2020-12-01
Le Regioni vanno in soccorso dello sci ma per i giallorossi sono solo capricci
Alberto Cirio (Nicolò Campo/LightRocket via Getty Images)
Ultimo appello per salvare il turismo: «Skipass per chi pernotta». Il vertice di oggi con il governo parte però in salita. Francesco Boccia: «Niente deroghe e coprifuoco a Capodanno». Giovanni Toti: «Libertà di muoversi tra colori uguali».Il dpcm natalizio non dovrebbe prevedere spostamenti tra zone gialle fino all'Epifania. Chi lavora sotto le feste sarà penalizzato.Lo speciale contiene due articoli.Arriva il dpcm natalizio, e per gli italiani la minestra da digerire è sempre la solita: confusione, caos, conferme, smentite. Le (quasi) certezze, nella marea di indiscrezioni che come sempre circolano prima del varo di ogni dpcm, sono poche: il nuovo decreto dovrà essere firmato dal premier Giuseppe Conte entro la mezzanotte del 3 dicembre, e resterà in vigore fino alla fine delle festività; il coprifuoco resterà alle 22, nonostante in molti, dentro e fuori il governo, chiedano un po' di elasticità almeno per le sere della vigilia di Natale e di Capodanno; le diocesi faranno in modo che le celebrazioni del 24 dicembre siano anticipate, per venire incontro alle esigenze dei fedeli costretti a tornare a casa entro le 22; non ci si potrà muovere neanche tra Regioni «gialle», salvo deroghe ancora allo studio del governo, come ad esempio per gli studenti fuori sede, per chi deve raggiungere i familiari e così via. Ieri pomeriggio si è riunita in video la Conferenza delle Regioni per discutere delle proposte da portare al governo in vista del prossimo dpcm con le misure anti Covid. Domani, il ministro della Salute, Roberto Speranza, illustrerà il testo in Parlamento: restano poche ore per sciogliere gli ultimi nodi.Oggi, ci sarà il confronto tra le Regioni e il governo, ma a sentire il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, la rotta è già tracciata, ed è all'insegna del rigore. Dunque, difficilmente verranno accolte richieste come quella di tenere aperti i ristoranti la sera, almeno nei giorni festivi, e quella di riaprire, seppure con mille limiti, gli impianti sciistici: «Se decidiamo che c'è un limite di orario per gli spostamenti», dice Boccia a Rainwes24, «si torna a casa indipendentemente da quello che c'è da fare. L'inizio del nuovo anno si festeggia a casa, se in cambio hai protetto la salute».«Riteniamo», spiega il presidente della Liguria, Giovanni Toti, vicepresidente della Conferenza delle Regioni, parlando delle richieste delle Regioni al termine della riunione, «che il principio del divieto di assembramento debba essere il principio cardine per un criterio di equità. Risulta secondo le Regioni poco convincente che in alcune attività si possa creare anche un involontario assembramento, e il riferimento è alle foto apparse sui quotidiani circa le principali vie dello shopping , e al contempo si vietino altre attività che magari assembramento ne creano di meno. Occorrerà tenere presente che servono altre misure che siano corrette giuste ed eque. Le Regioni», aggiunge Toti, «vogliono comprendere se, oltre alle zone gialle, arancioni e rosse, sia possibile prevedere un'ulteriore fascia (bianca, ndr) con maggiori possibilità economiche, se i dati sanitari lo consentiranno. Su tutte, la possibilità di tenere aperti bar e ristoranti anche in orario serale, non certo per un orario illimitato o per fare feste, ma con tutte le disposizioni di sicurezza previste dalle linee guida. Domani (oggi, ndr) chiederemo al governo di aprire gli impianti sciistici per i soli ospiti delle seconde case, degli alberghi e degli affittacamere. Le Regioni si sono interrogate», prosegue Toti, «sulla possibile chiusura dei confini nazionali per evitare che il nostro pubblico vada a sciare in Svizzera, Slovenia o Austria. Non vorremmo subire oltre al danno la beffa di veder partire persone che poi tornano importando il contagio. Torniamo a chiedere ristori per le categorie che avranno a soffrire di un Natale stretto tra i vari divieti». «Riteniamo», dice ancora Toti, «che tra una Regione gialla e un'altra gialla, tra una rossa e un'altra rossa, ci si debba poter spostare visto che il virus circola in egual modo. In base al principio dei vasi comunicanti chiederemo al governo di consentire gli spostamenti interregionale». Il divieto di mobilità anche tra Regioni «gialle» dovrebbe entrare in vigore il 20 dicembre. Condizionale sempre d'obbligo, perché il governo naviga a vista.Pontifica come sempre Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza con licenza di sparare sentenze e giudizi: «Tutti vogliono tornare alla normalità», monita Ricciardi, «ma