2022-05-23
Maria Rita Gismondo: «Basta con le iniezioni agli under 40»
Maria Rita Gismondo (Imagoeconomica)
La prof: «Se resta Omicron, vaccino aggiornato solo per anziani e fragili. Troppi morti tra i giovani? S’indaghi. Attonita per Mario Draghi a volto scoperto tra gli alunni imbavagliati. Le mascherine hanno rovinato la loro socialità».Ci mancava il vaiolo delle scimmie. Ci mancava un altro agente patogeno, candidato, magari non proprio ideale, ma sicuramente spendibile, per rimettere in piedi il circo pandemico che speravamo finalmente di archiviare. Per ricominciare a battere il ferro finché è ancora caldo. Così, sono ricomparse ovunque le sparate delle virostar: Matteo Bassetti prevede che i casi della malattia si moltiplicheranno; Carlo La Vecchia ha fissato una soglia di contagi oltre i quali dovremmo drizzare le antenne; Antonella Viola ne approfitta per ripescare il mantra dei vaccini: l’immunità di gregge, avverte, sta svanendo, perché le punture antivariolose, in Italia, sono state sospese nel 1981. Sembra quasi che qualcuno sogni di riportare le lancette indietro a marzo 2020... Professoressa Maria Rita Gismondo, dobbiamo preoccuparci?«Preoccuparci non serve a niente. È giusto che tecnici e istituzioni sanitarie stiano allerta, perché il virus, che di per sé non era nuovo, si sta diffondendo in maniera diversa rispetto a quello che accadeva prima». Qual è l’elemento di novità?«Dobbiamo capire il perché di questi focolai, che si sono sviluppati praticamente in contemporanea in vari Paesi. Comunque, siamo ancora nell’ordine delle poche decine di casi, per cui non c’è né un’epidemia né, tanto meno, una pandemia».La trasmissione può avvenire anche per via aerea?«Sì, come per tutti i virus del vaiolo. Ma vorrei rassicurare i lettori: non stiamo parlando del vaiolo umano. Con questo ceppo, siamo lontani dalla gravità di quella malattia. E infatti i casi individuati sono in discrete condizioni di salute».Ma per infettarci, ci basta stare per pochi secondi vicini a un portatore del virus? «No. Bisogna avere uno stretto contatto, stare a respirare vicini per un certo periodo di tempo. Il meccanismo non è certo lo stesso della variante Omicron del Covid».Non è che ci faranno rimettere la mascherina, con questa scusa?«Qualcuno ci penserà di sicuro» (risata). «Il fatto è che la pericolosità infettiva di un virus si stima in base al numero di casi. In questo momento, come accortezza, basta lavarsi le mani quando si rientra a casa, magari dopo aver preso i mezzi pubblici».Questo perché le superfici possono essere contaminate? «Se tocchiamo oggetti che sono stati a contatto con i fluidi biologici di un infetto e poi portiamo le mani al naso o alla bocca, in effetti, potremmo contagiarci». Lo Stato starebbe valutando di acquistare dei vaccini. Ricomincerà la giostra?«Guardi, la vaccinazione antivaiolo implica anche alcuni effetti collaterali che vanno valutati attentamente. In questo momento, la popolazione da circa 40 anni in su è coperta dalla vecchia vaccinazione. I più giovani non sono protetti, ma non credo che siamo in una fase tale da richiedere una nuova campagna vaccinale».Ha visto Mario Draghi alle scuole medie di Sommacampagna? Lui senza mascherina, i bambini imbavagliati…«Si rimane attoniti. Questi poveri bambini… È l’ennesimo esempio di quella che io definisco la pandemia dell’incoerenza».C’è una qualche certezza del fatto che l’obbligo di coprirsi bocca e naso tra i banchi sia associato a una minore trasmissione del Covid?«Assolutamente no. I dati scientifici che potessero suffragare questa misura sono stati chiesti al ministero della Salute. E Gianni Rezza, direttore della Prevenzione, ha dovuto ammettere che non ci sono».Tra l’altro, Draghi ha lasciato intendere che le mascherine potrebbero restare anche il prossimo anno scolastico.«Evidentemente vogliono rovinare psicologicamente i nostri ragazzi. Peraltro, se la mascherina fosse davvero necessaria, bisognerebbe tenerla ovunque. Non ha senso metterla in aula e toglierla al bar».Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, respinge quest’obiezione. Dice che nell’obbligo di mascherina a scuola «c’è un valore educativo»: «Abbiamo insegnato ai nostri ragazzi di avere attenzione e rispetto per gli altri, non si può far passare il messaggio via la mascherina come un atto di liberazione. È un atto di responsabilità, è diverso».