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2023-09-20
L’eterno rito della transumanza porta in dono i formaggi d’un tempo
iStock
Significa transumanza o, più precisamente, discesa dalla montagna, ma la desmontegada è molto di più. In Trentino Alto Adige è una tradizione consolidata, che non si traduce solo nel percorso degli animali dai pascoli alle valli, ma in una ritualità che coinvolge abitanti e turisti. Sì, perché ogni fine estate le mandrie e le greggi vengono riaccompagnate in pompa magna alle loro stalle dopo aver trascorso tutta la bella stagione a pascolare. Questa azione dal fascino bucolico è un vero e proprio evento per gli abitanti delle valli dolomitiche: bovini, ovini ed equini, «vestiti» di fiori e nastri colorati, sfilano insieme ai malgari, che per l’occasione indossano i loro abiti tradizionali. Oltre ai loro animali, gli allevatori portano con sé anche gli ottimi formaggi prodotti nelle malghe e caratterizzati dal colore giallo oro e dall’aroma inconfondibile. Quello dei campanacci è invece il suono che fa da sfondo ai cortei, manifestazione della gratitudine popolare nei confronti della natura generosa di questa regione. Così, ancor prima che inizi l’autunno, con i primissimi freddi di fine stagione, i paesi celebrano il loro legame con gli animali, compagni di una vita quotidiana caratterizzata dal lavoro. Ecco le date da segnare in agenda.
1 Gran Festa del Desmontegar: 21-24 settembre. Quattro giorni di festa ai piedi delle Pale di San Martino, Patrimonio Unesco dal 2009. Siamo nel comune di Primiero San Martino di Castrozza (Trento). Tra gli appuntamenti della quattro giorni segnaliamo la tradizionale mostra-concorso bovina a Fiera di Primiero (dove ammirare anche i cavalli Nariker e dolci Avelignesi), la passeggiata guidata «En Dì al Maso» attraverso i masi e i prati della Valle del Vanoi e la vera e propria desmontegada: il corteo parte il 24 da Siror, attraversa Fiera di Primiero e Transacqua e si conclude a Tonadico tra musica e balli.
2 San Matè - Descargar la malga: 24 settembre. È nella giornata di San Matè (San Matteo) che le mucche tornano nelle stalle di Saccone di Brentonico. Una manifestazione che coinvolge anche i più piccoli: a loro sono dedicati diversi laboratori e un percorso sensoriale ad hoc. A proposito di percorsi, quest’anno ne è previsto anche uno storico, che parte dal paese e raggiunge l’osservatorio della prima guerra mondiale in località Cornalè.
3 Arrivo della Desmalghjada: 24 settembre. Sempre il 24 la desmalghjada (o desmalgada, altri termini per dire transumanza) viene celebrata anche a Rabbi (Trento). Un’occasione unica per tutti i buongustai, visto che le malghe della zona saranno aperte al pubblico, per degustare i prodotti locali tra mucche vestite a festa e musiche tradizionali.
4 Festival del Gusto & Desmontegada de le Vache: 29 settembre - 1 ottobre. Si tiene a Predazzo (Trento), considerato il giardino geologico delle Alpi: siamo in Val di Fiemme e la desmontegada de le vache è l’evento clou della tre giorni, per il resto caratterizzata da folklore, musica e spettacoli.
Al di là delle desmontegade, settembre è anche il mese del formaggio, onorato in diverse occasioni.
1 Cheese FestiVal di Sole: 2-25 settembre. Al centro il Casolèt, formaggio simbolo di questa valle. Il suo nome proviene dal latino caseolus, che significa piccolo formaggio, che da popolare è divenuto un prodotto di nicchia. Diversi gli eventi a corredo: per scoprirli tutti: visitvaldisole.it.
2 Dì del Formai: 22 settembre. A Tonadico, presso Palazzo Scopoli, esperienze immersive e sensoriali celebrano il legame tra il territorio e il suo «oro bianco». Necessaria la prenotazione.
3 Degustazione di formaggi tipici trentini: 2-30 settembre. È Levico Terme, bellissimo comune termale della Valsugana, a riassumere la bontà di tutti i formaggi della regione ogni sabato pomeriggio di settembre, dalle 17.30 alle 19. Il ritrovo è presso il Ponte dei Sapori, ma anche in questo caso è indispensabile la prenotazione. Basta chiamare il numero 347.9397232.
4 Formai dal Mont: 11-12 novembre. La frazione di Ville d’Anaunia sarà la sede di Formai dal Mont, rassegna che mette in primo piano i formaggi di malga della Val di Non, della Val di Sole e dell’Altopiano della Paganella. Una giuria di esperti voterà il miglior formaggio fresco e stagionato, ma anche i partecipanti potranno dire la loro. Anche in questo caso sono previste diverse attività per i bambini, oltre che visite guidate a Castel Valér e a Castel Nanno.
