2020-03-18
L’Europa torna ad avere dei confini. Dall’Ue non si entra e non si esce
Bruxelles si è decisa: voli da e per il continente cancellati, frontiere interne reintrodotte, Schengen sospeso. E, se ce la caveremo per primi, dovremo blindare subito Brennero e Ventimiglia. Se Giuseppe Conte ne avrà la forza.Il travel ban dell'Europa è scattato: tutto chiuso, voli da e per il continente sospesi, reintroduzione delle frontiere interne, sospensione del trattato di Schengen. Con enorme ritardo, i burosauri di Bruxelles si rendono conto del pericolo della diffusione incontrollata del coronavirus e corrono ai ripari. L'annuncio è della presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, al termine della videoconferenza con i leader del G7: «Con i governi europei abbiamo deciso una restrizione temporanea dei viaggi non essenziali nell'Unione. Lo facciamo per non far ulteriormente diffondere il virus dentro e fuori il continente e per non avere potenziali ulteriori pazienti che pesano sul sistema sanitario Ue». Dalle 12 di ieri l'Europa è dunque isolata dal resto del mondo: i viaggi tra Paesi europei e extraeuropei sono sospesi per 30 giorni, eccezion fatta per medici e ricercatori e per i cittadini del continente che rientrano a casa. Non poteva mancare, figuriamoci, l'eccezione per i richiedenti asilo: «La Commissione europea» spiega il portavoce per gli Affari interni, Adalbert Jahnz, «ha raccomandato che le restrizioni temporanee all'ingresso nell'Ue per il coronavirus non si applichino alle persone che hanno bisogno di protezione internazionale. Ogni restrizione deve essere bilanciata con il principio di non respingimento e gli obblighi del diritto internazionale». Nel pomeriggio di ieri c'è stato il vertice dei capi di Stato e di governo dei 27 sull'emergenza coronavirus. Alla riunione, in teleconferenza, hanno partecipato anche la presidente della commissione, Ursula von der Leyen, l'alto rappresentante Josep Borrell, la presidente della Bce Christine Lagarde e il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno. Il vertice ha avuto come argomento la sospensione del trattato di Schengen, che prevede la libera circolazione delle persone all'interno dei paesi europei. Giuridicamente non si tratta di una misura dell'Ue, ma di una serie coordinata di misure nazionali che dovranno essere decise da tutti gli Stati membri. Del resto, come ha spiegato il portavoce Jahnz prima dell'incontro, già molti Paesi avevano ripristinato controlli alle frontiere: «Abbiamo», ha detto Jahnz, «8 stati membri dell'Ue più due non Ue che hanno reintrodotto controlli alle frontiere interne. Ieri (l'altro ieri per chi legge, ndr) ad aver notificato la reintroduzione di controlli di frontiera temporanei erano Austria, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca, Danimarca, Polonia e Lituania, più uno non Ue, la Svizzera. A questa lista», ha aggiunto il portavoce, «vanno aggiunte ora Estonia e Norvegia». Lo stop non deve riguardare anche le merci, raccomanda la Commissione.Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere: pensate che solo tre giorni fa il portavoce capo della Commissione europea Eric Mamer, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, diceva: «La nostra valutazione è che chiudere i confini non è necessariamente il modo migliore per contenere la diffusione del virus». Tutto chiuso, dunque: l'Italia in particolare si ritrova circondata da una vera e propria cintura di protezione. I controlli per entrare e uscire dalla frontiera italo francese di Ponte San Ludovico, a Ventimiglia, sono stati intensificati con la possibilità di entrare solo se in possesso di motivata giustificazione. Alla frontiera francese di Ventimiglia è schierata sia la Police Nationale che la Gendarmerie. Blindato già da cinque giorni il confine austriaco: al Passo del Brennero, a Tarvisio,al Passo Resia e Sillian e Prato Drava l'attraversamento è consentito solo in caso di necessità, e soprattutto di certificato medico che attesti la negatività al coronavirus e non sia stato rilasciato da più di 4 giorni; chiusi i 47 valichi minori. Certificato necessario anche per entrare in Slovenia, mentre verso la Svizzera il transito è libero esclusivamente per i lavoratori transfrontalieri in possesso di permesso «G». A tutti gli altri automobilisti che raggiungono il confine con la Svizzera, le autorità chiedono un documento che dimostri le proprie urgenti necessità di lavoro o di altra natura. Stop, per decisione del governo di Tirana, alle comunicazioni via mare tra Italia e Albania. Per i passeggeri dei traghetti, rotte marittime cancellate anche da e verso Malta, Croazia, Spagna e Marocco. Fino al 25 marzo, inoltre, sono limitati al minimo essenziale, i trasporti da e verso la Sicilia e la Sardegna. La decisione è sancita da due decreti firmati pochi giorni fa dal ministro dei Trasporti Paola De Micheli su richiesta dei rispettivi governatori. A proposito della De Micheli: è lei, insieme al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e al ministro della Salute, Roberto Speranza, che si sta occupando delle misure da prendere per chi entra in Italia. Si prevede di mettere in quarantena chi rientra, ma di questi tempi, con l'Italia nell'occhio del ciclone, le preoccupazioni maggiori sono quelle degli altri paesi nei nostri confronti. Stando alle previsioni di tutti gli esperti, però, l'Italia, essendo entrata per prima nel tunnel, sarà anche la prima a uscirne. Quando questo succederà, il nostro governo, o presunto tale, dovrà dimostrare la stessa fermezza nei confronti degli altri Paesi, che saranno ancora in piena emergenza. Dovrà essere Giuseppe Conte, insieme ai ministri interessati, a tenere ben sigillati i nostri confini, quando l'Italia inizierà a riveder le stelle, e gli altri paesi europei e del resto del mondo saranno ancora nel pieno dell'epidemia. Ovviamente, sempre che Conte e questa sbrindellata compagnia di giro che ci governa abbiano la forza, il coraggio e l'autorevolezza per prendere decisioni importanti. Ne dubitate? Difficile darvi torto.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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