuto una sorta di battesimo del fuoco lo scorso weekend: giovedì ha presentato a nome dei territori le proposte di riapertura, e venerdì il governo ha in buona misura detto sì a quella impostazione. All'inizio della settimana in cui il governo scriverà il decreto-legge che darà attuazione a quelle misure, Fedriga ha accettato una conversazione a tutto campo con la Verità. Presidente Fedriga, il cammino è lungo e forse un po' troppo lento, ma siete partiti con un successo.«Effettivamente, come Regioni, avevamo predisposto le linee guida per la ripresa di molte attività. E ora, nella settimana che comincia, andremo avanti proponendo le linee guida anche per altre attività. Il nostro criterio di fondo era: far partire subito le attività all'aperto. Mi fa piacere che il governo abbia detto sì e abbia anche anticipato la partenza»L'impostazione delle Regioni è stata molto seria: magari protocolli rigidi, ma in cambio di una riapertura tendenzialmente generalizzata.«Appunto, avevamo suggerito protocolli anche forti, vagliati peraltro dai gruppi di lavoro delle strutture di prevenzione delle Regioni (quindi con una base scientifica, non politica), pur di avere una riapertura. La nostra logica è: moltissime imprese, penso quasi tutte, preferiscono attenersi a regole anche severe, pur di poter riaprire e ripartire».Che cosa invece non funziona nelle decisioni annunciate finora? «Si poteva e si potrebbe far di più anche per alcune attività non all'aperto. Mi spiego con un esempio: anche su base scientifica, dov'è il pericolo delle lezioni individuali in palestra? Facciamole ripartire: per quelle attività non sarebbe una riapertura al 100%, ma sarebbe un modo almeno per ricominciare».Diciamocelo onestamente, almeno tre difetti pesanti ci sono. Primo: il coprifuoco non ha alcuna base scientifica. Siamo alla magia, alla superstizione…«Immagino che logica del governo sia stata quella di limitare il movimento nelle ore serali, quando può esserci un po' di rilassamento nell'attenzione... Però anche secondo me la misura deve essere alleggerita molto presto».Secondo: il percorso per piscine e palestre appare davvero molto lento.«Lo dicevo. Sono attività chiuse da ottobre, e che già prima rispettavano protocolli molto rigidi. Dare speranza anche a loro sarebbe importante. Tenga sempre presente l'alternativa: lezioni a domicilio, contatti senza controllo… Meglio regolare e consentire le attività in sicurezza. Me lo faccia dire con forza: riaprire con regole certe serve non solo all'economia, ma pure alla salute».Terzo: i ristoranti senza spazi all'aperto sono ancora molto penalizzati, e di fatto chiusi.«Mi auguro che la scelta di far partire i locali all'aperto sia stata fatta allo scopo di anticipare la ripartenza. Penso e spero, anche considerando le previsioni positive che siamo in grado di fare, che si possa presto accelerare la ripartenza anche per quelli al chiuso, con gli opportuni protocolli».Ammettiamolo: la decisione (altro che scienza…) è stata tutta politica, come del resto in passato, sia pure in senso opposto. Almeno però è cambiato il tono della musica.«Diciamolo: il punto è di quale “scienza" si parla. Le opinioni e valutazioni scientifiche non sono affatto univoche: alcuni scienziati sono per le chiusure, altri pensano che riaperture ben regolate possano essere utili anche dal punto di vista della salute».Hanno giocato diversi fattori a favore della spinta pro aperture: i sondaggi sull'orientamento dell'opinione pubblica, le manifestazioni di ristoratori ed esercenti, il ruolo di alcuni media (come questo giornale), il buon lavoro dei governatori, e la spinta forte della Lega. Condivide? «Penso che l'atteggiamento dei partiti pro aperture e di alcuni media non sia stato dettato dalla volontà di lisciare il pelo a un pezzo di opinione pubblica, ma da un ragionamento di buon senso e non ideologizzato. E lo dice uno che a marzo scorso chiuse con grande anticipo, prevedendo ciò che purtroppo sarebbe arrivato. Quindi oggi riaprire - lo dico ai più timorosi - non vuol dire smentire sé stessi, ma essere consapevoli di esigenze che sono insieme sanitarie, economiche e psicologiche. Sarebbe stato un errore insistere con un atteggiamento che avrebbe spezzato il legame con i cittadini».Quanto invece al versante