Per approfondire e trovare tutte le informazioni: Visittrentino.info.
Passeggiate in vigna e degustazioni: il vino si riprende la scena
L’estate è definita la bella stagione, ma altrettanto bella è la sua fine, che in Trentino Alto Adige assume forme, sapori e colori del tutto peculiari. Dal giallo oro dei prodotti caseari si passa al bianco e al nero dell’uva, al centro dei riti legati alla vendemmia e poi protagonista di degustazioni ed eventi. Una volta maturata, l’uva diviene infatti oggetto di celebrazioni che si svolgono tra strade e cantine di borghi e città, che vedono aggirarsi, goderecci e felici, gli amanti dell’enoturismo. Alla base della gioia popolare, la fatica di un lavoro che, in Trentino Alto Adige, produce frutti tangibili e gustosi. Al variare del terroir e persino della mano del vignaiolo variano anche le sfumature olfattive e gustative, tutte da scoprire tra ottobre e novembre. È un modo lento di viaggiare, l’enoturismo, perché è come se volesse seguire con complicità i tempi della macerazione e della fermentazione dei mosti, che solo alla fine, dopo una lunga attesa, si trasformano nel nettare degli dei.Si parte il 7 ottobre con il Wine Trekking Gourmet, passeggiata di lusso ideata dallo chef stellato Alessandro Gilmozzi con la partecipazione dei ristoratori della Val di Fiemme: 5 chilometri da percorrere immersi tra i colori dell’autunno, degustando piatti di livello (come la polentina soffice di pannocchie arrostite), accompagnati da spumanti, vini e grappe del Consorzio Cembrani Doc. Per partecipare è necessaria la prenotazione, chiamando il 393.5503104 o scrivendo a info@cembranidoc.it. Il tour enogastronomico si inserisce all’interno di Dolo-Vini-Miti: il festival dei vini verticali, settimana dedicata ai vini d’alta quota e ai prodotti di montagna (6-15 ottobre).Sempre il 7 ottobre si svolge il Wine Trekking d’autunno, in una Val di Non ammantata dai colori caldi della stagione. Durante l’escursione, presso la Cantina LasteRosse di Romallo di Novella, gli enoturisti possono testare il Groppello, eroico vino locale. Sabato 11 novembre, nella medesima cantina, entra in scena Tortel&Gropel, evento dedicato al vino nuovo e al tortel di patate, un classico della cucina trentina. Per prendere parte al wine trekking o all’evento, chiedere di Silvia al numero di telefono 347.4039376 o scrivere a info@lasterosse.it.Reboro Territorio & Passione è invece una serie di eventi dedicati al vino Reboro e al suo vitigno: il Rebo. Il 27 e 28 ottobre si tengono, in diverse località della Valle dei Laghi, un convegno, una degustazione, visite in cantina e una cena in collaborazione con lo chef stellato Peter Brunel. Occasioni perfette per conoscere questo interessante rosso d’appassimento, favorito dal vento Ora del Garda. Per info: 0461.864116 o info@vinosantotrentino.it.La Strada del Vino e dei Sapori del Trentino propone invece l’unione di degustazioni e bicicletta, in questo caso tra i vigneti di Marzemino (vino decantato nel Don Giovanni di Mozart). Taste&Bike in Vallagarina: si imbocca la ciclabile a Trento in direzione Rovereto e si torna a Trento. In mezzo diverse pause enogastronomiche. Per info: 0461.921863.Un’altra Wine Top Experience è la serie di degustazioni organizzata nella Piana Rotaliana, terra del Teroldego Doc: in autunno si può assaporare questo vino facendo esperienze non convenzionali, come una cena in vigna. Per rimanere aggiornati basta consultare il sito www.pianarotaliana.it. Se si ama lo sport si può sempre optare per una pedalata di 50 chilometri tra la Piana Rotaliana e le colline Avisiane: Giro del Vino 50 tocca i sei borghi del territorio, separati da vigneti color oro, con degli stop in aziende vitivinicole di pregio. Tutte le informazioni su www.girodelvino50.it. Si può persino dormire in cantina, se non in botte: a proporlo sono diversi agriturismi e masi, pubblicati sul sito di Visit Trentino. E ancora: cooking show, aperitivi gourmet, feste dedicate e trekking guidati in boschi e vigneti sono al centro di DivinOttobre, rassegna che si tiene tutti i weekend del mese tra cantine, aziende agricole, ristoranti e agriturismi. Info: 0461.921863 e www.tastetrentino.it. Infine, Simposio Top Wine 2950, un’esperienza da brividi: il 14 ottobre, presso la terrazza del Rifugio Maria, (Passo Pordoi - Canazei, Trento), c’è la possibilità di provare i migliori bianchi, rossi, rosé e spumanti a quasi 3.000 metri di altezza. Maggiori informazioni sul sito www.fassa.com.
