2021-08-15
L’ideona in Puglia: «Positivi vaccinati accanto ai negativi»
Una circolare pugliese (mai applicata) ipotizzava di piazzare gli infetti che avevano ricevuto due dosi in reparti «No Covid».No, decisamente no: a meno di essere piromani (anche solo per distrazione e sbadataggine, e magari in totale buona fede), lasciar cadere un fiammifero acceso in un parco non sembra davvero una buona idea. La cupa metafora torna alla mente non solo pensando agli incendi di queste settimane estive, ma alle polemiche roventi - non prive di code giudiziarie - che in Italia e all'estero si accesero, durante la prima ondata di Covid, nel 2020, alla notizia di pazienti positivi ricoverati nelle residenze per anziani, con il rischio (in diversi casi purtroppo tragicamente concretizzatosi) di una rapida diffusione del contagio proprio tra le persone più deboli e dunque maggiormente esposte al rischio. A maggior ragione, c'è da rimanere a dir poco sorpresi nel leggere oggi, Ferragosto 2021, un documento della Regione Puglia, proveniente dal «Dipartimento promozione della salute, del benessere sociale e del benessere animale», e indirizzato ai direttori generali delle Asl, delle aziende ospedaliere universitarie e degli Irccs pubblici, e significativamente avente come oggetto «Definizione rete ospedaliera Covid e no-Covid». Il documento fa riferimento a una riunione avvenuta il 22 luglio 2021 ed evoca la necessità di definire un nuovo piano ospedaliero «per fronteggiare una eventuale recrudescenza della pandemia». Da questo punto di vista, è un atto saggio e giudizioso nelle intenzioni: prende in considerazione il cosiddetto «worst-case scenario», cioè l'ipotesi peggiore. E cosa si legge tra l'altro? «In via prioritaria i pazienti Covid dovranno essere trasferiti presso i Dea di II livello e, solo nel caso in cui dovesse registrarsi un numero elevato di pazienti, dovranno essere riattivati i posti letto degli altri ospedali facenti parte della rete ospedaliera Covid». E fin qui, tutto bene. Ma attenzione a quello che viene dopo: «Si rappresenta la necessità, nell'ambito della programmazione, di individuare all'interno dei reparti di area medica o chirurgica posti letto dedicati a pazienti ricoverati per patologia prevalente non riconducibile all'infezione Covid. Tali pazienti, positivi al Covid, pur avendo completato il ciclo vaccinale, devono essere ricoverati nei reparti di riferimento no Covid». Avete letto bene: si evoca esplicitamente l'ipotesi che pazienti positivi (pur avendo completato il ciclo vaccinale) che necessitino di altre cure siano ricoverati in reparti no Covid. E che questa sia l'interpretazione da attribuire al testo non pare (purtroppo) dubitabile. La Verità è infatti in possesso di documenti in cui le direzioni sanitarie di singole strutture ospedaliere interpretano in questo senso la circolare regionale, e comunicano che tuttavia, essendo state in grado di organizzarsi adeguatamente, assicureranno le cure ai pazienti positivi «in spazi e percorsi distinti».Da quanto risulta alla Verità, questa ipotesi non ha fortunatamente trovato applicazione in nessun caso, e la stessa Regione Puglia si sarebbe poi orientata a fare marcia indietro rispetto a questa eventualità. Peraltro, la Regione potrebbe dire: era solo un'ipotesi estrema. Così com'è noto che le misure di sicurezza (ovviamente) debbano essere rispettate in ogni reparto, sia Covid sia no-Covid. Tutto vero, certo: ma lascia comunque a bocca aperta, mentre tutti parlano e straparlano di principio di precauzione, e mentre si impongono restrizioni e quarantene agli stessi vaccinati, il solo fatto che un'eventualità del genere sia stata prospettata. Resta dunque una domanda di fondo: l'emergenza Covid è iniziata nel 2020 (tecnicamente lo stato d'emergenza è stato avviato da Giuseppe Conte il 31 gennaio di quell'anno), e sono dunque passati da allora quasi 20 mesi. Peraltro, solo nella stagione contiana, lo Stato ha speso altri 140 miliardi (senza vincoli europei) oltre all'ordinaria spesa pubblica corrente. Possibile che da allora a oggi si sia fatto così poco, se ancora adesso si arrivano a mettere nero su bianco scenari e ipotesi che potrebbero portare pazienti positivi a contatto con altre persone? Il lettore chiuda gli occhi e immagini un paio di scenari alternativi. Primo. Che cosa sarebbe accaduto se una disposizione di questo genere - adesso, a Ferragosto 2021 - fosse stata dettata, anche in questa forma ipotetica e non cogente, da una regione guidata dal centrodestra? Non occorre uno Sherlock Holmes per immaginare che l'eventuale governatore non di sinistra sarebbe già stato lapidato a reti unificate. Secondo. Ve le ricordate le risatine e le polemiche che accompagnarono in Lombardia la realizzazione dell'ospedale in Fiera? Quando quella decisione fu presa da Attilio Fontana, che si avvalse anche del supporto di Guido Bertolaso, a sinistra ci fu una levata di scudi. Ci fu anche chi arrivò a ironizzare in modo greve e sguaiato («Bertoleso») sul contagio Covid che colpì l'ex capo della Protezione civile. Ecco: non era invece quella la strada giusta da seguire? Cioè quella degli ospedali leggeri, delle terapie intensive mobili, delle strutture da spostare dove servono? Non sarebbe stato più saggio prevedere, in giro per l'Italia, strutture mobili da un centinaio di posti ciascuna da spostare, smontandole e rimontandole, ovunque fosse eventualmente necessario? Ci si fosse preparati per tempo in questo senso, non ci saremmo ritrovati, a Ferragosto 2021, a leggere ipotesi come quelle provenienti dalla Puglia.