2019-05-31
Gad Lerner non è un martire, ma un fazioso che non fa ascolti
Sinistra scatenata per il presunto «editto» contro Gad Lerner in Rai. Tutto perché Matteo Salvini ha chiesto: «Il suo ritorno è un cambiamento?». Nessuna censura: semplicemente è di parte (e lo riconosce) e da anni non fa risultati.Era da qualche giorno che tutti noi avvertivamo uno strano disagio, come un senso di vuoto che ci mozzava il respiro. Sulle prime non capivamo di che cosa si trattasse, ma ieri mattina, sfogliando i giornali, abbiamo finalmente compreso: sentivamo la mancanza di un martire progressista. In effetti, dopo le varie professoresse e maestre militanti, non c'era più stato nessuno che gridasse alla censura e piangesse per la discriminazione messa in atto dal nuovo regime sovranista. Ma ecco che, per fortuna, è arrivato Gad Lerner. Attenti, adesso bisogna prestare attenzione, perché qui il lettore in buona fede potrebbe incorrere in un errore. Nominando Lerner, infatti, la reazione di stupore è immediata e comprensibile. Come fa il caro Gad ad essere vittima di censura se, fino a ieri, era lui a sanzionare il pensiero altrui? Come può fare il martire dopo aver insultato alcuni illustri colleghi - tra cui Maurizio Belpietro e Mario Giordano - paragonandoli a propagandisti che nel Ventennio scrivevano su La difesa della razza? Semmai è proprio Lerner a comportarsi da censore. Non solo: Gad è anche il signore che si è divertito a sbertucciare gli elettori di Lega e Fratelli d'Italia, le famose «classi subalterne» composte da analfabeti. Esatto: quelle che Antonio Gramsci avrebbe voluto elevare e proteggere, e che Lerner probabilmente vorrebbe privare del diritto di voto. Stando così le cose, è difficile immaginare che il giornalista possa avere il physique du rôle del martire o che all'improvviso gli siano spuntate le stimmate sotto la barba. Proprio qui sta l'errore. Anche se disprezza gli inferiori o suggerisce velatamente la mordacchia per i colleghi, Lerner può comunque fare la vittima. Il pensiero progressista funziona così: se discrimino gli altri lo faccio per una buona causa e ho ragione; se qualcuno mi critica, mi metto a frignare. Infatti, in un battito d'ali di farfalla, a sinistra è subito sorta una foresta di lamenti. Nicola Zingaretti, segretario del Pd, si è precipitato a gridare che «nelle parole di Salvini contro Gad Lerner si avverte solo il pessimo odore dell'arroganza del potere che tenta di limitare la libertà di pensiero e di opinione. Lo stesso che ha portato a colpire con una sospensione una professoressa di una scuola a Palermo perché ha permesso ai suoi studenti di formarsi».Che cosa ha detto Salvini di così terribile? Si è permesso di notare che cinque puntate in seconda serata su Rai 3 donate a Gad chiavi in mano non sono esattamente un grande segno di rinnovamento per la televisione di Stato. «Lerner torna in Rai, e la controllerei io», ha detto il vicepremier. «Se la Rai del cambiamento passa dal ritorno in video di Gad Lerner... E Fazio e Saviano e Gad Lerner... manca solo Santoro. Chiedo all'amministratore delegato se il cambiamento passa da Lerner che 30 anni fa era in tv ad attaccare la Lega". Salvini, a dire il vero, non ha chiesto nessuna censura: «Mi limiterò a chiedere quanto costa, quanto prende, con quanta gente viene a lavorare», ha detto. «Mi limiterò a non guardarlo. Mi stupisce questa scelta. È un mio parere da telespettatore, poi possono mandare in rete quello che vogliono […]. La vita reale vale di più e quindi viva Gad Lerner». Non sono esattamente le parole di un inquisitore, no? Tuttavia sono bastate per scatenare la furia degli intellettuali impegnati. Secondo Repubblica, «l'editto