2019-08-29
L’imam tunisino va in tour elettorale e cerca voti nelle moschee italiane
Abdelfattah Mourou, candidato alle presidenziali in Tunisia, farà tappa a Milano e Palermo.Verrà a raccogliere voti anche in Italia, Abdelfattah Mourou, candidato alle presidenziali tunisine fissate per il 15 settembre prossimo. Le tappe sono due: a Milano sabato 31 agosto e in Sicilia (ma il programma non è ancora stato dettagliato), il giorno dopo, domenica 1 settembre. Sarà un ritorno in terra lombarda per Mourou. Nell'aprile 2017 partecipò al «Festival della solidarietà col popolo palestinese» che si tenne ad Assago, a cui prese parte - tra non poche polemiche - pure l'attuale sottosegretario grillino agli Esteri, Manlio Di Stefano. Una manifestazione accusata di ambiguità sull'antisemitismo e sulle azioni di guerriglia che Hamas conduce in Medioriente contro gli israeliani. Ancor prima, nell'agosto 2012, il politico tunisino aveva tenuto sermoni nella moschea milanese di Via Quaranta e guidato la preghiera nella zona di Cascina Gobba e al Palasharp.Imam, avvocato, ex vicepresidente del Parlamento tunisino, Mourou, nato a Tunisi 71 anni fa, ha iniziato la sua militanza fondamentalista negli anni Sessanta, predicando nelle scuole e nelle moschee e con l'adesione a una confraternita sufi assai conosciuta, la Madaniyya, creata all'inizio del XX secolo, che esortava la società nordafricana in generale e tunisina in particolare, a combattere la presenza straniera (essenzialmente francese, ma anche italiana, visto la consistenza numerica della sua comunità) in Tunisia.Mourou è soprattutto il fondatore, nel 1981, del Tunisian islamic tendency movement, oggi conosciuto come Ennahda (Rinascita). Si tratta del movimento che ha preso il potere nel paese nordafricano dopo la Rivoluzione dei gelsomini che, tra il 2010 e il 2011, ha portato alla detronizzazione dell'allora presidente Ben Ali. Pur presentandosi come partito moderato, Ennahda è espressione dei Fratelli musulmani, la scuola teologico-politica che si rifà alla dottrina più ortodossa e feroce del sunnismo. Un vero e proprio network internazionale, che le agenzie di intelligence in dossier riservati associano più o meno esplicitamente al terrorismo di matrice islamista, che muove milioni e milioni di fedeli-elettori dall'Egitto, luogo d'elezione del movimento, al Golfo Persico, alla Giordania, all'Indonesia, alla Libia. Sostenitori della Sharia (la primitiva legge che regolava anche il funzionamento dell'Isis, prima della sua distruzione) e della primazia dell'Islam nel mondo, i Fratelli musulmani hanno il loro quartier generale a Londra, in un appartamento a due piani sopra una ex pizzeria nell'area nordoccidentale della capitale inglese.Di Ennahdaha era un attivo militante Jabeur Khachnaoui, uno dei killer del Museo del Bardo, l'attentato che il 18 marzo 2015 provocò la morte dei 24 turisti, tra cui 4 italiani. L'assassino venne definito, dopo qualche giorno, un «eroe» su Twitter dai vertici del Califfato che rivendicarono l'azione di sangue, insieme all'altro complice, Yassin Laabidi. Un uomo che assomigliava a Jabeur Khachnaoui comparve in una fotografia di gruppo, durante una cena, proprio in compagnia di Abdelfattah Mourou, l'imam che tra qualche giorno verrà in Italia a fare campagna elettorale tra le moschee per diventare presidente della Tunisia. Mourou ha però sempre respinto le ricostruzioni avanzate dai giornali tunisini, a proposito di quell'immagine e dei rapporti con Khachnaoui, sostenendo l'errore di persona.
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Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
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