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Gli animali, vestiti di fiori e nastri colorati, scendono dalle montagne. E sfilano nei paesi, che accolgono i malgari dopo i mesi passati al pascolo. Un’occasione per provare i prodotti tipici, tra feste e sagre. Finita l’estate, inizia la bella stagione dell’enoturismo. Le escursioni, a piedio in bicicletta, e le visite guidate alle cantine seguono il tempo lento dell’uva. Lo speciale contiene due articoli. Significa transumanza o, più precisamente, discesa dalla montagna, ma la desmontegada è molto di più. In Trentino Alto Adige è una tradizione consolidata, che non si traduce solo nel percorso degli animali dai pascoli alle valli, ma in una ritualità che coinvolge abitanti e turisti. Sì, perché ogni fine estate le mandrie e le greggi vengono riaccompagnate in pompa magna alle loro stalle dopo aver trascorso tutta la bella stagione a pascolare. Questa azione dal fascino bucolico è un vero e proprio evento per gli abitanti delle valli dolomitiche: bovini, ovini ed equini, «vestiti» di fiori e nastri colorati, sfilano insieme ai malgari, che per l’occasione indossano i loro abiti tradizionali. Oltre ai loro animali, gli allevatori portano con sé anche gli ottimi formaggi prodotti nelle malghe e caratterizzati dal colore giallo oro e dall’aroma inconfondibile. Quello dei campanacci è invece il suono che fa da sfondo ai cortei, manifestazione della gratitudine popolare nei confronti della natura generosa di questa regione. Così, ancor prima che inizi l’autunno, con i primissimi freddi di fine stagione, i paesi celebrano il loro legame con gli animali, compagni di una vita quotidiana caratterizzata dal lavoro. Ecco le date da segnare in agenda.1 Gran Festa del Desmontegar: 21-24 settembre. Quattro giorni di festa ai piedi delle Pale di San Martino, Patrimonio Unesco dal 2009. Siamo nel comune di Primiero San Martino di Castrozza (Trento). Tra gli appuntamenti della quattro giorni segnaliamo la tradizionale mostra-concorso bovina a Fiera di Primiero (dove ammirare anche i cavalli Nariker e dolci Avelignesi), la passeggiata guidata «En Dì al Maso» attraverso i masi e i prati della Valle del Vanoi e la vera e propria desmontegada: il corteo parte il 24 da Siror, attraversa Fiera di Primiero e Transacqua e si conclude a Tonadico tra musica e balli. 2 San Matè - Descargar la malga: 24 settembre. È nella giornata di San Matè (San Matteo) che le mucche tornano nelle stalle di Saccone di Brentonico. Una manifestazione che coinvolge anche i più piccoli: a loro sono dedicati diversi laboratori e un percorso sensoriale ad hoc. A proposito di percorsi, quest’anno ne è previsto anche uno storico, che parte dal paese e raggiunge l’osservatorio della prima guerra mondiale in località Cornalè.3 Arrivo della Desmalghjada: 24 settembre. Sempre il 24 la desmalghjada (o desmalgada, altri termini per dire transumanza) viene celebrata anche a Rabbi (Trento). Un’occasione unica per tutti i buongustai, visto che le malghe della zona saranno aperte al pubblico, per degustare i prodotti locali tra mucche vestite a festa e musiche tradizionali.4 Festival del Gusto & Desmontegada de le Vache: 29 settembre - 1 ottobre. Si tiene a Predazzo (Trento), considerato il giardino geologico delle Alpi: siamo in Val di Fiemme e la desmontegada de le vache è l’evento clou della tre giorni, per il resto caratterizzata da folklore, musica e spettacoli.Al di là delle desmontegade, settembre è anche il mese del formaggio, onorato in diverse occasioni.1 Cheese FestiVal di Sole: 2-25 settembre. Al centro il Casolèt, formaggio simbolo di questa valle. Il suo nome proviene dal latino caseolus, che significa piccolo formaggio, che da popolare è divenuto un prodotto di nicchia. Diversi gli eventi a corredo: per scoprirli tutti: visitvaldisole.it.2 Dì del Formai: 22 settembre. A Tonadico, presso Palazzo Scopoli, esperienze immersive e sensoriali celebrano il legame tra il territorio e il suo «oro bianco». Necessaria la prenotazione. 