sappiamo che non sarà possibile per molti mesi e probabilmente per molti anni. Queste cose bisogna dirle. Noi scienziati ce lo possiamo permettere, i politici no, perché vogliono il consenso, vogliono rassicurare i cittadini, e li espongono così al rischio. Il problema è sempre la tensione tra governo e Regioni, che vedono i colori come degli stigma. Sono pressate dall'economia locale, e non si rendono conto che dobbiamo prima risolvere in modo stabile la curva epidemica».Non è dato sapere se tra i politici che mentono ai cittadini ci sia pure il «suo» ministro Speranza. Si lamenta degli assembramenti per lo shopping il presidente del Piemonte, Alberto Cirio: «Quello che ho visto in alcune vie a Torino», dice Cirio a Radio Veronica One, «è qualcosa che mi riporta con la mente in estate e non possiamo permettercelo». «Anche se quest'anno non possiamo festeggiare normalmente», dice il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Ghebreyesus, «prepariamo un piano per festeggiare con la famiglia e gli amici una volta che sarà sicuro farlo. La pandemia di Covid-19 finirà». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/le-regioni-vanno-in-soccorso-dello-sci-ma-per-i-giallorossi-sono-solo-capricci-2649085377.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="beffa-per-le-seconde-case-dopo-il-20-dicembre-diventeranno-inaccessibili" data-post-id="2649085377" data-published-at="1606767316" data-use-pagination="False"> Beffa per le seconde case. Dopo il 20 dicembre diventeranno inaccessibili Niente vacanza natalizia nella seconda casa: il nuovo dpcm, che dovrà essere firmato dal premier, Giuseppe Conte, entro la mezzanotte del 3 dicembre, impedirà molto probabilmente di spostarsi tra le Regioni, anche quelle «gialle», dal 20 dicembre al 6 gennaio. La situazione attuale, lo ricordiamo, prevede che tra le Regioni gialle sia possibile spostarsi; nelle Regioni arancioni e in quelle rosse non ci si può muovere dal proprio Comune, salvo che per ragioni di lavoro, salute o urgenza. Prevedendo che però entro la metà di dicembre la maggior parte delle Regioni italiane saranno gialle, il governo pensa al divieto di mobilità generalizzato per limitare gli spostamenti. Dunque, se il governo varerà effettivamente questa «stretta» natalizia, chi ha una seconda casa in una Regione «gialla e risiede in un'altra Regione gialla dovrebbe muoversi prima del 20 dicembre per raggiungerla. Ciò vuol dire che saranno penalizzati tutti quelli che lavorano, e che quindi non hanno la possibilità di spostarsi prima della data prevista per lo stop alla mobilità tra le Regioni. Naturalmente, sarà possibile raggiungere lo stesso la seconda casa se c'è un'urgenza legata a un problema, a una riparazione o a una visita dei ladri. «È brutto dirlo», conferma alla Stampa il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, a proposito dello stop alla mobilità, «ma credo sia necessario. Dobbiamo ridurre le possibilità di contagio. Entro la fine di dicembre è verosimile che la maggior parte delle Regioni siano in fascia gialla e a quel punto sarebbero sufficienti i pranzi di Natale con dei positivi a tavola per rischiare una strage. Le seconde case? Se ne sta discutendo. Il punto, in questo caso», aggiunge Sileri, «è con quante persone si va nelle seconde case. Se è lo stesso nucleo familiare a spostarsi, non cambia moltissimo. Resta però la raccomandazione ad avere un numero ristretto di invitati: direi sei, anche se non è un numero magico. E che non siano sei invitati diversi a ogni pasto. Anche il coprifuoco, poi, deve restare alle 22». Il tema delle seconde case è legato a filo doppio a quello della richiesta della riapertura, seppure tra mille limitazioni, degli impianti sciistici. Veneto, Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e le Province Autonome di Bolzano e di Trento, hanno presentato al governo una proposta di mediazione per evitare un completo tracollo del settore turistico invernale, che prevede, in sintesi, la possibilità di aprire gli impianti di risalita in occasione delle prossime festività natalizie per gli ospiti degli alberghi e appunto delle seconde case. Una richiesta che, stando a quanto preannunciato da Sileri, non avrà riscontro positivo da parte del governo. L'ennesimo schiaffo ai lavoratori, alle famiglie, agli imprenditori che con mille sacrifici sono riusciti a mettere da parte i soldi necessari per acquistare, magari attraverso un mutuo onerosissimo, una casetta in montagna. Che senso ha impedire a un nucleo familiare che vive nella stessa casa di trasferirsi per qualche giorno in un'altra casa resta un mistero.
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