2020-09-22
Le urne decretano il pareggio: 3-3. Ma continua il tracollo dei 5 stelle
Toscana, Puglia e Campania restano al Pd, Veneto e Liguria al centrodestra, che conquista le Marche In Valle d'Aosta lo scrutinio inizierà oggi: secondo gli exit poll, la Lega è il primo partito al 20-24%.È finita 3 a 3. Il centrodestra si è preso la terza Regione e le Marche non sono più rosse. Il candidato Francesco Acquaroli, esponente di Fratelli d'Italia e sostenuto dall'intera coalizione, è in testa con il 48,6%. Sarà il nuovo governatore, interrompendo 25 anni di giunte a guida centrosinistra. I risultati quasi definitivi delle Regionali, arrivati dopo lo scrutinio delle schede referendarie, hanno segnalato le altre due vittorie schiaccianti del centrodestra, in Veneto e in Liguria, dove i due presidenti uscenti, Luca Zaia con il 75,7% dei voti e Giovanni Toti con il 55,2%, sono in vantaggio con grande stacco dai candidati avversari. L'iniziale testa a testa in Puglia, tra Michele Emiliano e Raffaele Fitto, con il passare delle ore è risultato sempre più a favore del governatore dem: 45,9% dei voti contro il 39,3% del candidato di centrodestra che sperava di tornare alla presidenza della Regione. Toscana e Campania restano al centrosinistra, con Eugenio Giani e Vincenzo De Luca dati rispettivamente al 48,9% e al 67,3%. In Valle d'Aosta (dove si vota con un sistema elettorale diverso rispetto alle altre Regioni), stando all'exit poll Opinio Italia per la Rai, il primo partito è la Lega (20-24%) che correva da sola, mentre Forza Italia e Fratelli d'Italia che si presentavano con una lista unica sarebbero intorno all'8-10%. Gli scrutini inizieranno questa mattina. Il Movimento 5 stelle che, secondo l'ex capo politico, Luigi Di Maio, dovrebbe esultare per quasi il 70% dei sì al referendum sul taglio dei parlamentari, dalle Regionali esce stracciato. Il candidato pentastellato in Veneto, Enrico Cappelletti, è al 3,3%; Irene Galletti in Toscana al 6,4%; Gian Mario Mercorelli nelle Marche ha l'8,8%. Poco meglio fa Valeria Ciarambino in Campania con il 12,9%. È questa la prima fotografia dopo delle elezioni del 20 e 21 settembre in sette Regioni: Campania, Puglia, Veneto, Toscana, Liguria, Marche e Valle d'Aosta che hanno interessato 18.471.692 elettori; 5.703.817 quelli nei 957 Comuni al voto. «Sono state elezioni particolarmente complesse ma nonostante il Covid-19 si sono svolte in piena sicurezza», ha dichiarato ieri pomeriggio il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, preferendo esordire con i dati relativi alle distribuzioni di gel e mascherine, piuttosto che fornire subito i risultati sull'affluenza, comunicati dal Viminale solo un paio d'ore più tardi. Nel referendum ha votato il 53% degli aventi diritti, mentre per le Regionali la partecipazione in Campania, Liguria, Puglia e Veneto è stata del 57,21%. In Toscana l'affluenza ha raggiunto il 62,6%, Marche, Toscana e Valle d'Aosta non si avvalgono del sistema informativo elettorale del ministero dell'Interno. Le sezioni ordinarie sono state 61.222, 200 quelle ospedaliere e 3.097 le richieste giunte per i seggi speciali da parte di italiani in quarantena domiciliare, perché in attesa di tampone o positivi al coronavirus. Una percentuale davvero bassa di italiani raggiunti a casa per poter votare. Si poteva fare senz'altro di più anche se la Lamorgese ha tenuto a ringraziare il lavoro fatto dai volontari della Protezione civile. Il trionfo annunciato del leghista Luca Zaia in Veneto, al suo terzo mandato, ha polverizzato l'avversario Arturo Lorenzoni (16,6% dei voti) in corsa per il Partito democratico ma senza Iv, che si presentava da