3 Degustazione di formaggi tipici trentini: 2-30 settembre. È Levico Terme, bellissimo comune termale della Valsugana, a riassumere la bontà di tutti i formaggi della regione ogni sabato pomeriggio di settembre, dalle 17.30 alle 19. Il ritrovo è presso il Ponte dei Sapori, ma anche in questo caso è indispensabile la prenotazione. Basta chiamare il numero 347.9397232.4 Formai dal Mont: 11-12 novembre. La frazione di Ville d’Anaunia sarà la sede di Formai dal Mont, rassegna che mette in primo piano i formaggi di malga della Val di Non, della Val di Sole e dell’Altopiano della Paganella. Una giuria di esperti voterà il miglior formaggio fresco e stagionato, ma anche i partecipanti potranno dire la loro. Anche in questo caso sono previste diverse attività per i bambini, oltre che visite guidate a Castel Valér e a Castel Nanno.Per approfondire e trovare tutte le informazioni: Visittrentino.info. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/leterno-rito-della-transumanza-2665701394.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="passeggiate-in-vigna-e-degustazioni-il-vino-si-riprende-la-scena" data-post-id="2665701394" data-published-at="1695233436" data-use-pagination="False"> Passeggiate in vigna e degustazioni: il vino si riprende la scena L’estate è definita la bella stagione, ma altrettanto bella è la sua fine, che in Trentino Alto Adige assume forme, sapori e colori del tutto peculiari. Dal giallo oro dei prodotti caseari si passa al bianco e al nero dell’uva, al centro dei riti legati alla vendemmia e poi protagonista di degustazioni ed eventi. Una volta maturata, l’uva diviene infatti oggetto di celebrazioni che si svolgono tra strade e cantine di borghi e città, che vedono aggirarsi, goderecci e felici, gli amanti dell’enoturismo. Alla base della gioia popolare, la fatica di un lavoro che, in Trentino Alto Adige, produce frutti tangibili e gustosi. Al variare del terroir e persino della mano del vignaiolo variano anche le sfumature olfattive e gustative, tutte da scoprire tra ottobre e novembre. È un modo lento di viaggiare, l’enoturismo, perché è come se volesse seguire con complicità i tempi della macerazione e della fermentazione dei mosti, che solo alla fine, dopo una lunga attesa, si trasformano nel nettare degli dei.Si parte il 7 ottobre con il Wine Trekking Gourmet, passeggiata di lusso ideata dallo chef stellato Alessandro Gilmozzi con la partecipazione dei ristoratori della Val di Fiemme: 5 chilometri da percorrere immersi tra i colori dell’autunno, degustando piatti di livello (come la polentina soffice di pannocchie arrostite), accompagnati da spumanti, vini e grappe del Consorzio Cembrani Doc. Per partecipare è necessaria la prenotazione, chiamando il 393.5503104 o scrivendo a info@cembranidoc.it. Il tour enogastronomico si inserisce all’interno di Dolo-Vini-Miti: il festival dei vini verticali, settimana dedicata ai vini d’alta quota e ai prodotti di montagna (6-15 ottobre).Sempre il 7 ottobre si svolge il Wine Trekking d’autunno, in una Val di Non ammantata dai colori caldi della stagione. Durante l’escursione, presso la Cantina LasteRosse di Romallo di Novella, gli enoturisti possono testare il Groppello, eroico vino locale. Sabato 11 novembre, nella medesima cantina, entra in scena Tortel&Gropel, evento dedicato al vino nuovo e al tortel di patate, un classico della cucina trentina. Per prendere parte al wine trekking o all’evento, chiedere di Silvia al numero di telefono 347.4039376 o scrivere a info@lasterosse.it.Reboro Territorio & Passione è invece una serie di eventi dedicati al vino Reboro e al suo vitigno: il Rebo. Il 27 e 28 ottobre si tengono, in diverse località della Valle dei Laghi, un convegno, una degustazione, visite in cantina e una cena in collaborazione con lo chef stellato Peter Brunel. Occasioni perfette per conoscere questo interessante rosso d’appassimento, favorito dal vento Ora del Garda. Per info: 0461.864116 o info@vinosantotrentino.it.La Strada del Vino e dei Sapori del Trentino propone invece l’unione di degustazioni e bicicletta, in questo caso tra i vigneti di Marzemino (vino decantato nel Don Giovanni di Mozart). Taste&Bike in Vallagarina: si imbocca la ciclabile a Trento in direzione Rovereto e si torna a Trento. In mezzo diverse pause enogastronomiche. Per info: 0461.921863.Un’altra Wine Top Experience è la serie di degustazioni