2021-08-09
La Lega apre il fronte immigrazione: «Lamorgese assente, così non va»
Luciana Lamorgese e Nicola Molteni (Ansa)
Il sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni: «Si chiede il lasciapassare agli italiani, poi dal mare arriva chiunque: inaccettabile, lo sa bene anche Draghi. Errore abrogare i decreti Sicurezza».Nicola Molteni (Lega) è sottosegretario all'Interno nel governo Draghi.Inutile girarci intorno, la settimana scorsa ha portato con sé un boccone molto amaro, il green pass: sono stati salvati colazioni e pranzi in albergo, ma sono state travolte scuole e università…«Diciamolo chiaramente. Senza la Lega, ci sarebbe stato il green pass su tutto: pure alle elementari e alle medie. E lo avrebbero messo anche su metro e bus. E da subito su treni e aerei. Noi abbiamo lottato per salvare almeno il turismo e le ferie degli italiani, salvaguardando le strutture alberghiere e ricettive e il trasporto locale, e garantendo la scuola in presenza senza green pass, almeno per gli studenti. Certo, mi rendo conto di tante pesanti criticità che restano. Ne dico solo una: se il green pass serve ad aprire, perché le discoteche restano chiuse?».Alcune forze di governo non percepiscono il rischio di dividere il Paese, di aggredire i dubbiosi sul vaccino anziché provare a dialogare?«La funzione della Lega è proprio quella di contrastare questi eccessi. Pensi alle proposte di buon senso del ministro Garavaglia sul turismo. E non dimentichi che senza di noi si starebbe ancora con Arcuri, Bonafede e la Azzolina…».Ha visto la norma che, in una classe, consentirà di togliere le mascherine solo se tutti sono vaccinati? Non è difficile immaginare cosa accadrà all'alunno «renitente»…«Purtroppo ho visto… Ma mi faccia dire che con la Azzolina forse non avremmo nemmeno riavuto la scuola in presenza. Anzi, senza di noi ci sarebbe stato un obbligo vaccinale generalizzato per i minorenni».Un'altra cosa indifendibile è il prezzo per i tamponi. Un universitario che non volesse vaccinarsi e dovesse fare 15 tamponi al mese dovrebbe stanziare 225 euro. Dove vive chi ha immaginato tutto questo?«Ovviamente la realtà di chi vive nel palazzo è spesso diversa da quella di chi sta nel Paese. La Lega si batte per portare nelle istituzioni buon senso e contatto con la vita reale».Siete convinti, come ha detto Salvini, che a settembre, con dati rassicuranti, sia possibile emendare il decreto in sede di conversione? Non temete che si sia entrati in un vicolo cieco?«Noi chiediamo e chiederemo modifiche. Abbiamo sempre detto che le misure vanno legate all'evoluzione dei dati. E già oggi i dati, a partire da ricoveri e terapie intensive, sono buoni».Che senso ha dare l'illusione del Covid zero, obiettivo impossibile? Non era più ragionevole, con le ospedalizzazioni così basse, darsi il traguardo di convivere con il virus e arrivare a gestirlo come un'influenza stagionale? «Io sono convinto che questo sia l'obiettivo da perseguire, coniugando la sicurezza con la libertà e il diritto al lavoro. Insisto a indicare quello che sarebbe successo senza di noi. Ha sentito il segretario del Pd dire che dovrebbero servire vaccino e green pass obbligatori pure per candidarsi? Con questi signori sarebbero a rischio anche i più elementari diritti di cittadinanza».Nella Lega non sono mancati accenti assai diversi tra alcuni parlamentari e alcuni governatori. Normale dialettica o divaricazione vera? «Rappresentiamo il 17% delle aule parlamentari, e molto di più nel Paese: è normale che la Lega sia un partito plurale. Dopo di che, abbiamo un leader che fa la sintesi».Facile immaginare che lei sarà il protagonista del prossimo fronte: è nella scomodissima trincea del Viminale mentre esplodono gli sbarchi. Al 6 agosto, dal 1° gennaio, risultavano 30.398 migranti sbarcati, più di sette volte i 4.042 arrivati nel 2019, quando c'era Salvini al ministero.«È una fotografia allarmante, drammatica, che conferma l'effetto importantissimo svolto a suo tempo dai decreti Sicurezza di Salvini. Averli cancellati è stato un errore clamoroso del Conte bis. Sono preoccupato per l'inerzia di troppi: 8.000 sbarchi solo a luglio... O c'è una risposta europea, o serve una risposta nazionale. Altrimenti che facciamo? Si chiede il green pass ai cittadini italiani, e sulle nostre coste sbarca chiunque?». I decreti Sicurezza contarono più per il loro contenuto o per il loro effetto dissuasivo?