padano» di Salvini sarebbe addirittura peggiore dell'editto bulgaro di Silvio Berlusconi. Pensate come cambiano i tempi: una volta sembrava che il Cavaliere fosse il male assoluto, il Sultano che ama tagliare la lingua agli oppositori. Ora, invece, quasi lo rimpiangono. Ha scritto Sergio Rizzo che l'intemerata salviniana sarebbe «la manifestazione di una ossessione latente da mesi ma che adesso la sbornia elettorale delle europee minaccia di trasformare in un pericolo serio per il futuro del servizio pubblico». L'editoralista di Repubblica era indignatissimo. Il suo fiammeggiante commento apparso ieri sulla prima pagina del quotidiano, però, un aspetto positivo ce l'aveva. Ci ha ricordato, infatti, che Salvini - almeno riguardo all'emittente pubblica - non si è contraddetto. Il 25 luglio del 2018 il vicepremier disse: «Per la Rai stiamo cercando di scegliere le persone migliori, sganciate da logiche di partito. Ci saranno belle persone». Ora, Gad Lerner è di sicuro bellissimo, dentro e fuori. Ma il suo profilo professionale è esattamente l'opposto di ciò che Salvini chiedeva un anno fa. Tanto per cominciare, non è esattamente un macinatore di ascolti, almeno non più. Motivo per cui La 7 - pur di sinistra - decise di chiudere il suo Infedele. Seguirono esperienze a Laeffe (la tv della Feltrinelli) e poi di nuovo a Rai 3, ma senza folle oceaniche incollate al video. Soprattutto, però, non si può certo sostenere che Gad sia sganciato da logiche di partito. È stato un attivista del Pd, una delle figure simbolo della sinistra. I suoi recenti articoli sulla Lega e sui già citati «subalterni» mostrano che i suoi pregiudizi verso la parte politica avversa non sono certo svaniti. Anzi, da quando ha ripreso a scrivere per Repubblica è diventato più battagliero che mai. Tra l'altro, non più tardi dello scorso agosto, è stato Gad medesimo a descriversi come un residuato bellico. «Sono un borghese benestante, un “radical chic", l'amico di Carlo De Benedetti. Sono tutte cose vere. Per questo la nuova classe dirigente del centrosinistra non partirà certo da quelli come me», disse al Fatto. Ma se il centrosinistra non deve ripartire da lui, perché dovrebbe farlo la Rai?Posto che, finora, nessuno ne ha chiesto la rimozione, e a quanto risulta il suo programma andrà regolarmente in onda, davvero Lerner è indispensabile per viale Mazzini? A noi risulta che non fosse indispensabile nemmeno per Repubblica. Nel 2015, infatti, mollò il giornale che - pare - non gli garantiva compensi adeguati al suo status. Hanno preferito fare a meno della sua voce che alzargli lo stipendio. E dovremmo continuare a pagarlo noi per farci dire che siamo subalterni ignoranti, fascisti e razzisti? Al solito, ovviamente, Gad resterà al suo posto e gli auguriamo tanto successo per il nuovo programma, che seguiremo con enorme interesse. Il punto, però, è che la Rai ha un disperato bisogno di voci nuove. Voci diverse rispetto a Saviano, Fazio (uno così censurato che lo strapagano e lo mandano in onda su Rai 2), Michela Murgia, Concita De Gregorio e tutti gli altri esponenti dell'ideologia dominante. Servono idee fresche, differenti, e non soltanto nei talk show. Anche nelle fiction, nel cinema e in tutti gli altri settori che, fino ad oggi, sono stati dominati - per altro con notevole arroganza - dalla sinistra.Lerner, lo ha riconosciuto persino lui, è un radical chic, e pure piuttosto intollerante. Di personaggi del genere ne abbiamo fin troppi: sarebbe ora che i famigerati populisti si decidessero a dare spazio e visibilità a una cultura differente. Non è la Lega che ha da guadagnarne, bensì tutto il Paese.
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