organizzata nella Piana Rotaliana, terra del Teroldego Doc: in autunno si può assaporare questo vino facendo esperienze non convenzionali, come una cena in vigna. Per rimanere aggiornati basta consultare il sito www.pianarotaliana.it. Se si ama lo sport si può sempre optare per una pedalata di 50 chilometri tra la Piana Rotaliana e le colline Avisiane: Giro del Vino 50 tocca i sei borghi del territorio, separati da vigneti color oro, con degli stop in aziende vitivinicole di pregio. Tutte le informazioni su www.girodelvino50.it. Si può persino dormire in cantina, se non in botte: a proporlo sono diversi agriturismi e masi, pubblicati sul sito di Visit Trentino. E ancora: cooking show, aperitivi gourmet, feste dedicate e trekking guidati in boschi e vigneti sono al centro di DivinOttobre, rassegna che si tiene tutti i weekend del mese tra cantine, aziende agricole, ristoranti e agriturismi. Info: 0461.921863 e www.tastetrentino.it. Infine, Simposio Top Wine 2950, un’esperienza da brividi: il 14 ottobre, presso la terrazza del Rifugio Maria, (Passo Pordoi - Canazei, Trento), c’è la possibilità di provare i migliori bianchi, rossi, rosé e spumanti a quasi 3.000 metri di altezza. Maggiori informazioni sul sito www.fassa.com.
Da sinistra: Bruno Migale, Ezio Simonelli, Vittorio Pisani, Luigi De Siervo, Diego Parente e Maurizio Improta
Questa mattina la Lega Serie A ha ricevuto il capo della Polizia, prefetto Vittorio Pisani, insieme ad altri vertici della Polizia, per un incontro dedicato alla sicurezza negli stadi e alla gestione dell’ordine pubblico. Obiettivo comune: sviluppare strumenti e iniziative per un calcio più sicuro, inclusivo e rispettoso.
Oggi, negli uffici milanesi della Lega Calcio Serie A, il mondo del calcio professionistico ha ospitato le istituzioni di pubblica sicurezza per un confronto diretto e costruttivo.
Il capo della Polizia, prefetto Vittorio Pisani, accompagnato da alcune delle figure chiave del dipartimento - il questore di Milano Bruno Migale, il dirigente generale di P.S. prefetto Diego Parente e il presidente dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive Maurizio Improta - ha incontrato i vertici della Lega, guidati dal presidente Ezio Simonelli, dall’amministratore delegato Luigi De Siervo e dall’head of competitions Andrea Butti.
Al centro dell’incontro, durato circa un’ora, temi di grande rilevanza per il calcio italiano: la sicurezza negli stadi e la gestione dell’ordine pubblico durante le partite di Serie A. Secondo quanto emerso, si è trattato di un momento di dialogo concreto, volto a rafforzare la collaborazione tra istituzioni e club, con l’obiettivo di rendere le competizioni sportive sempre più sicure per tifosi, giocatori e operatori.
Il confronto ha permesso di condividere esperienze, criticità e prospettive future, aprendo la strada a un percorso comune per sviluppare strumenti e iniziative capaci di garantire un ambiente rispettoso e inclusivo. La volontà di entrambe le parti è chiara: non solo prevenire episodi di violenza o disordine, ma anche favorire la cultura del rispetto, elemento indispensabile per la crescita del calcio italiano e per la tutela dei tifosi.
«L’incontro di oggi rappresenta un passo importante nella collaborazione tra Lega e Forze dell’Ordine», si sottolinea nella nota ufficiale diffusa al termine della visita dalla Lega Serie A. L’intenzione condivisa è quella di creare un dialogo costante, capace di tradursi in azioni concrete, procedure aggiornate e interventi mirati negli stadi di tutta Italia.
In un contesto sportivo sempre più complesso, dove la passione dei tifosi può trasformarsi rapidamente in tensione, il dialogo tra Lega e Polizia appare strategico. La sfida, spiegano i partecipanti, è costruire una rete di sicurezza che sia preventiva, reattiva e sostenibile, tutelando chi partecipa agli eventi senza compromettere l’atmosfera che caratterizza il calcio italiano.
L’appuntamento di Milano conferma come la sicurezza negli stadi non sia solo un tema operativo, ma un valore condiviso: la Serie A e le forze dell’ordine intendono camminare insieme, passo dopo passo, verso un calcio sempre più sicuro, inclusivo e rispettoso.
