2021-03-11
Letta ridisegna il Pd: anti M5s e moderato. Ma in cambio pretende il Quirinale
L'ex premier pronto ad accettare la nomina a segretario dem In allarme i renziani del Nazareno che invocano il congressoDimenticare Parigi. Enrico Letta si prende un paio di giorni di tempo per accettare l'investitura a nuovo segretario del Pd: «Sono grato», twitta l'ex premier, «per la quantità di messaggi di incoraggiamento che sto ricevendo. Ho il Pd nel cuore e queste sollecitazioni toccano le corde più profonde. Ma questa inattesa accelerazione mi prende davvero alla sprovvista; avrò bisogno», aggiunge Letta, «di 48 ore per riflettere bene. E poi decidere». In realtà, salvo ripensamenti dell'ultimissimo minuto, Letta ha già deciso, e ha deciso di accettare. Troppo forte la tentazione di ritornare in campo, sette anni dopo essere stato brutalmente defenestrato da Palazzo Chigi da Matteo Renzi, con il famigerato «Enrico, stai sereno». Un trauma, quello dello sgambetto di Renzi con annesso sfottò, che ha portato Letta a abbandonare la politica attiva, a dedicarsi all'insegnamento, a Parigi, dove dirige la Scuola di affari internazionali dell'Istituto di studi politici.Sette anni, sono passati da quel 22 febbraio del 2014, quando Letta si dimise da presidente del Consiglio dopo essere stato silurato da Renzi, al quale poche ore dopo consegnerà la campanella più gelida della storia dei passaggi di consegne a Palazzo Chigi. Sette anni, un settennato: vi ricorda qualcosa? A Enrico sì: ricorda il mandato del presidente della Repubblica. E a quanto risulta alla Verità, per accettare di sacrificarsi nel ruolo di segretario di un Pd devastato, Letta avrebbe posto come condizione di essere il candidato del partito per la successione a Sergio Mattarella, il prossimo gennaio, quando scadrà il per l'appunto il settennato dell'attuale Capo dello Stato. Altro che due anni di mandato, altro che garanzie di unità del partito: Letta, da buon nipote di famiglia, aspira al Quirinale, sogno anche di zio Gianni, tornato prepotentemente alla ribalta come vera e unica eminenza azzurrina di Silvio Berlusconi, come hanno dimostrato le scelte di Mario Draghi in relazione ai ministri di Forza Italia nel «governo dei migliori».Quirinabile, del resto, Letta jr. lo era già stato, pur non avendo ancora raggiunto la soglia dei 50 anni necessari per essere eletto, tra il 2013 e il 2014. Era l'epoca in cui, da premier, Enrico si trovò a far fronte ai risvolti politici della condanna definitiva a quattro anni di reclusione per frode fiscale a carico di Silvio Berlusconi, relativa al cosiddetto processo Mediaset. Il Pdl era parte della maggioranza di larghe intese che sosteneva Letta, la condanna del 1° agosto piombò come un macigno sulla sopravvivenza dell'esecutivo: l'allora presidente del Consiglio, insieme al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e con la supervisione di zio Gianni Letta, presero in considerazione l'ipotesi di una grazia al Cav per calmare le tempestose acque della politica italiana. Non ci fu la grazia, un paio di mesi dopo Berlusconi uscì dal governo, ma Enrico aveva annusato l'aria del Quirinale. «Lui sarebbe perfetto, gliel'ho anche detto ieri», dirà Matteo Renzi a proposito di Enrico Letta, l'11 gennaio 2014, conversando (intercettato) con il comandante della Guardia di finanza Michele Adinolfi. In quella intercettazione, pubblicata dal Fatto Quotidiano, Adinolfi dice di Letta: «Secondo me ha il taglio del Presidente della Repubblica»; «Lui sarebbe perfetto», risponde Renzi, «gliel'ho anche detto ieri»; «E allora?», chiede Adinolfi: «L'unico problema è che bisogna aspettare agosto del 2016. Quell'altro (Napolitano, ndr) non ci arriva, capito? Me l'ha già detto». Il 20 agosto 2016 Letta jr. avrebbe compiuto 50 anni, ma Napolitano non aveva intenzione di far durare fino a quel punto il suo secondo mandato: si dimetterà infatti il 14 gennaio 2015, il 31 dello stesse mese verrà eletto al Colle Sergio Mattarella.Corsi e ricorsi: Enrico Letta ora va per i 55 anni, è pienamente eleggibile al Quirinale e si prepara, intanto, a prendere il timone dei dem. Che partito ha in mente? Di certo, sotto la sua guida, il Pd si smarcherà dal populismo grillino e cercherà di sfondare al centro: Letta è un atlantista convinto, un moderato (pure troppo) e quindi lancerà la sfida ai due Matteo, Salvini e Renzi, per la conquista dell'unica fetta di elettorato italiano ancora contendibile, quella liberale e moderata, lasciata libera dal ridimensionamento di Forza Italia, che non a caso fa gola pure a Giuseppe Conte, come più volte confessato da Rocco Casalino.C'è da scommettere che zio Gianni Letta saprà come orientare Enrico nella traversata che dovrebbe condurre il Pd a occupare lo spazio elettorale e politico al centro: Letta jr gode inoltre di ottimi rapporti in Europa, non solo con la Francia. Come reagirà Salvini, se Letta scalerà la vetta del Pd? Staremo a vedere, quello che è certo è che il leader della Lega preferirebbe un Pd molto più spostato a sinistra, per avere campo libero tra i moderati. Intanto, sappiamo bene come reagiranno, alla eventuale elezione a segretario di Enrico, i renziani rimasti nel Pd: malissimo, non a caso stanno facendo brutto viso a cattivo gioco, parlando di congresso. Letta è l'avversario numero uno del senatore di Rignano, e non è certo un caso se anche la sinistra interna capitanata da Andrea Orlando, attuale numero due del Nazareno che ambiva (ambisce?) a succedere a Nicola Zingaretti, si sia rassegnato a convergere su Letta: parola d'ordine rottamare il rottamatore, il resto si vedrà.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
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