2019-01-28
L’ex magistrato Sinagra: «Vanno trattati come pirati»
Il professore ordinario di diritto dell'Ue alla Sapienza di Roma ed ex magistrato Augusto Sinagra alla Verità: la nave ha bandiera olandese, «Amsterdam responsabile di tutto, gente e reati. Ue complice degli schiavisti». Al timone della barca pro clandestini c'è la deputata di Fi. La Prestigiacomo con Fratoianni e +Europa sulla Sea Watch 3. Salvini non molla: «L'Ong ha messo vite a rischio, ho le prove». Lo speciale comprende due articoli. Il governo ribadisce la chiusura dei porti alle navi delle Ong e il ministro Salvini non è certo il solo a pensare che Sea Watch 3 stia violando le regole. «L'imbarcazione batte bandiera olandese e deve scaricare i migranti a casa sua, nei Paesi Bassi. A meno che non stia sbandierando illegalmente quel vessillo», dichiara Augusto Sinagra, 77 anni, già professore ordinario di diritto dell'Ue alla Sapienza di Roma e grande esperto di diritto internazionale. Sta dicendo che una nave è una comunità viaggiante? «Precisamente. È una “proiezione mobile" dello Stato di riferimento. La bandiera non è un elemento folkloristico, in base al diritto internazionale la nave è considerata territorio dello Stato nel cui registro navale è iscritta. Nei registri è indicato anche se la proprietà è pubblica o privata e durante la navigazione si applicano le leggi del Paese di cui l'imbarcazione batte bandiera. Comprese le leggi penali. Non c'è ragione perché la Sea Watch debba raccogliere i cosiddetti profughi appena fuori le acque territoriali libiche, magari d'intesa con gli scafisti, e poi scaricarli in Italia, quando la competenza e l'obbligo, a cominciare dalle eventuali richieste di asilo politico, è del primo Stato con i quali i deportati vengono in contatto. Quindi i Paesi Bassi. E poi smettiamola di chiamarli migranti». Perché professore? «Migranti erano gli italiani che andavano a lavorare negli Usa o a morire nelle miniere di Marcinelle. Quelli che vogliono sbarcare nel nostro Paese senza documenti sono solo clandestini. Lo Stato non è obbligato ad accoglierli». Il Viminale fa bene a opporsi allo sbarco? «Certo, ma l'obbligo dell'Italia è anche di porre termine all'attività piratesca della Sea Watch. Non stiamo parlando dei galeoni nei romanzi di Emilio Salgari, ma di possibili, gravissimi crimini. Se la nave commette delitti di rilevanza internazionale, ossia traffica clandestini per interesse economico, come s'ipotizza nel caso di questa Ong che non ha certo scopi umanitari, l'Italia deve fermarla e sottoporla a sequestro, nel rispetto dello stato di diritto di cui tanto si parla e poco si pratica» E poi? «Le persone a bordo devono essere mandate in Olanda o rispedite nei loro Paesi di provenienza. Molti cominciano a protestare pubblicamente denunciando di essere stati deportati in Italia contro la loro volontà. Si è in presenza, dunque, di una nuova e inedita tratta di schiavi, di un disgustoso schiavismo consumato con la complicità dell'Unione europea, che va combattuto con ogni mezzo. Per questo devono scattare anche le sanzioni penali nei confronti dell'equipaggio e del comandante, che invece di raggiungere la costa tunisina ha puntato in direzione opposta, verso l'Italia. L'intenzione chiara era creare il caso politico e di mettere in difficoltà il governo italiano». Chi sarebbero i mandanti? «Non lo so. Di certo questo governo non è gradito all'Unione europea, che invece dovrebbe porre rimedio ai guasti e alle devastazioni di alcuni suoi Stati membri». A chi si riferisce? «Alla Francia e al Regno Unito prima della Brexit, con la loro aggressione alla Libia, come se avessero scoperto dopo 40 anni che a governarla c'era un feroce dittatore. La volgare ragione erano le riserve auree, i giacimenti di petrolio e il progetto di Gheddafi di creare una moneta africana agganciata al dinaro libico, ponendo così fine al franco francese con il quale invece la Francia prosegue la sua politica di sfruttamento di 14 nazioni africane». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/lex-magistrato-vanno-trattati-come-pirati-2627259756.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="al-timone-della-barca-pro-clandestini-ce-la-deputata-di-fi" data-post-id="2627259756" data-published-at="1758191256" data-use-pagination="False"> Al timone della barca pro clandestini c’è la deputata di Fi Il caso SeaWatch 3 diventa sempre di più una questione politica. Anche Forza Italia, che ha sempre condiviso le posizioni della Lega e della destra sulla gestione dei flussi migratori, ieri ha spiazzato l'alleato (nelle amministrazioni locali) e gran parte degli stessi elettori azzurri. Infatti, dopo la foto di gruppo dei parlamentari di sinistra sulla banchina del porto di Siracusa, ieri sulla Sea Watch 3 c'è stato un blitz «trasversale» in pieno stile boldriniano, con alcuni esponenti di diversi partiti compresa l'ex ministro di Forza Italia Stefania Prestigiacomo, per chiedere di «far scendere immediatamente» i 47 extracomunitari a bordo. Politicamente, un piccolo colpo di scena. Immediata, difatti, è giunta la presa di distanze del vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani: «Berlusconi non sapeva nulla dell'iniziativa della Prestigiacomo, è un'iniziativa personale, di una madre, evidentemente colpita più dal fattore umano che politico. Noi manteniamo fermezza contro