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Due bambini svaniti nel nulla. Mamma e papà non hanno potuto fargli neppure gli auguri di compleanno, qualche giorno fa, quando i due fratellini hanno compiuto 5 e 9 anni in comunità. Eppure una telefonata non si nega neanche al peggior delinquente. Dunque perché a questi genitori viene negato il diritto di vedere e sentire i loro figli? Qual è la grave colpa che avrebbero commesso visto che i bimbi stavano bene?
Un allontanamento che oggi mostra troppi lati oscuri. A partire dal modo in cui quel 16 ottobre i bimbi sono stati portati via con la forza, tra le urla strazianti. Alle ore 11.10, come denunciano le telecamere di sorveglianza della casa, i genitori vengono attirati fuori al cancello da due carabinieri. Alle 11.29 spuntano dal bosco una decina di agenti, armati di tutto punto e col giubbotto antiproiettile. E mentre gridano «Pigliali, pigliali tutti!» fanno irruzione nella casa, dove si trovano, da soli, i bambini. I due fratellini vengono portati fuori dagli agenti, il più piccolo messo a sedere, sulle scale, col pigiamino e senza scarpe. E solo quindici minuti dopo, alle 11,43, come registrano le telecamere, arrivano le assistenti sociali che portano via i bambini tra le urla disperate.
Una procedura al di fuori di ogni regola. Che però ottiene l’appoggio della giudice Nadia Todeschini, del Tribunale dei minori di Firenze. Come riferisce un ispettore ripreso dalle telecamere di sorveglianza della casa: «Ho telefonato alla giudice e le ho detto: “Dottoressa, l’operazione è andata bene. I bambini sono con i carabinieri. E adesso sono arrivati gli assistenti sociali”. E la giudice ha risposto: “Non so come ringraziarvi!”».
Dunque, chi ha dato l’ordine di agire in questo modo? E che trauma è stato inferto a questi bambini? Giriamo la domanda a Marina Terragni, Garante per l’infanzia e l’adolescenza. «Per la nostra Costituzione un bambino non può essere prelevato con la forza», conferma, «per di più se non è in borghese. Ci sono delle sentenze della Cassazione. Queste modalità non sono conformi allo Stato di diritto. Se il bambino non vuole andare, i servizi sociali si debbono fermare. Purtroppo ci stiamo abituando a qualcosa che è fuori legge».
Proviamo a chiedere spiegazioni ai servizi sociali dell’unione Montana dei comuni Valtiberina, ma l’accoglienza non è delle migliori. Prima minacciano di chiamare i carabinieri. Poi, la più giovane ci chiude la porta in faccia con un calcio. È Veronica Savignani, che quella mattina, come mostrano le telecamere, afferra il bimbo come un pacco. E mentre lui scalcia e grida disperato - «Aiuto! Lasciatemi andare» - lei lo rimprovera: «Ma perché urli?». Dopo un po’ i toni cambiano. Esce a parlarci Sara Spaterna. C’era anche lei quel giorno, con la collega Roberta Agostini, per portare via i bambini. Ma l’unica cosa di cui si preoccupa è che «è stata rovinata la sua immagine». E alle nostre domande ripete come una cantilena: «Non posso rispondere». Anche la responsabile dei servizi, Francesca Meazzini, contattata al telefono, si trincera dietro un «non posso dirle nulla».
Al Tribunale dei Minoridi Firenze, invece, parte lo scarica barile. La presidente, Silvia Chiarantini, dice che «l’allontanamento è avvenuto secondo le regole di legge». E ci conferma che i genitori possono vedere i figli in incontri protetti. E allora perché da due mesi a mamma e papà non è stata concessa neppure una telefonata? E chi pagherà per il trauma fatto a questi bambini?
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Il premier: «Il governo ci ha creduto fin dall’inizio, impulso decisivo per nuovi traguardi».
«Il governo ha creduto fin dall’inizio in questa sfida e ha fatto la sua parte per raggiungere questo traguardo. Ringrazio i ministri Lollobrigida e Giuli che hanno seguito il dossier, ma è stata una partita che non abbiamo giocato da soli: abbiamo vinto questa sfida insieme al popolo italiano. Questo riconoscimento imprimerà al sistema Italia un impulso decisivo per raggiungere nuovi traguardi».
Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un videomessaggio celebrando l’entrata della cucina italiana nei patrimoni culturali immateriali dell’umanità. È la prima cucina al mondo a essere riconosciuta nella sua interezza. A deliberarlo, all’unanimità, è stato il Comitato intergovernativo dell’Unesco, riunito a New Delhi, in India.
