2022-11-29
A lezione di reality da pay tv e piattaforme streaming
True
Ex on the beach Italia (Paramount+)
Puntate brevi, disponibili on demand, stagioni composte di pochi episodi, budget più alti, cast ponderati, una fotografia decorosa. Pay tv, piattaforme streaming e canali tematici hanno ridefinito i canoni del reality. Da Matrimonio a prima vista su Discovery a Teen Mom Italia su Mtv, da Summer Job su Netflix a Ex on the beach Italia su Paramount+ al debutto il 30 novembre, i reality di nuova fattura, con la loro confezione patinata, hanno abbandonato ogni pretesa intellettuale.Intendiamoci. Il reality, come genere televisivo, potrebbe dirsi al capolinea. O, quanto meno, si potrebbe concludere che la portata rivoluzionaria dei primi anni Duemila, l’esperimento sociale, la dirompenza delle prime volte si è ormai esaurita. Non c’è più nulla che possa essere definito originale, niente davanti a cui strabuzzare gli occhi, preda dell’effetto «wow». Si è visto tutto, e il contrario di tutto. Ci si è sposati fra sconosciuti, si è rimasti nudi su un’isola selvaggia, si è presi in casa i figli degli altri, dando in cambio i propri. Ragazzi egocentrici sono stati chiusi in collegio, in caserma, spediti in aperta campagna. Si è provato tutto, con impeto bulimico. Si potrebbe rinunciare, allora, convenire che nessuna strada sia ancora da battere. Il reality potrebbe dirsi finito. Ma l’ipotesi di una televisione orfana di genere (purtroppo) non farebbe felici tutti. Troppe logiche pubblicitarie, troppo bisogno di riempire palinsesti con programmi buoni a sostanziare anche salotti pomeridiani e rotocalchi. Troppi spettatori affezionati. Il reality non potrebbe sparire. Potrebbe, però, aggiornarsi. E potrebbe farlo prendendo nota di come pay tv, piattaforme streaming e canali tematici hanno deciso di rileggere il genere. Puntate brevi, disponibili on demand, stagioni composte di pochi episodi, budget più alti, cast ponderati, una fotografia decorosa. Pay tv, piattaforme streaming e canali tematici hanno ridefinito i canoni del reality. Lo hanno portato nel presente, nell’era duttile di una televisione che viene guardata a singhiozzo, da un pubblico dotato di una soglia di attenzione fragile e debole. Lo hanno modernizzato, lo hanno fatto anche in Italia. Discovery, con Matrimonio a prima vista. Mtv con Teen Mom Italia. Netflix, con Summer Job, primo reality italiano disponibile online dal 16 dicembre. Paramount+, con Ex on the beach Italia, al debutto il 30 novembre. Niente di trascendentale. Anzi. I reality di nuova fattura, con la loro confezione patinata, hanno abbandonato ogni pretesa intellettuale. Ex on the beach, con Ignazio Moser e Cecilia Rodriguez a tenere le fila degli altarini, ha infilato un gruppo di single in una villa sfarzosa, il mare dei Caraibi fuori dalla finestra. Non ha dato loro alcun compito sgradito. Solo, ha chiesto loro di accogliere (con tanto di posa plastica sulla spiaggia) un ragazzo o una ragazza al giorno: non sconosciuti, ma ex fidanzati e fidanzate di altri concorrenti. In palio, non ha messo nulla. I partecipanti non hanno alcun obiettivo da raggiungere, se non quello di intrattenere lo spettatore accoppiandosi e litigando e separandosi fra loro, pedine di un gioco breve e perciò godibile. Ex on the beach si fa vedere, cosa, questa, che i reality della tv generalista hanno smesso di fare tempo fa. Ballando con le stelle, il Grande Fratello Vip, Il Collegio e similari hanno tirato la corda fino a romperla, e gli ascolti al ribasso sono la prova di una stanchezza inevitabile. I format si ripetono identici a se stessi ormai da anni. L’effetto «già-visto», tuttavia, potrebbe pure passare sotto silenzio. Potrebbero, però, perché la durata monstre di ogni stagione, di un Gf che va in onda per mesi e mesi, il protrarsi infinito di ogni puntata, l’obbligo di rimanere davanti allo schermo televisivo fin quasi l’alba, con miliardi di spot pubblicitari a indurre sonno e noia rendono il tutto insopportabile. Aggiornarsi per non morire è, ad oggi, un imperativo categorico.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson