2020-03-17
L’elicottero delle banche centrali si schianta
Per la prima volta la Fed (che pompa 700 miliardi) e gli altri istituti si coordinano per tagliare tassi, ma i mercati restano in coma. Il Quantitative easing non funziona più: serve contante per le aziende che smettono di produrre. Mario Centeno: «Economia di guerra».Non basta l'intero arsenale delle banche centrali che hanno lanciato l'antivirus in dollari per la liquidità con un'azione coordinata di Fed, Bce, Bank of England, Bank of Canada, Bank of Japan e della svizzera Bns per non far grippare l'economia. Né è servito l'intervento del Fondo Monetario Internazionale che si è detto pronto ad aiutare i Paesi a far fronte all'emergenza coronavirus con 1.000 miliardi di dollari. «Come prima linea di difesa», ha annunciato la direttrice generale dell'Fmi, Kristalina Georgieva, «il Fondo può varare i suoi strumenti di emergenza flessibili e a erogazione rapida per aiutare i Paesi con esigenze finanziarie urgenti». Ma niente, è come curare il virus della recessione con l'aspirina per le Borse che anche ieri sono colate a picco. Con le banche in tracollo sia in Europa sia negli Usa dopo che domenica sera le banche centrali, attraverso un'azione coordinata, hanno tentato invano di rassicurare sulla liquidità correndo in aiuto dei mercati. È arrivato il bazooka della Fed, che azzera i tassi, portandoli in una forchetta da 0 a 0,25, e lancia un massiccio programma di Quantitative easing per acquistare 700 miliardi di dollari di titoli al fine di sostenere l'economia americana e proteggerla dall'impatto del coronavirus. Già ieri pomeriggio la Fed ha offerto 500 miliardi di dollari in un'asta pronti contro termine a un giorno (repo overnight) che non era in calendario. Significa che c'è un cash crunch, un'insufficienza di liquidità in dollari, di dimensioni globali. Le imprese devono liquidare posizioni e fare incetta di liquidità in dollari - a tutt'oggi principale valuta di riserva globale - per far fronte a scadenze, pagamenti, o addirittura per sopravvivere. Otto delle maggiori banche americane, fra le quali JpMorgan e Bank of America, hanno inoltre sospeso gli acquisti di azioni proprie fino a giugno, preferendo concentrarsi nel sostenere i proprio clienti e il Paese. «La decisione sui buyback è in linea con il nostro obiettivo condiviso di usare il capitale e la liquidità per sostenere i singoli, le piccole aziende e l'economia», si legge in una nota del Financial services forum redatto da analisti americani. Aleggia lo spettro di una crisi finanziaria anche peggiore del 2008, in grado di innescare non una recessione ma una depressione globale. E il crollo delle Borse seguito alla riunione della Bce giovedì, al netto degli errori di comunicazione della presidente Christine Lagarde, è frutto dell'impotenza di fatto delle banche centrali. Idem per la mossa della Fed di domenica. Rispetto alla grande crisi del 2008, oggi il commercio è molto più di allora finanziato anche dal settore non bancario, che a questa ondata (insufficiente) di liquidità destinata alle banche non accede. E ruota spesso attorno alla Cina dove la banca centrale (Pboc) terrà la liquidità a un livello ragionevole e sufficiente per garantire un costo dei prestiti basso, assicura il capo del dipartimento per la politica monetaria della banca centrale, Sun Guofeng. Ma l'impatto del virus sul tessuto produttivo è già pesantissimo: la produzione industriale a gennaio-febbraio è scesa del 13,5%, contro attese di +1,5% e il +6,9% di dicembre, e le vendite al dettaglio sono crollate del 20,5% annuo. La People's Bank of China, se e quando esaurirà la liquidità in dollari, potrebbe decidere di liquidare un po' alla volta il suo enorme portafoglio di treasuries americani. Sterilizzando, in parte, i 700 miliardi del Qe lanciato dalla Fed. «Il contenimento forzato sta portando le nostre economie ai tempi di guerra», ha detto il presidente dell'Eurogruppo, Mario Centeno, prima della riunione di ieri iniziata alle 15 e andata avanti fino a tarda sera. Ma in un'economia di guerra anche un helicopter money per distribuire soldi a pioggia non avrà effetto finché non passerà l'emergenza coronavirus. Anzi, questo è proprio il tipo di liquidità che una guerra di solito distrugge. Anche a livello fiscale le grandi armi della politica sono state tutte sparate, la vera battaglia è contro il Covid-19. Secondo gli operatori, saranno decisivi i segnali che arriveranno su un altro fronte, quello sanitario e di gestione dell'emergenza. I leader del G 7 nel comunicato rilasciato al termine del vertice straordinario tenutosi ieri hanno intanto assicurato che verrà tutto quello che è necessario per sostenere l'economia mondiale utilizzando «tutti gli strumenti a loro disposizione» per attutire l'impatto del virus. I ministri delle finanze, inoltre, si consulteranno su base settimanale sulle misure di politica monetaria. C'è intanto attesa anche per l'Ecofin che era in programma per oggi ma è stato rinviato a venerdì in videoconferenza dopo le misure restrittive alla circolazione prese da diversi Stati membri.