Ansa
I vaccini a Rna messaggero contro il Covid favoriscono e velocizzano, se a dosi ripetute, la crescita di piccoli tumori già presenti nell’organismo e velocizzano la crescita di metastasi. È quanto emerge dalla letteratura scientifica e, in particolare, dagli esperimenti fatti in vitro sulle cellule e quelli sui topi, così come viene esposto nello studio pubblicato lo scorso 2 dicembre sulla rivista Mdpi da Ciro Isidoro, biologo, medico, patologo e oncologo sperimentale, nonché professore ordinario di patologia generale all’Università del Piemonte orientale di Novara. Lo studio è una review, ovvero una sintesi critica dei lavori scientifici pubblicati finora sull’argomento, e le conclusioni a cui arriva sono assai preoccupanti. Dai dati scientifici emerge che sia il vaccino a mRna contro il Covid sia lo stesso virus possono favorire la crescita di tumori e metastasi già esistenti. Inoltre, alla luce dei dati clinici a disposizione, emerge sempre più chiaramente che a questo rischio di tumori e metastasi «accelerati» appaiono più esposti i vaccinati con più dosi. Fa notare Isidoro: «Proprio a causa delle ripetute vaccinazioni i vaccinati sono più soggetti a contagiarsi e dunque - sebbene sia vero che il vaccino li protegge, ma temporaneamente, dal Covid grave - queste persone si ritrovano nella condizione di poter subire contemporaneamente i rischi oncologici provocati da vaccino e virus naturale messi insieme».
Sono diversi i meccanismi cellulari attraverso cui il vaccino può velocizzare l’andamento del cancro analizzati negli studi citati nella review di Isidoro, intitolata «Sars-Cov2 e vaccini anti-Covid-19 a mRna: Esiste un plausibile legame meccanicistico con il cancro?». Tra questi studi, alcuni rilevano che, in conseguenza della vaccinazione anti-Covid a mRna - e anche in conseguenza del Covid -, «si riduce Ace 2», enzima convertitore di una molecola chiamata angiotensina II, favorendo il permanere di questa molecola che favorisce a sua volta la proliferazione dei tumori. Altri dati analizzati nella review dimostrano inoltre che sia il virus che i vaccini di nuova generazione portano ad attivazione di geni e dunque all’attivazione di cellule tumorali. Altri dati ancora mostrano come sia il virus che il vaccino inibiscano l’espressione di proteine che proteggono dalle mutazioni del Dna.
Insomma, il vaccino anti-Covid, così come il virus, interferisce nei meccanismi cellulari di protezione dal cancro esponendo a maggiori rischi chi ha già una predisposizione genetica alla formazione di cellule tumorali e i malati oncologici con tumori dormienti, spiega Isidoro, facendo notare come i vaccinati con tre o più dosi si sono rivelati più esposti al contagio «perché il sistema immunitario in qualche modo viene ingannato e si adatta alla spike e dunque rende queste persone più suscettibili ad infettarsi».
Nella review anche alcune conferme agli esperimenti in vitro che arrivano dal mondo reale, come uno studio retrospettivo basato su un’ampia coorte di individui non vaccinati (595.007) e vaccinati (2.380.028) a Seul, che ha rilevato un’associazione tra vaccinazione e aumento del rischio di cancro alla tiroide, allo stomaco, al colon-retto, al polmone, al seno e alla prostata. «Questi dati se considerati nel loro insieme», spiega Isidoro, «convergono alla stessa conclusione: dovrebbero suscitare sospetti e stimolare una discussione nella comunità scientifica».
D’altra parte, anche Katalin Karikó, la biochimica vincitrice nel 2023 del Nobel per la Medicina proprio in virtù dei suoi studi sull’Rna applicati ai vaccini anti Covid, aveva parlato di questi possibili effetti collaterali di «acceleratore di tumori già esistenti». In particolare, in un’intervista rilasciata a Die Welt lo scorso gennaio, la ricercatrice ungherese aveva riferito della conversazione con una donna sulla quale, due giorni dopo l’inoculazione, era comparso «un grosso nodulo al seno». La signora aveva attribuito l’insorgenza del cancro al vaccino, mentre la scienziata lo escludeva ma tuttavia forniva una spiegazione del fenomeno: «Il cancro c’era già», spiegava Karikó, «e la vaccinazione ha dato una spinta in più al sistema immunitario, così che le cellule di difesa immunitaria si sono precipitate in gran numero sul nemico», sostenendo, infine, che il vaccino avrebbe consentito alla malcapitata di «scoprire più velocemente il cancro», affermazione che ha lasciato e ancor di più oggi lascia - alla luce di questo studio di Isidoro - irrisolti tanti interrogativi, soprattutto di fronte all’incremento in numero dei cosiddetti turbo-cancri e alla riattivazione di metastasi in malati oncologici, tutti eventi che si sono manifestati post vaccinazione anti- Covid e non hanno trovato altro tipo di plausibilità biologica diversa da una possibile correlazione con i preparati a mRna.
