2022-04-24
L’Inter trita la Roma e Mou sta a guardare. Opzione nerazzurra su un altro tricolore
La squadra di Inzaghi asfalta i giallorossi con Dumfries, un sontuoso Brozovic e Lautaro: 3-1. Per ora il Milan è a -1.Come diceva il romano e romanista Antonello Venditti? Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano. La frase ben si attaglia alla vita di José Mourinho, indimenticato totem in casa nerazzurra, capace di compiere quell’impresa, eroica e assistita dalla buona sorte, del Triplete, dando lustro all’era Moratti. Ieri Mourinho tornava da avversario nello stadio che lo aveva celebrato come eroe, guidando proprio la compagine giallorossa. E mettendo in saccoccia un 3-1 tonitruante, che sigilla le ambizioni scudetto dell’Inter allenata da Simone Inzaghi e certifica una stagione non proprio idilliaca per i capitolini.I padroni di casa si affidavano in attacco alla coppia formata da Lautaro Martinez ed Edin Dzeko. Difesa a tre con l’innesto di Federico Dimarco al posto di Alessandro Bastoni, Arturo Vidal fuori dai giochi per un problema a una caviglia. Lo Special One rispondeva impostando una formazione quadrata, con Lorenzo Pellegrini e Stephan El Shaarawy alle spalle della punta inglese Tammy Abraham, mentre in difesa Roger Ibanez veniva preferito a Marash Kumbulla. Indisponibili Nicolò Zaniolo e Bryan Cristante, in panchina Jordan Veretout e Felix. L’Inter era rimasta imbattuta nelle ultime nove sfide con la Roma in Serie A, forte di tre vittorie e sei pareggi, e anche ieri ha dimostrato di reggere al meglio l’insidia. L’inizio è martellante. Hakan Chalanoglu pesca un corridoio libero sulla trequarti e fa partire un bolide dalla lunga distanza, sul quale Rui Patricio si avventa scaldandosi i guanti. La Roma risponde puntuale, grazie a una punizione tirata con intensità e tensione da Pellegrini. Sullo sviluppo dell’azione, Gianluca Mancini vince un duello con Stefan De Vrij e sfiora l’incrocio dei pali. Ma è al minuto 30 che la situazione si sblocca. Chalanoglu ispira in verticale, sul filo del fuorigioco scatta il terzino olandese Denzel Dumfries, Nicola Zalewski se lo lascia sfuggire e il portiere portoghese dei romanisti è trafitto: 1-0. Mancini della Roma si becca un cartellino giallo e dieci minuti dopo i nerazzurri raddoppiano. Ivan Perisic è in giornata, usa con cognizione di causa i piedi e imbecca Marcelo Brozovic, capace di smarcarsi nello spazio stretto e di calciare con potenza in direzione dell’incrocio: 2-0, nulla da fare per Rui Patricio. Pochi minuti doppo, ancora i ragazzi di Inzaghi suonano la carica. Dimarco serve un assist in area, Dumfries si lancia di testa anticipando il suo diretto marcatore e manca di poco la doppietta. Il primo tempo vede un’Inter nettamente superiore, in grado di sviluppare un gioco brillante in verticale, sfruttando incursioni rapide, con Brozovic che dispensa qualità, ben assistito dai compagni che non lasciano margini di replica agli avversari. Nella ripresa, la sinfonia è analoga. Al cinquantaduesimo, il turco Chalanoglu batte un calcio d’angolo con precisione certosina, Lautaro Martinez è bravo a divincolarsi dal controllo del difensore, stancando, a infilare, su Rui Patricio. Inizia la girandola di sostituzioni. Nell’Inter entra Bastoni per Dimarco, Joaquín Correa per Dzeko, poi Roberto Gagliardini per Brozovic. Nella Roma, Carles Perez per El Shaarawy e Veretout per Pellegrini. La compagine di Mourinho rischia ancora. Retropassaggio da suicidio di Rick Karsdorp verso Rui Patricio, Correa è in agguato, pronto a rifilare una zampata felina e il rischio di un altro gol è concreto. A un quarto d’ora dalla fine, Simone Inzaghi manda nella mischia Alexis Sanchez per Lautaro, mentre il tecnico portoghese prova a sparigliare le carte inserendo Eldor Shomurodov per Abraham, in verità poco mobile e male assistito, oltre a Edoardo Bove per Sergio Oliveira. A quel punto, giunge lo scatto d’orgoglio giallorosso: il nuovo entrato Shomurodov serve un assist ben calibrato, l’armeno Henrikh Mkhitaryan approfitta di un velo di Karsdorp in area e colpisce il pallone con la giusta dose di veemenza. L’estremo difensore Samir Handanovic, fino a quel momento poco impegnato, non può opporsi, la Roma accorcia le distanze e si piazza sul 3 a 1. Nei minuti finali, altri brividi per l’Inter: Sanchez si produce un passaggio scriteriato nella propria area, ancora Mkhitaryan tira verso la porta, ma la palla è deviata. Pochi altri sussulti, squadre negli spogliatoi, e un risultato capace di cementare le prospettive di scudetto della compagine allenata da Inzaghi, da oggi di nuovo in vetta alla classifica. Chalanoglu è giunto al decimo assist in campionato e sta dimostrando di macinare calcio finalizzato, mentre Brozovic è un motorino imprescindibile, l’attacco sa concretizzare le occasioni create. «La vittoria col Milan ci ha dato tantissima convizione, ci ha regalto un’altra finale. Non ci siamo mai persi, abbiamo raccolto meno di quanto avfremmo ppotuto in un certo periodo, ora siamo pronti a finire ne miglore dei modi. Sappiamo che manca un mese al traguardo e disputeremo molti matcjh a distanza ravvicinata. Siamo pronti», aveva commentato poco prima della partita il tecnico nerazzuro, rinvigorendo la schiera degli ottimisti. Sul versante capitolino, Mou non ha seputo garatinre il tocco magico da Special One, pur imbastendo una formaizone coesa, coerente, con tempi collaudati e una identità precisa. Ma per la quarta volta nella sua storia, la Roma perde tutte sei le partite di campionato contro dirette rivali come Inter, Milan e Juve, e non accadeva dal 1989.