«Entrambe le cose. Io li rivendico, ne vado orgoglioso. Abbiamo limitato partenze, sbarchi, morti. Meno immigrati illegali, meno persone irregolari per strada. E non li rimpiango solo io, ma - credo - tantissimi italiani»Ciò che dice chiama inevitabilmente in causa il ministro Lamorgese… «Il ministro - chiunque egli o ella sia in un momento - è l'autorità nazionale di pubblica sicurezza. Salvini ha agito esattamente in quella veste e con quell'obiettivo. Quanto al ministro Lamorgese, credo ci sia un problema. È il motivo per cui Salvini ha di recente affrontato il tema direttamente con Mario Draghi, che ha mostrato attenzione. Credo che il premier abbia piena consapevolezza del fatto che serva un cambio di passo. Abbiamo bisogno di traghetti di turisti, non di traghetti di immigrati».Ci sarà la riunione a quattro tra Draghi, Lamorgese, lei e Salvini? «Me lo auguro. E non solo per l'Italia in genere, ma - me lo faccia dire - per le forze di polizia. Ho visitato alcuni hotspot, anche di recente, e ho verificato condizioni di lavoro inaccettabili: 40 gradi, turni massacranti, rischi di contagio. Lo ripeto: o c'è una risposta globale o serve una risposta nazionale, come fanno tutti gli altri. La Francia sospende Schengen, la Spagna manda i militari, il Regno Unito aggrava le pene per i trafficanti e anche per chi fa ingresso illegale».Il 18 agosto è prevista una riunione dei ministri dell'Interno Ue, ma non si discuterà dei flussi nel Mediterraneo. Ci facciamo prendere in giro? «Male, anzi malissimo: occasione persa. Vedo che ora l'Ue ragiona sul confine tra Bielorussia e Lituania, dove si sta facendo un muro di filo spinato, nel disinteresse generale… Ma le istituzioni europee non hanno sensibilità per ciò che accade da noi?».Ma secondo lei qualcuno (tipo la Lamorgese) crede ancora a schemi come quello di Malta, basati su distribuzioni volontarie tra i Paesi? Ovvio che non ci stia nessuno…«Qualcuno ci ha creduto, e ha fallito. Oggi l'Ue non fa distribuzione di migranti, né efficace cooperazione internazionale, né rimpatri. Il premier Draghi disse molto giustamente che serviva un equilibrio tra responsabilità nazionale e solidarietà europea. Dunque, se nessuno agisce a Bruxelles, occorre fare da noi. Vedo che ora si parla di accordi di partenariato con Libia e Tunisia a ottobre, cioè a estate finita: ci rendiamo conto?».Realisticamente, cosa si dovrebbe pretendere in Ue? E di conseguenza, in caso di diniego, cosa dovremmo fare per conto nostro?«Negli anni, all'Europa abbiamo già chiesto quello che c'era da chiedere: redistribuzione, accordi bilaterali, difesa delle frontiere esterne. E non abbiamo visto nulla. E allora che fare? Noi non abbiamo bisogno di promettere: possiamo dire quello che abbiamo già fatto ai tempi di Salvini ministro, e cioè i decreti Sicurezza. Abbiamo ridotto sbarchi, ingressi, morti, abbiamo chiuso i centri-lager. Occorre ripartire da lì. E senza di noi avremmo da un lato lo ius soli e dall'altro un'altra missione Mare Nostrum».Ma proporre a Pd e M5S di rifare i decreti sicurezza mi pare politicamente difficile. Dove può stare un punto d'incontro?«Loro avevano garantito che si sarebbe lavorato per un'intesa fattiva in sede Ue. E invece zero. Oggi sento e vedo telefonate da e con Bruxelles, visite in Libia e Tunisia, tante pacche sulle spalle… Ma altri quattro mesi così non ce li possiamo permettere. Gli italiani costretti a tirare fuori il green pass e il caos sulle coste… È iniquo e inaccettabile».Sulla Tunisia, siamo agli incontri con l'ambasciata…«La deflagrazione eventuale della Tunisia sarebbe catastrofica. C'è una crisi sociale, economica e politica, e con zero vaccinazioni. Già abbiamo 7-8.000 tunisini sbarcati… Temo anche che il caos possa essere lo strumento di una penetrazione fondamentalista».Intanto gli sbarchi proseguono…«Mentre stiamo parlando, ci sono due navi-Ong con 800 migranti a bordo che stanno sbarcando. Un grande Paese come il nostro non può essere preso per i fondelli da Ong straniere. Sbarchino nei Paesi di origine o di bandiera. Se i ministri competenti, Interno ed Esteri, non dicono nulla, è un altro problema».Qual è la situazione al confine Nord-Est? «Abbiamo molti fronti. C'è la rotta balcanica a Nord-Est, che è di fatto aperta. Ci sono gli sbarchi nel Mediterraneo, come abbiamo già detto. E, nonostante gli accordi tra l'Ue e la Turchia mediati dalla Merkel, con 9 miliardi a Erdogan, dal lato turco ci sono arrivi sia via terra sia tramite barconi e barchini».Domanda inevitabile: siete consapevoli che se il governo cede sull'immigrazione sarà durissimo per la Lega continuare a sostenere la bontà dell'esecutivo Draghi?«La prima forza politica del Paese, nel momento della nascita del governo Draghi, non poteva stare a guardare. Proprio perché abbiamo l'ambizione di governare presto l'Italia con il centrodestra, non potevamo subire il Conte ter e aspettare di gestire le successive macerie. Detto questo, l'immigrazione illegale va contrastata non per fare un piacere a noi, ma per evitare che l'Italia venga travolta, a maggior ragione mentre cerchiamo di uscire da una crisi sanitaria ed economica. So per certo che con Salvini ministro non saremmo in questo stato di cose. Confido nella consapevolezza del premier sulla gravità della situazione».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)