«Marginale il gabinetto di Speranza»
Mentre eravamo chiusi in casa durante il lockdown, il più lungo di tutti i Paesi occidentali, ognuno di noi era certo in cuor suo che i decisori che apparecchiavano ogni giorno alle 18 il tragico rito della lettura dei contagi e dei decessi sapessero ciò che stavano facendo. In realtà, al netto di un accettabile margine di impreparazione vista l’emergenza del tutto nuova, nelle tante stanze dei bottoni che il governo Pd-M5S di allora, guidato da Giuseppe Conte, aveva istituito, andavano tutti in ordine sparso. E l’audizione in commissione Covid del proctologo del San Raffaele Pierpaolo Sileri, allora viceministro alla Salute in quota 5 stelle, ha reso ancor più tangibile il livello d’improvvisazione e sciatteria di chi allora prese le decisioni e oggi è impegnato in tripli salti carpiati pur di rinnegarne la paternità. È il caso, ad esempio, del senatore Francesco Boccia del Pd, che ieri è intervenuto con zelante sollecitudine rivolgendo a Sileri alcune domande che son suonate più come ingannevoli asseverazioni. Una per tutte: «Io penso che il gabinetto del ministero della salute (guidato da Roberto Speranza, ndr) fosse assolutamente marginale, decidevano Protezione civile e coordinamento dei ministri». Il senso dell’intervento di Boccia non è difficile da cogliere: minimizzare le responsabilità del primo imputato della malagestione pandemica, Speranza, collega di partito di Boccia, e rovesciare gli oneri ora sul Cts, ora sulla Protezione civile, eventualmente sul governo ma in senso collegiale. «Puoi chiarire questi aspetti così li mettiamo a verbale?», ha chiesto Boccia a Sileri. L’ex sottosegretario alla salute, però, non ha dato la risposta desiderata: «Il mio ruolo era marginale», ha dichiarato Sileri, impegnato a sua volta a liberarsi del peso degli errori e delle omissioni in nome di un malcelato «io non c’ero, e se c’ero dormivo», «il Cts faceva la valutazione scientifica e la dava alla politica. Era il governo che poi decideva». Quello stesso governo dove Speranza, per forza di cose, allora era il componente più rilevante. Sileri ha dichiarato di essere stato isolato dai funzionari del ministero: «Alle riunioni non credo aver preso parte se non una volta» e «i Dpcm li ricevevo direttamente in aula, non ne avevo nemmeno una copia». Che questo racconto sia funzionale all’obiettivo di scaricare le responsabilità su altri, è un dato di fatto, ma l’immagine che ne esce è quella di decisori «inadeguati e tragicomici», come ebbe già ad ammettere l’altro sottosegretario Sandra Zampa (Pd).Anche sull’adozione dell’antiscientifica «terapia» a base di paracetamolo (Tachipirina) e vigile attesa, Sileri ha dichiarato di essere totalmente estraneo alla decisione: «Non so chi ha redatto la circolare del 30 novembre 2020 che dava agli antinfiammatori un ruolo marginale, ne ho scoperto l’esistenza soltanto dopo che era già uscita». Certo, ha ammesso, a novembre poteva essere dato maggiore spazio ai Fans perché «da marzo avevamo capito che non erano poi così malvagi». Bontà sua. Per Alice Buonguerrieri (Fdi) «è la conferma che la gestione del Covid affogasse nella confusione più assoluta». Boccia è tornato all’attacco anche sul piano pandemico: «Alcuni virologi hanno ribadito che era scientificamente impossibile averlo su Sars Cov-2, confermi?». «L'impatto era inatteso, ma ovviamente avere un piano pandemico aggiornato avrebbe fatto grosse differenze», ha replicato Sileri, che nel corso dell’audizione ha anche preso le distanze dalle misure suggerite dall’Oms che «aveva un grosso peso politico da parte dalla Cina». «I burocrati nominati da Speranza sono stati lasciati spadroneggiare per coprire le scelte errate dei vertici politici», è il commento di Antonella Zedda, vicepresidente dei senatori di Fratelli d’Italia, alla «chicca» emersa in commissione: un messaggio di fuoco che l’allora capo di gabinetto del ministero Goffredo Zaccardi indirizzò a Sileri («Stai buono o tiro fuori i dossier che ho nel cassetto», avrebbe scritto).In che mani siamo stati.
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