della prudenza, mi pare che il problema maggiore sia quello delle scuole e della relativa questione del trasporto pubblico. Con 390 milioni non si fa moltissimo…«Purtroppo non è un problema di soldi. Vede, se uno ordina un nuovo mezzo pubblico riceve la vettura tra un anno o un anno e mezzo… Quanto agli accordi con le compagnie di trasporto privato, già sono largamente in atto, ma anche lì ci sono limiti fisiologici. Tenga anche presente che i bus turistici, per evidenti ragioni, non vanno sempre bene nei centri urbani».Se ne esce solo con uno scaglionamento intelligente degli orari di ingresso a scuola, intuisco…«Noi Regioni, con l'Associazione nazionale del Comuni e l'Unione delle Province, abbiamo chiesto un incontro al governo esattamente su questo. È qui la criticità maggiore: occorre differenziare molto gli orari di entrata negli istituti».Punto su cui a suo tempo non fu facile il rapporto con il ministro Lucia Azzolina…«Eh, il ministro di allora si appellava all'autonomia scolastica, con il rischio del caos totale. Qui serve invece uno scaglionamento ben organizzato e molto diluito nelle ore del giorno».Domanda politica. Come va la scommessa della Lega nel governo? Questa è stata una settimana buona per il suo partito, però è faticoso aver a che fare con la linea Speranza…«Sono convinto che la Lega abbia fatto bene e abbia avuto grandissimo senso di responsabilità. Qual era l'alternativa? Che “pesi" ci sarebbero stati nell'esecutivo senza di noi? Certo, sarebbe stato più comodo stare all'opposizione a contestare sempre. Ma per il Paese e per la parte di società che vogliamo rappresentare, era ed è fondamentale che il primo partito stia dentro».Come vede la mozione di sfiducia di Fdi contro Speranza? Teoricamente giusta, ma non rischia per paradosso di blindarlo?«Nella mia funzione, non voglio entrare nelle dinamiche parlamentari. Osservo però che in passato iniziative di questo tipo non hanno fatto conseguire ai promotori l'obiettivo che si prefiggevano».Non sarebbe meglio lanciare la Commissione d'inchiesta su tutta la gestione della pandemia, costringendo tanti protagonisti a rispondere a qualche domanda?«Ma certo, e anche a esaminare l'attività delle Regioni, non solo quella del governo. Un chiarimento sarebbe utile. Però mi parrebbe importante farlo alla fine dell'emergenza pandemica. Se lo si facesse ora, temo che alcuni protagonisti dedicherebbero più tempo a difendere sé stessi o un certo punto di vista che non ad affrontare i problemi che tuttora abbiamo davanti».Torniamo alle Regioni. È un fatto positivo che lavoriate bene insieme, nonostante le differenze politiche, con 14 Regioni a guida di centrodestra e le altre di segno politico diverso…«Devo dire che questo accadeva anche con il mio predecessore Stefano Bonaccini. Non ho mai visto interventi dettati da interessi partitici. Magari opinioni diverse, ma senza faziosità politica».Anche l'anno scorso, a maggio 2020, il ruolo dei governatori fu decisivo, per modificare le regole assurde che qualcuno aveva ipotizzato per l'estate.«Lo ricordo benissimo. Alla fine, per fortuna, furono adottate le linee guida proposte da noi. Rammento bene la notte in cui sembrava che il vecchio premier stesse facendo saltare quelle linee guida».Che vuol dire l'ennesimo attacco giudiziario a Salvini? «Mi sembra semplicemente allucinante che un ministro dell'Interno che svolge le sue funzioni sia processato proprio per questo. Mi pare un pericolo per la democrazia. Non si possono processare né le idee né le azioni politiche di un ministro e di un governo».Possibile che non ci sia un politico di sinistra capace di dire: non sono d'accordo con il leader leghista, ma una linea politica non si può processare?«Questo mi preoccupa. Voglio dire: è legittima la posizione politica, opposta alla nostra, di chi vorrebbe accogliere tutti. Ma di qui a processare qualcuno per l'esercizio di un indirizzo politico, ce ne corre. Vedo una degenerazione che mi auguro non colpisca in futuro il centrodestra: cavalcare le inchieste che colpiscono gli avversari, o girare la testa dall'altra parte».Poi magari a sinistra piangeranno se e quando toccherà a uno di loro…«Esatto. Una volta che viene meno la separazione dei poteri prevista dalla Costituzione, tutto può succedere».