2025-02-09
Lega e Fi «piallano» la Corte penale: «Tratta Netanyahu come i terroristi»
Matteo Salvini: «Va messa in discussione». Maurizio Gasparri: «Il procuratore difendeva dittatori». Elly Schlein insiste: «Il premier venga in Aula».Quando devi tenere un importante discorso politico di fronte ai tuoi alleati europei, in un raduno di quelli storici non solo per il calibro dei presenti (tutti i leader dei principali partiti del nuovo gruppo dei Patrioti) ma anche per il momento in cui avviene (il primo dall’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump e dal lancio di Mega - Make Europe Great Again - da parte di Elon Musk), nemmeno una virgola può essere messa a caso. Se, dunque, ieri a Madrid il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha deciso di attaccare la Corte penale internazionale, lo ha fatto con cognizione di causa. All’interno di un discorso in cui ha richiamato l’attenzione sui fallimenti dell’Unione europea e sulla difesa della libertà di pensiero, il vicepremier ha lanciato una stoccata contro un organismo sovranazionale come la Cpi (ma anche l’Oms), rea di mettere «sullo stesso piano i terroristi di Hamas e un premier democraticamente eletto come Benjamin Netanyahu».«Meno Europa e più libertà» significa anche questo: meno multilateralismo (specialmente se incarnato da istituzioni ormai degradate e consumate dagli interessi privati) e più rapporti bilaterali. La presa di posizione contro la Cpi, d’altra parte, non vuole solo perorare la causa del governo italiano nell’attuale conflitto con il tribunale internazionale, ma anche tentare di inserire il Carroccio e il terzo gruppo politico di Bruxelles nel solco della rivoluzione trumpiana, volta a sopprimere le già moribonde istituzioni che hanno dato forma all’ordine mondiale liberale. Sbaglia, tuttavia, chi gioca a vederci un asservimento del partito agli Stati Uniti, perché queste sono le posizioni che la Lega tiene almeno dal 2014. Più inusuale, invece, è assistere a invettive così dure contro organismi come la Cpi da parte di Forza Italia. Dopo Antonio Tajani, ieri ci ha pensato il presidente dei senatori azzurri, Maurizio Gasparri, a rincarare la dose. «La Corte internazionale fa ridere i polli», ha dichiarato riferendosi al caso Almasri. «C’era il bollino blu su questo libico», ha spiegato Gasparri, «che vuol dire “ti controllo ma non ti arresto”. All’improvviso arriva in Italia il 18 gennaio ed il bollino diventa rosso, che vuol dire “ti arresto”. Ora mi chiedo che cosa è successo per far passare il bollino da blu a rosso. I fatti che vengono addebitati a costui sono precedenti di anni. Quindi andava arrestato in Germania, in Belgio, ovunque fosse». Tutto ciò, continua, menzionando anche il comportamento tenuto nei confronti di Netanyahu, «lede la reputazione della Corte penale internazionale, che ha come procuratore un avvocato che ha difeso il figlio di Gheddafi e dittatori vari. Da difensore dei peggiori diventa procuratore per punire i peggiori».Dall’altro lato, invece, chi nell’ordine mondiale liberale ci ha sguazzato allegramente non può che arroccarsi dietro la difesa delle sue istituzioni. E, dai banchi dell’opposizione, attaccare il governo. È una «vergogna che l’Italia abbia deciso di non firmare la difesa della Corte penale internazionale», ha dichiarato Elly Schlein durante il congresso di +Europa. «Meloni non può continuare a scappare, deve venire in Parlamento a chiarire», prosegue il segretario del Pd riferendosi al caso Almasri. «I due ministri non hanno dato risposte» e hanno «continuato a contraddirsi tra loro». «Ministri del nostro governo attaccano la Cpi mentre l’Europa e l’Onu la difendono dagli attacchi di Donald Trump e della destra», le fa eco Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato. Anche il capo del M5s, Giuseppe Conte, insiste sullo stesso ritornello: «Oggi l’Italia si ritrova con grande disonore a calpestare la giustizia internazionale», ha detto intervenendo ad Accordi e Disaccordi. «Io dico: Meloni, presidente del Consiglio, leader di Fratelli d’Italia che per tradizione si richiama ai valori dell’onore, dov’è il tuo onore? Parlate sempre di onore, dov’è l’onore che non ti sei presentata nemmeno in Parlamento alla richiesta di informativa a spiegare a noi parlamentari e al Paese come e perché esponi il Paese a questa vergogna». «La decisione della premier Meloni di non sostenere la Corte penale internazionale è gravissima e inaccettabile», scrive in una nota Angelo Bonelli, deputato di Avs, «presa senza alcuna discussione parlamentare e in totale spregio del ruolo dell’Italia sulla scena internazionale. Mentre 79 Paesi che aderiscono all’Onu, tra loro quasi tutti i Paesi che aderiscono all’Unione Europea, firmano a sostegno della Corte penale internazionale, il governo Meloni si piega alla volontà di Trump, isolando l’Italia dai suoi alleati storici». Sulla stessa linea anche Riccardo Magi, segretario di +Europa: «È gravissimo che l’Italia partecipi attivamente alla delegittimazione della Corte penale internazionale». Nicola Fratoianni, invece, se l’è presa con Antonio Tajani, le cui affermazioni contro la Cpi considera «indecenti», attaccando il ministro degli Esteri anche per aver fatto «spallucce» di fronte al mandato d’arresto contro Netanyahu.
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