sola con Daniela Sbrollini, senatrice del partito fondato da Renzi nel 2018. La Sbrollini ha raccolto lo 0,60% dei voti. La lista personale del governatore Zaia sarebbe oltre il 52%. Matteo Salvini, leader della Lega, in un post ha scritto: «Come sempre e più di sempre, anche questa volta dico grazie ai milioni di italiane e di italiani che ci hanno dato fiducia. Se i dati verranno confermati, da domani (oggi, ndr), Lega e centrodestra saranno alla guida di 15 Regioni su 20! E anche dove non ce l'abbiamo fatta, tutti al lavoro con un solo obiettivo: aiutare, proteggere e far crescere la nostra bellissima Italia». Confermatissimo anche il presidente uscente della Liguria, Giovanni Toti, contro il quale nulla ha potuto il candidato dell'unica coalizione Pd-M5s messa in piedi per queste Regionali. Ferruccio Sansa, infatti, che non era sostenuto dai renziani, non è andato oltre il 40%. «Grazie Liguria! Altri cinque anni insieme per rendere meravigliosa la nostra regione», è stato il primo commento sui social di Toti. In Toscana la candidata del centrodestra, la leghista Susanna Ceccardi, data al 40%, ha combattuto una battaglia unica, cercando di prendere la roccaforte rossa. Attorno all'avversario di centrosinistra, Eugenio Giani, si erano però mossi compatti il Pd e Italia viva. Una replica di quanto accadde lo scorso gennaio in Emilia Romagna, quando il popolo dem fece quadrato per far rieleggere Stefano Bonaccini. «È stata una bella partita. Io ci ho creduto fino alla fine e non mi sono risparmiata un secondo. Ci ho messo anima e cuore, insieme a tutti quelli che mi hanno aiutata», ha scritto la Ceccardi su Facebook, ringraziando tutti coloro che hanno corso con lei. «Grazie a tutti voi amici, perché siete sognatori che amano la nostra Toscana come nessuno», ha concluso, augurando «buon lavoro a Eugenio Giani, con l'auspicio che lavori per il bene di tutti i toscani». In Campania, dove ha votato il 54,43% degli elettori, il centrosinistra è riuscito a riconfermarsi e a far rieleggere il settantunenne Vincenzo De Luca, sostenuto da ben 15 liste. Contro di lui, per la terza sfida dal 2010, c'era Stefano Caldoro (16,3% dei voti), candidato del centrodestra che ha riconosciuto l'effetto «rassicurante» del governatore uscente. «L'elemento generale è dato dalla valanga dei presidenti in carica durante il Covid, che sono stati visti come punto di riferimento dai cittadini. È un elemento nazionale, che ha avuto lo stesso effetto in Campania, accompagnato da una macchina da guerra delle liste del centrosinistra, che hanno avuto un'affermazione molto forte», ha commentato Caldoro. In Campania correva anche Valeria Ciarambino, al suo secondo tentativo in Regione e che sul suo sito si definisce «cittadina campana prima ancora che portavoce del Movimento 5 stelle». Nelle Marche, dove il voto disgiunto tra partito e candidato non era consentito, Maurizio Mangialardi, esponente dem, sindaco di Senigallia e presidente di Anci Marche, ha ottenuto il 37,4% mentre l'avversario di centrodestra e prossimo presidente della Regione, Acquaroli, l'ha superato di quasi dieci punti. Staccatissimo dai primi due, con il 8,8%, il grillino Gian Mario Mercorelli che fino all'ultimo ha rifiutato l'accordo per una candidatura unitaria con il Pd. In Puglia la partita era a quattro, tra il dem Michele Emiliano (45,9%), Raffaele Fitto, candidato del centrodestra (39,3%), Ivan Scalfarotto di Italia viva e Azione (1,7% dei voti) e Antonella Laricchia del M5s (12,1%). Movimento che alle ultime politiche in Regione aveva fatto il pieno dei voti.
Duilio Poggiolini (Getty Images)
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