2024-02-14
Auto, da luglio obbligo di limitatori di velocità
Tutte le nuove vetture saranno dotate del sistema Isa nonostante gli allarmi sulla segnaletica non a norma.È una corsa a chi va più piano. Non è un gioco di parole. Il Paese della Ferrari e della Lamborghini è diventato quello in cui si fa a gara a mettere i limiti di velocità, come ha ironizzato il New York Times riportando il caso di Bologna e lasciando intendere che sarà solo l’inizio. Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, ha rivendicato con orgoglio che nella sua città le zone a 30 all’ora (sette per la precisione) sono già presenti da diversi anni e nel corso dell’anno se ne aggiungeranno altre cinque. Non solo. Bari fa di più. Il sindaco ha precisato che ci sono aree dove non si possono superare i 10 chilometri l’ora. E non è finita qui. Ci si mette anche l’Intelligenza artificiale. Dal prossimo 1° luglio, diventerà obbligatorio sulle nuove automobili il cosiddetto Isa, cioè l’Intelligent speed assist, un sistema che legge i segnali stradali e adegua la velocità del veicolo. Detto così potrebbe sembrare un contributo importante nella battaglia per la sicurezza sulle strade, se non fosse per le condizioni della segnaletica stradale. Quattroruote ha fatto un esperimento. Ha preso sei modelli già dotati dell’Isa e li ha messi alla prova su un circuito di 40 chilometri. Il risultato è stato un mezzo disastro: 28 errori complessivi. Sul percorso di prova, sono state monitorate 32 variazioni di velocità, vale a dire un segnale ogni 1.265 metri. In alcuni tratti, la densità è risultata superiore: fino a quattro limiti diversi in poche centinaia di metri, senza giustificazioni apparenti. L’intelligenza tecnologica è entrata in confusione a causa delle cattive condizioni della segnaletica. Sulle strade cartelli storti, corrosi dal tempo e quindi poco leggibili, coperti da altri pannelli, sistemati nel posto sbagliato, o avvisi di cantieri lasciati a lavori ultimati. Al momento, il guidatore può disattivare l’Isa ma il tema si proporrà in un prossimo futuro. «Che cosa accadrà quando il sistema interverrà d’imperio, modulando l’andatura in funzione della folle anarchia che vede attorno?» si chiede il direttore di Quattroruote, Gian Luca Pellegrini. Secondo un monitoraggio di Assosegnaletica, l’Associazione dei produttori ma anche degli operatori che si occupano dell’installazione e della manutenzione della segnaletica stradale, il 60% dei cartelli verticali è fuorilegge, e quelli orizzontali vanno anche peggio. Quindi più di un segnale su due non è a norma. O è posizionato male, o è scaduto o è cambiata la viabilità e non è stato tolto, spiega Assosegnaletica. La situazione si aggrava se dal Nord ci si sposta al Sud. C’è poi il problema della segnaletica orizzontale. Sempre l’associazione fa notare che in Italia non è stata resa obbligatoria la norma europea sui valori minimi di rifrangenza e visibilità. «In alcuni circolari il ministero suggerisce di seguirla. Ma più dell’80% è ben al di sotto degli standard minimi richiesti dall’Europa. Il caso più comune è quello delle strisce che nella quasi totalità sono poco visibili». Lo stesso vale per i segnali di presenza degli autovelox, spesso nascosti da altre insegne o da ostacoli naturali come alberi. Questa situazione ha fatto proliferare il fenomeno delle multe selvagge a vantaggio dei Comuni che così rimpinguano le loro casse. Ieri il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha inviato una lettera al sindaco di Bologna, Matteo Lepore, chiedendogli quali correttivi intende apportare alla misura dei 30 all’ora, alla luce della direttiva ministeriale. Salvini ha ricordato al primo cittadino che «la direttiva individua puntualmente i criteri che le amministrazioni comunali sono tenute a rispettare nella fissazione di limiti di velocità derogatori rispetto a quello previsto in via generale dal predetto articolo 142, comma ,1 del Codice della strada, corrispondente a 50 km/h». Ma Lepore, che aveva già detto di non voler seguire le indicazioni del ministero («Noi siamo tranquilli perché stiamo rispettando il Codice della strada. Serviranno mesi per capire come applicare la direttiva», aveva detto), continua per la sua strada. L’assessore alla Mobilità, Valentina Orioli, ha usato toni di sfida: «Immagino che il ministro abbia scritto a tutte le città d’Italia, perché ha assunto una direttiva che riguarda tutti». E visto che riguarda tutti, «Anci ha chiesto al ministero l’istituzione di un tavolo allargato. È interessante sapere cosa ne pensano gli altri: mi sembra che molti si stiano già esprimendo». Probabilmente si riferisce anche al sindaco di Roma Roberto Gualtieri che sembra intenzionato ad andare avanti sul progetto del 70% delle strade romane a 30 all’ora. Il Campidoglio ha stanziato 3,5 milioni di euro per realizzare le prime «Isole ambientali», le zone a traffico gentile. Nemmeno il rischio di un contenzioso giuridico sembra distogliere i sindaci green. All’inizio della polemica tra Salvini e Bologna, si era parlato di un provvedimento di «disapplicazione» delle ordinanze comunali. L’assessore Orioli ha replicato anche a questo: «Abbiamo assunto atti con grande approfondimento e studio. Siamo disponibili a mostrare cosa abbiamo fatto».
Giorgia Meloni e Donald Trump (Ansa)