2022-08-17
Letta accelera sul fine vita. Del Pd
Enrico Letta (Getty Images)
Dopo il disastro delle alleanze, il segretario fa esplodere il partito con le liste. Arruolato Andrea Crisanti, da sempre critico contro il ministro della Salute esaltato il giorno prima dal Nipote. Consumate vendette e rese dei conti: fuori o a rischio molti big, da Luca Lotti a Stefano Ceccanti, da Alessia Morani a Enzo Amendola. Monica Cirinnà furiosa per il seggio difficile.Di solito la resa dei conti in un partito comincia dopo una batosta elettorale. Nel caso del Pd, il regolamento fra bande invece è iniziato prima ancora della sconfitta, che peraltro è data per certa da tutti i sondaggisti. Non so se l’esclusione di alcuni esponenti di spicco della precedente legislatura abbia affrettato le cose. Tuttavia, mi pare evidente che il congresso per decidere la futura leadership del partito sia già avviato. Dunque, più che badare alla campagna elettorale, Enrico Letta nelle prossime settimane dovrà occuparsi di come evitare il funerale della sua segreteria. Del resto, in appena un anno e pochi mesi al vertice, di nemici se n’è fatti un certo numero. Ma se fino a qualche giorno fa pensavo che avrebbe dovuto guardarsi le spalle dagli alleati, a partire da Carlo Calenda, un tipo che ha più pretese che voti, ora non posso non notare che il pericolo vero l’ex presidente del Consiglio lo ha in casa. Ad avergliela giurata infatti sono i compagni di viaggio. O meglio, quelli che avrebbero voluto essere suoi compagni di viaggio, ma che Letta ha lasciato a terra, escludendoli all’ultimo minuto dalle liste. Enricostaisereno, modo di dire ormai entrato nella storia parlamentare, è come se si fosse tolto dalle scarpe tutti i sassolini, eliminando con otto anni di ritardo la vecchia guardia che assieme a Matteo Renzi contribuì a spodestarlo da Palazzo Chigi.Quella di Letta contro Luca Lotti è una vendetta postuma, un regolamento dei conti a distanza, ma non per questo meno eclatante. Fuori uno dei capi di Base riformista, la corrente più moderata del Pd, dentro gente del calibro di Nicola Fratoianni o Roberto Speranza, che moderati non sono e neppure riformisti. Ma non c’è solo la rappresaglia nei confronti di chi nel passato gli ha intralciato la strada. Il segretario del Pd, oltre a eliminare gli avversari interni, mentre non perde occasione per richiamarsi all’agenda Draghi, ha eliminato tutti quelli che in qualche modo si ispiravano agli impegni assunti dall’attuale governo. Infatti, oltre ad aver imbarcato la sinistra dura e pura e i Verdi più acerbi che vi fossero, Letta ha depennato dalle liste persone tipo Stefano Ceccanti o Enzo Amendola, il primo esperto di riforme istituzionali e il secondo ufficiale di collegamento con Bruxelles, uno dei pochi che sa davvero quali siano gli impegni che l’Italia ha preso con l’Europa ma che, a dispetto della competenza, è stato messo in un collegio a perdere.A dimostrazione di quanto siano contraddittorie e poco trasparenti le decisioni del segretario uscente, la scelta di candidare Roberto Speranza ma anche, in puro stile veltroniano, Andrea Crisanti. Il primo è l’uomo che ha imposto il lockdown e pure il green pass agli italiani sebbene né dell’uno né dell’altro si sia dimostrata l’utilità per contenere il Covid. Il secondo invece, è colui che più di tutti ha criticato Speranza, dicendo che il green pass non era una misura dettata da ragioni di salute pubblica, ma soprattutto specificando che l’errore più grande era stato far credere che i vaccinati non si contagiassero. In entrambi i casi, a dettare legge era stato Speranza, ossia quello stesso ministro di cui Letta ha detto di condividere tutto e di essere orgoglioso, salvo poi schierare Crisanti per strizzare un po’ l’occhio a chi ha dubbi sulla strategia contro la pandemia.Sì, Letta, oltre che animato dal desiderio di fare piazza pulita dei presunti nemici, a cominciare da Lotti, si dimostra indeciso a tutto. Un po’ agenda Draghi, ma anche un po’ agenda Fratoianni. Un po’ tendenza Speranza, ma un altro po’ tendenza senza Speranza. In altre parole, non prevedo che nelle prossime settimane Enrico potrà stare molto sereno. I suoi nemici, riformisti o massimalisti come Monica Cirinnà, si daranno un gran da fare per fargliela pagare e lo vedremo già nei prossimi giorni, anche se per lo show down congressuale bisognerà aspettare il 26 settembre, a urne aperte. Ma mentre nel Pd si affilano i coltelli, c’è chi se la ride, come Calenda e Renzi, gli unici che dalla guerra tra bande nel Pd hanno qualche cosa da guadagnare.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)