l'immigrazione illegale e clandestina. Detto questo, linea della fermezza significa anche attenzione ai problemi umanitari». Comunque sia - mentre è in corso anche un'inchiesta del Viminale «sul comportamento della nave» - affittato un gommone e beffando il controllo della Capitaneria di porto, i politici «multicolor» hanno raggiunto il barcone della Ong tedesca (battente bandiera olandese) che con 47 immigrati è in rada a un miglio dal porto di Siracusa ormai da due giorni. Pronta la reazione del ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Parlamentari italiani (fra cui uno di Forza Italia) non rispettano le leggi italiane e favoriscono l'immigrazione clandestina? Mi spiace per loro, buon viaggio!». E ieri in serata l'ex ministro ora capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio, ha annunciato che «i deputati del Pd parteciperanno alla staffetta democratica per garantire una costante presenza sulla Sea watch. Saremo a bordo finché ai 47 migranti, a partire dai minorenni (che la Procura dei minori di Catania ha già intimato di far scendere) non sarà permesso di sbarcare in Italia. Se il ministro dell'Interno e il presidente del Consiglio non sono in grado di fare accordi con gli altri Paesi Ue per condividere l'accoglienza ai migranti, si dia mandato alla presidenza del Parlamento europeo o della Camera di trattare con la Commissione europea». Ovviamente anche la Sea Watch, che ha raggiunto le coste siciliane affrontando il mare grosso malgrado fosse ferma da una settimana al largo dell'isola di Malta e sapesse della chiusura dei porti italiani, continua a chiedere di far sbarcare le persone imbarcate lo scorso 19 gennaio a largo della Libia, mentre il Viminale prosegue sulla sua strada: porti chiusi. Il ministro degli Interni, Matteo Salvini, ha fatto consegnare abiti e viveri sul barcone ma resta determinato sulle sue posizioni. Ha chiesto intervento da parte dell'Olanda: «Se il governo olandese non è in grado di controllare le navi che portano la bandiera del suo Paese è un fatto molto grave: gliela ritiri subito». A sottolineare la condotta provocatoria della Sea Watch, venerdì sera è stato il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che ha contestato la rotta seguita dalla nave, giunta in pochi giorni a ridosso delle coste italiane: «Il 19 gennaio, come spesso accade, Sea Watch 3 si è mossa in totale autonomia in mare Sar libico, senza attendere la Guardia costiera di Tripoli. Avrebbe poi potuto puntare da subito verso la Tunisia per cercare riparo dal maltempo incombente, ma ha preferito girare la prua in direzione di Lampedusa. Poteva ad esempio dirigersi verso l'area di Zarzis, a poco più di 70 miglia nautiche di distanza. Invece», sottolinea Toninelli, «SeaWatch ha deciso di sfidare il mare, mettendo irresponsabilmente a repentaglio la salute e la vita dei naufraghi. Siamo di fronte a una violazione della legge del mare, secondo cui chi naviga in quelle condizioni dovrebbe far rotta verso le acque più vicine dove trovare ridosso. Ripeto: più vicine». Anche per questo nel mirino del Viminale, che ha già aperto un'inchiesta sul comportamento dell'imbarcazione straniera, c'è l'equipaggio stesso della nave: «Abbiamo elementi concreti per affermare che, mettendo a rischio la vita delle persone a bordo, il comandante e l'equipaggio della Sea Watch 3 abbiano disubbidito a precise indicazioni, che giorni fa li invitavano a sbarcare nel porto più vicino (non in Italia). Prove che verranno messe a disposizione dell'autorità giudiziaria», afferma Salvini. Ed è in questo contesto che ieri mattina Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana; i parlamentari Stefania Prestigiacomo (Forza Italia) e Riccardo Magi (+Europa); il sindaco di Siracusa, Francesco Italia (eletto con una lista di centrosinistra); due avvocati; un medico; un membro dello staff dell'Ong Mediterranea e la portavoce di Sea Watch Italia, a bordo di un gommone guidato personalmente dalla forzista Prestigiacomo - che ha la patente nautica - sono saliti sull'imbarcazione carica di clandestini. Secondo la delegazione, le persone a bordo «provengono da torture, da anni di violenze incredibili di cui portano i segni», come ha raccontato Magi. «Siamo circondati dalla Guardia di finanza e dalla Guardia costiera, sembra di essere in zona di guerra ma non siamo in guerra: vogliamo che i naufraghi e l'equipaggio siano fatti sbarcare in rispetto delle norme internazionali», ha detto Fratoianni appena messo piede a bordo. E se Salvini ha sottolineato che codesti politici sono saliti a bordo dell'imbarcazione «nonostante i divieti», secondo Magi invece «il divieto non credo ci sia stato, perché sarebbe stato un divieto illegittimo. Non c'è nessun atto che potevano fare per impedirci di salire, stiamo svolgendo prerogative parlamentari garantite dalla Costituzione». E oggi, ha annunciato Delrio definendo Salvini «cinico e senza pietà in cerca di consenso sulla pelle delle persone», il Partito democratico presenterà una proposta per istituire una commissione d'inchiesta sulle stragi di migranti nel Mediterraneo».
Nucleare sì, nucleare no? Ne parliamo con Giovanni Brussato, ingegnere esperto di energia e materiali critici che ci spiega come il nucleare risolverebbe tutti i problemi dell'approvvigionamento energetico. Ma adesso serve la volontà politica per ripartire.