2022-11-15
Le toghe randellano i bilanci dell’Iss
Silvio Brusaferro (Imagoeconomica)
«Troppa approssimazione»: i magistrati criticano la gestione dell’ente, che spende più per board e Cts che per i ricercatori. Nel 2021, sono lievitati compensi e rimborsi del cda.Circa mezzo milione di euro in compensi destinati a presidente, consiglio d’amministrazione e altre cariche dell’Istituto superiore di sanità. Dalla relazione della Corte dei conti sulla gestione finanziaria 2021, risulta un incremento del 14% rispetto al 2020, mentre le spese per il personale sono state + 0,4%. L’ente, che aveva assunto un ruolo primario durante l’emergenza sanitaria, paga di più per board e Cts che per ricercatori e tecnologi. Non solo, l’aumento degli oneri è dovuto in gran parte al personale a tempo determinato. È quanto rileva lo stesso organo di controllo contabile della gestione delle risorse pubbliche, ribadendo che la programmazione del fabbisogno di personale dell’Istituto superiore di sanità, presieduto da Silvio Brusaferro, «presenta aspetti di scarsa chiarezza e approssimazione nella definizione della consistenza della dotazione organica, e delle reali esigenze finalizzate alla realizzazione degli obiettivi programmatici». Le risorse umane dell’Iss, al 31 dicembre 2021, erano composte da 1.710 addetti a tempo indeterminato e 157 a tempo determinato, quindi l’istituto, che ha come mission «la tutela della salute dei cittadini e l’attività di consulenza in materia di sanità pubblica», ed è stato definito «servizio pubblico essenziale», preferisce lavorare con contratti a termine. Dipendenti a tempo determinato, ricercatori con borsa di studio e collaboratori esterni scelti attraverso procedure di reclutamento. Non solo, ci si aspetterebbe che sia il sancta sanctorum di uomini di scienza, mentre prevale il personale tecnico e amministrativo (938 unità) rispetto a quello di ricerca (772). Lo scorso anno, il personale di ricerca e tecnologie aveva subito un calo del 30% rispetto al 2020. In ogni caso, è un carrozzone da più di 120 milioni euro l’anno di spesa tra retribuzioni, buoni pasto e assicurazioni (2.954.869 euro), missioni in Italia e all’estero (154.287 euro). In quanto ente sottoposto alle norme di contenimento della spesa pubblica (per il 91,5% dipende da trasferimenti pubblici, cioè da ministeri e presidenza del Consiglio, Regioni, Unione europea e molti altri organismi), viene invitato dalla Corte dei conti «a effettuare una ricognizione completa e trasparente della consistenza del personale».Ma torniamo al capitolo remunerazioni del vertice dell’Iss. Se il compenso del presidente è sceso da 134.890 euro a 130.000 euro, senza più rimborso spese, quello del consiglio di amministrazione è passato da 66.667 euro nel 2020 a 88.000 nel 2021 (+20%) con una lievitazione del 126,3% dei rimborsi spesa, come voce a parte. I compensi del Comitato tecnico scientifico sono cresciuti del 3.630,3%, erano 1.918 nel 2020 per diventare 71.548 l’anno successivo. Soldi proprio ben spese, verrebbe da commentare, guardando l’attività svolta dagli esperti in campagna vaccinale e durante le chiusure suggerite/imposte lo scorso anno.I compensi dell’Organismo indipendente di valutazione (Oiv) sono rimasti 36.000, però i rimborsi spese hanno avuto un’impennata del 73,5%, mentre le spese per «altri incarichi istituzionali» sono cresciute del 18,4%. Tra una voce è l’altra, si arriva a 465.330 euro nel 2021. Ecco perché la Corte «raccomanda all’Istituto la necessità di monitorare costantemente l’andamento di tali spese».Il 2021 si è comunque chiude con risultato economico positivo per l’Iss (+43,52%) pari a 1.533.234 euro rispetto al 2020 (in cui ammontava ad euro 1.068.294). Se sono calati i ricavi per «prestazioni a terzi», quali i controlli di Stato su prodotti tossicologici (-30,3%), sono cresciuti i proventi dai controlli per sieri e vaccini (+ 14,6%) ed enormemente quelli derivanti dallo sfruttamento di brevetti e dalle attività di certificazione (+415,64%).