«Non credo che per imparare il rispetto degli altri, i bambini abbiano bisogno delle mascherine. Anzi, le mascherine hanno interrotto le possibilità di socializzazione, inducendoli a vedere nel loro compagno un potenziale untore».Indipendentemente dal vaiolo delle scimmie, qualche virologo già ha anticipato che i cosiddetti dispositivi di protezione potrebbero tornare obbligatori per tutti, in autunno. Che ne pensa?«Stiamo assistendo a una gara a chi diffonde più panico. Smettiamola di cominciare a parlare di tragedie quando non ci sono ragioni fondate per farlo. Io provo a ragionare con la tipica concretezza femminile».E cosa dice?«Che stiamo vivendo un momento positivo. La pandemia ci sta facendo poco male. Nella stragrande maggioranza dei casi, il Covid dà sintomi lievi: raffreddore, mal di gola… Se poi dovesse accadere qualcosa di diverso, vorrà dire che ci adatteremo. Ma perché fasciarci la testa ora?».Fabrizio Pregliasco annuncia un’ondata da 20 milioni di casi a ottobre…«Ad ogni modo, i casi non ci interessano. A noi interessa quante persone finiscono in terapia intensiva e muoiono. Scusi, ma allora che dovremmo dire dell’helicobacter pylori? Del citomegalovirus? Dell’herpes? Ce l’abbiamo quasi tutti. Che facciamo, ci chiudiamo in casa per questo? E poi ci ammaliamo perché il sistema immunitario si debilita, come sta in effetti succedendo in questo periodo?».Continuano ad aumentare le reinfezioni, ma sono quasi tutti casi lievi. La copertura del vaccino dal contagio, insomma, è sempre più deficitaria.«Ormai, praticamente, non esiste. La copertura vera è dalla forma grave della malattia».Sì, ma a questo punto non basta l’immunità naturale? «L’immunità naturale è sufficiente e lo è anche quella che ci deriva dal vaccino, grazie alle cellule T».E allora?«La questione vera, qui, è che “rivaccinatevi” lo potremo dire solo quando arriverà un farmaco aggiornato alle varianti e che, soprattutto, duri più di tre mesi. Mica possiamo andare avanti a vaccinare le persone ogni trimestre…».Il vaccino aggiornato non rischia di arrivare a variante Omicron già superata?«Questo rischio lo avremo sempre, perché è impossibile che spunti una variante e in una settimana sia pronto un farmaco ad hoc. In ogni caso, avremo un vaccino che sarà molto più simile al ceppo di recente circolazione».Avrà senso propinarlo a tutti?«Se la patologia resterà blanda come quella che stiamo osservando ora, no. Il target saranno i fragili e gli ultraottantenni».Negli ultimi report dell’Iss, emerge un paradosso: infezioni e persino ricoveri sono più probabili tra chi ha ricevuto la terza dose, che non tra chi ne ha ricevute solo due da oltre quattro mesi. Come se lo spiega? Può essere che queste ultime siano persone che si sono infettate dopo il ciclo primario e che, ora, beneficiano dell’immunità naturale?«Può essere. L’immunità naturale è la migliore, benché si sia visto che questo virus non ne conferisce una completa. In più, chi ha contratto Omicron è schermato dal virus che sta circolando adesso, comprese le sue sottovarianti, e non solo da quello vecchio».Da maggio a novembre 2021, sono morti 480 under 40 in più del «normale». Non sappiamo se il vaccino e i suoi effetti collaterali a livello cardiaco c’entrino qualcosa. A suo avviso, è una questione che merita di essere approfondita?«Assolutamente. Qualsiasi dato anomalo sulla mortalità va indagato, perché comprendendone le cause, magari, si può impedire che il fenomeno si ripresenti».E fino a quando non avremo accertato quelle cause, si può pensare a una moratoria sulla vaccinazione per chi ha meno di 40 anni?«Come dicevo prima, dipende dal virus che circolerà in autunno. Se il virus resta questo, sicuramente il gioco non vale la candela».La scorsa settimana, a Berlino, si è svolto il G7 della Salute.«Ho visto. Sono riunioni politiche, non hanno niente a che vedere con la scienza. E anche durante la pandemia, abbiamo constatato che la maggior parte delle decisioni assunte sono state politiche, per niente o molto poco scientifiche».I ministri hanno deciso di aumentare del 50% i contributi obbligatori all’Oms.«Io all’Oms non darei più neanche un euro. Così com’è, non ha senso. Dev’essere riformata totalmente, anche perché chi dà più soldi ha più potere decisionale. Non è così che si gestisce la salute».